Questo articolo fa parte di Road to success, una rubrica dedicata al successo e alle strategie per ottimizzare le proprie possibilità di raggiungerlo a cura di  Laura Ceronelife e leadership coach.

Nelle ultime settimane ho pensato tanto al messaggio con cui concludere il nostro viaggio alla scoperta degli alleati chiave per il successo e un pensiero non mi ha mai abbandonato. In questo ultimo articolo della rubrica Road to Success vorrei parlarvi di quella che a mio avviso dovrebbe essere la base di qualsiasi esperienza in cui mettiamo alla prova noi stessi, usciamo dalla nostra comfort zone e ci imbattiamo in sfide e stress più intensi del solito: prendersi cura di sé.

Cambiare routine, ma non priorità

Mettere al centro il proprio benessere psicofisico è fondamentale sempre, ma lo diventa ancor di più qualora ci troviamo dinanzi a un cambiamento della routine come quello che si verifica immancabilmente quando decidiamo di perseguire la nostra idea di successo. Benché l’importanza di questo elemento possa sembrare scontata, nella mia esperienza professionale ho osservato tantissime volte quanto sia facile dimenticarsi di prendersi cura di sé in momenti critici che richiedono di mettersi in gioco per raggiungere i propri obiettivi.

Ciò accade perché in quelle circostanze sentiamo di avere tanto da fare e poco tempo per fare tutto, e la pressione di ottenere risultati ci porta ad eliminare dalla nostra tabella di marcia proprio lo spazio più importante di tutti, quello per osservare cosa sta accadendo nella nostra mente e nel nostro corpo e per capire come interpretarlo e come rispondere.

Nel mio lavoro spesso mi imbatto in persone allo stremo delle loro forze e risorse, persone che hanno affrontato sfide smisurate e vissuto routines sfiancanti molto a lungo prima di fermarsi e decidere di accogliere le richieste di aiuto che loro stessi si stavano inviando da molto tempo. Per quanto sia un argomento sotto i riflettori, l’importanza di prendersi cura di sé non è ancora sufficientemente compresa, accettata, metabolizzata.

Tempo e pazienza: due alleati del benessere

Perché ciò avvenga bisognerebbe che ognuno di noi si concedesse il tempo e la pazienza necessari per individuare cosa ci fa stare bene, quali sono i nostri valori più profondi e la natura e portata delle emozioni che proviamo.

Ma tempo e pazienza sono due risorse che troppo spesso non pensiamo di poterci concedere, perché ‘nemiche’ di risultati e denaro. Se solo ci rendessimo conto di quanto in realtà ne siano alleate.

Come accennato, capire come prendersi cura di sé non è un processo immediato, bensì richiede impegno e costanza. Inoltre, la cura di sé varia considerevolmente da persona a persona. Ognuno di noi trae piacere, gioia e comfort da specifici contesti, attività, persone, ambienti, profumi, colori e così via. Ognuno di noi ha un diverso modo per rigenerare le proprie energie, rilassarsi, prendere una pausa, calmarsi e risollevare l’umore. Il punto è: quanta conoscenza e consapevolezza abbiamo di ciò che ci fa stare bene e quanto siamo capaci di fermarci di fronte a segnali di malessere per rispondere con occasioni di benessere?

Come prenderti cura di te

Poiché benessere e cura di sé variano così tanto da individuo a individuo, questo articolo non racconta cosa ti darà benessere e cosa vuol dire prenderti cura di te, bensì si focalizza su come creare i presupposti affinché tu possa inglobare la cura di te nella tua road to success. Tutto passa attraverso il potenziamento dell’ascolto verso se stessi e dell’autoconsapevolezza.

Nel precedente articolo ti ho invitato a prestare attenzione al tuo dialogo interiore e all’impatto che ha sulla tua realtà. Qui amplio l’invito e ti incoraggio ad allenare la tua abilità di osservare e ascoltare cosa ti mostra e ti racconta il tuo corpo, quali sono le emozioni che ti accompagnano e cosa si cela dietro le tue azioni e reazioni su base quotidiana.

Per iniziare, prendi un appuntamento settimanale con te stesso nel giorno e all’ora che preferisci. Inseriscilo nella tua agenda e fai in modo di non saltarlo, non importa quanti impegni o imprevisti tu abbia davanti. L’obiettivo di questo appuntamento è quello di riflettere su cosa è avvenuto, dentro e fuori di te, durante la settimana appena trascorsa.

Soffermati sul tuo umore, come lo descriveresti? Ripensa alle azioni intraprese, ai risultati che esse hanno prodotto e a come tutto ciò ti fa sentire. Quali emozioni e sensazioni hai notato? Da cosa pensi siano state innescate? Lancia uno sguardo alle interazioni avute con chi ti sta intorno negli ultimi sette giorni. Cosa ti ha colpito e che pensieri ti vengono alla mente?

Questo esercizio di riflessione e analisi è la base per lo sviluppo di una maggiore consapevolezza di sé e di ciò che ci fa stare bene o, al contrario, ci rende tesi, arrabbiati, frustrati e così via. L’idea è quella di creare uno spazio in cui poter analizzare da un lato i successi, gli elementi di positività, per poterli replicare in futuro, e dall’altro gli ostacoli, le difficoltà e la nostra reazione ad essi, per sviluppare strategie di superamento che siano sempre più efficaci grazie a una più profonda conoscenza dei nostri punti di forza e delle risorse, interne ed esterne, a nostra disposizione.

Prevenire il burnout e connetterti con i tuoi valori

Ma il potere di questa attività non si ferma qui. Prendersi tempo per approfondire il dialogo con se stessi è fonte di calma e sollievo. Ci dà la possibilità di sperimentare che, nonostante l’entità del cambiamento che stiamo vivendo, siamo ancora al timone, che possiamo scegliere come agire e reagire di fronte agli eventi e che se prestiamo attenzione possiamo pianificare i nostri passi futuri da una prospettiva più ampia, con al centro i nostri valori e il nostro autentico sé.

Sopra ogni cosa, però, dedicarsi questo tempo ci consente di prevenire il burnout e malessere psicofisico. Questo appuntamento con noi stessi, che al principio sarà settimanale ma poi grazie all’allenamento potrà divenire sempre più frequente, al punto da diventare parte integrante della nostra routine giornaliera, farà sì che potremo individuare precocemente segni di estrema fatica, disagio, abbattimento o dolore e potremo ragionare tempestivamente su come affrontarli e con il supporto di chi. Perché non siamo da soli, e chiedere aiuto quando sentiamo di non riuscire più a gestire tutto non è un segno di debolezza, bensì di estrema forza.


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