Benvenuti e benvenute nella rubrica #MeeTheSpeaker, l’occasione giusta per conoscere meglio le professioniste parteciperanno a WomenX Impact il 18-19-20 Novembre 2021 al FICO Eataly Bologna e online.
La protagonista di questa intervista è Erica Canaia, Director Of Commercial Sales presso FIMIC SRL, un’azienda specializzata nella produzione di filtri automatici autopulenti dedicate al mercato del riciclaggio della plastica.
Coinvolta nell’azienda di famiglia e nei suoi prodotti fin dall’infanzia, grazie alla sua determinazione Erica è riuscita in soli 6 anni a sviluppare le potenzialità dei prodotti FIMIC e a promuoverli in tutto il mondo.
Cosa vuol dire per te essere una donna e una professionista nel settore meccanico? Quali sono state le tue sfide e i tuoi successi più grandi?
La mia esperienza nel settore metalmeccanico inizia a 26 anni. Le due sfide più grandi (e, successivamente, i due successi più grandi) sono stati imparare il mestiere e capire come farmi prendere sul serio. Come tutti, ho dovuto fare gavetta e accumulare esperienza sul campo: in questo ambito, s’impara ben poco sui libri. All’inizio, ho notato che intorno a me si era creato un muro: ero una donna, era impossibile che imparassi a fare le cose come gli altri. Abbattuto questo muro, ho dovuto anche dimostrare chi ero, quanto valevo. L’unica risorse che hai in questi casi è la tua forza interiore che ti spingere a continuare, a insistere, e alla fine, a farcela.
FIMIC è leader nel riciclo della plastica: quanto è importante per te la sostenibilità e quali progetti di responsabilità sociale porta avanti l’azienda?
La sostenibilità per noi è fondamentale, come dimostra il nostro impegno nel progetto Are you R in collaborazione con altre aziende del settore. Are you R è infatti un’iniziativa che vuole sensibilizzare la popolazione europea sull’importanza del riciclo della plastica. In generale, ritengo che andare contro la plastica non sia la soluzione: è molto meglio, per aziende e consumatori, imparare a utilizzare correttamente un determinato materiale, conoscerne pregi e difetti e sapere come riciclarlo. Molte imprese difatti producono fin dall’inizio prodotti che non sono riciclabili in nessun modo. Sviluppare una consapevolezza nei consumatori che vada oltre la semplice consultazione delle etichette (che spesso, tra l’altro, non fanno fede ai materiali utilizzati) e che porti a un vero acquisto consapevole è uno dei nostri più grandi obiettivi.
Il lavoro di squadra è uno dei punti chiave della tua leadership: quali sono i tuoi segreti per costruire un buon team e un buon ambiente di lavoro?
Come sottolineavo prima, in questo settore le donne in posizioni decisionali sono poche. Di conseguenza, uno degli aspetti più importanti è stato non solo imparare a farsi rispettare dai dipendenti esistenti all’interno dell’azienda, ma anche da quelli arrivati successivamente. In ogni caso però, per me il segreto per costruire un buon team e un buon ambiente è collaborare con persone che sposino i tuoi valori: un dipendente che condivide i tuoi obiettivi e i tuoi ideali è un dipendente più produttivo e, soprattutto, più sereno.
Per arrivare a questi risultati, sono la prima a lavorare su me stessa attraverso percorsi di coaching e lezioni individuali di imprenditoria. L’azienda è la mia responsabilità e questo mi spinge a voler migliorare costantemente. Mi prendo anche l’impegno di parlare singolarmente con ogni dipendente due volte l’anno. Per me, l’azienda è come una famiglia allargata: l’unico modo per raggiungere gli obiettivi è lavorare insieme.
Ci daresti qualche piccola anticipazione sul tuo speech?
Alla base del mio speech ci saranno tutte le frasi demotivanti che mi è capitato di sentire durante la mia carriera. Frasi che venivano da famigliari, amici, persone del settore, competitor. Vorrei presentarle però in forma ironica, divertente, nella speranza che anche molte altre professioniste possano riconoscersi e riderne insieme a me.
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