Vi diamo il benvenuto nella rubrica “Warriors”, lo spazio del blog ideato e curato da Graziana Gesualdo, dedicato alle donne guerriere, a chi affronta le proprie battaglie con coraggio e determinazione.

Oggi sono felice di intervistare Ilaria Cantalice, “sognatrice ed inguaribile romantica” laureata in Traduzione Specialistica presso l’Università degli Studi di Bari con una grande passione per le lingue straniere, l’insegnamento, il digital marketing e la cucina. Nel 2020, in piena pandemia, Ilaria ha avuto l’opportunità di realizzare il sogno di lavorare in Francia come Assistente di Lingua Italiana, un’esperienza che le ha permesso di crescere umanamente e professionalmente. 

ilaria cantalice

Ciao Ilaria, benvenuta! Grazie per aver accettato l’invito. Raccontaci qualcosa di te.

«Ciao Graziana, grazie mille per il tuo invito! Sono una persona solare e determinata, ho una grande passione per il digital e la cucina, mi piace insegnare, adoro le lingue e le culture straniere. Dopo aver conseguito la laurea in Traduzione Specialistica, durante la pandemia, ho unito la mia passione per le lingue straniere a quella per la cucina creando la pagina @flagsinthekitchen.» 

 

Quali sono stati i momenti più difficili che hanno caratterizzato la tua vita e quali insegnamenti hai tratto da queste esperienze?

«Sicuramente la morte di mio padre è stata la sfida più dura della mia vita. Da questo bruttissimo periodo ho tratto due insegnamenti principali: il primo è che nei momenti di crisi devi prendere immediatamente delle decisioni senza lasciare che gli eventi prendano il sopravvento, il secondo è che nessuno può insegnarti a reagire, nessuno può rialzarsi al posto tuo, sei tu che devi cercare un modo per andare avanti.

Un altro periodo difficile è stato quello della pandemia. La lezione più grande che ho imparato da questa esperienza è che, in questi momenti in cui l’umanità intera è in crisi, devi crearti un universo alternativo, un qualcosa che ti faccia star bene, una parentesi di serenità, alimentando magari una passione, perché se ti lasci andare è la fine.» 

 

Se dovessi scegliere 3 oggetti per descriverti, quali sarebbero e perché?

«Un ricettario perché sono appassionata di cucina, una chitarra elettrica perché mi piace il rock e ho un carattere strong e una valigia perché amo viaggiare e sono sempre in movimento.» 

 

Durante l’anno scolastico 2021/2022 hai lavorato come insegnante di lingua francese in una scuola media di Roma. Quali sono, secondo te, gli aspetti positivi e negativi legati all’insegnamento oggi?

bimbi che alzano la mano in classe

«L’aspetto positivo più importante, a mio avviso, è che nella scuola di oggi si pone molta più attenzione allo studente rispetto al programma scolastico in sé. Penso ad esempio alle tematiche riguardanti i Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) o i Bisogni Educativi Speciali (BES).

Un aspetto negativo a cui penso è che lo studente molto spesso lavora in vista dei voti dando molta meno importanza al percorso, un qualcosa che di sicuro ha sempre caratterizzato l’ambiente scuola, ma che oggi magari è esasperato per via dei social.» 

 

Due anni fa, nonostante il considerevole aumento dei casi di Covid-19, hai deciso ugualmente di partire per la Francia accettando l’incarico di Assistente di Lingua Italiana presso l’Académie de Versailles. Cosa hai portato con te di ritorno da questa avventura?

«Se hai un obiettivo e un sogno, niente deve fermarti. Prima di partire avevo mille dubbi e perplessità, ma non avevo intenzione di rinunciare a questa grande opportunità. Ho sempre saputo di essere coraggiosa e determinata e questa è stata la prova del nove. 

Un’altra lezione che ho imparato è che, in situazioni di difficoltà, bisogna crearsi un ritaglio di normalità: per me era uscire con le mie amiche assistenti e nel tempo libero portare avanti la mia pagina di cucina.

Inoltre, se fai quello che ti piace, non dico che non lavorerai un giorno della tua vita (come si sente dire spesso sui social), ma raggiungerai una condizione di serenità che ti permetterà di non soffermarti troppo sulle cose che non vanno. A me piaceva l’idea di alzarmi e andare a scuola e tutto ciò era alimentato dalla forza e dal coraggio che ogni ragazzo mi trasmetteva.» 

 

Una delle tue grandi passioni è la cucina internazionale, un amore nato un po’ per gioco che si è concretizzato nella creazione della pagina @flags_in_the_kitchen. Chi ti ha trasmesso questo grande interesse per la cucina, quali piatti preferisci cucinare e perché?

«La passione per la cucina è nata quando avevo 16 anni, come dici giustamente tu, un po’ per gioco: dovevo fare un regalo al mio ex e pensai di preparargli una torta. 

Una cosa che amavo quando ero piccola era guardare mia madre cucinare e provare con lei nuove ricette. Grazie a lei ho imparato tanti trucchetti, mi guardava cucinare e mi dava consigli. Era un modo per rilassarci e per trascorrere del tempo insieme. Quando mi sono appassionata di cucina internazionale, i nostri ruoli si sono ribaltati: lei, incuriosita, guardava me cucinare.

I piatti della cucina italiana che amo cucinare sono le lasagne e i panzerotti, un piatto tipico pugliese che di solito si prepara nelle occasioni di festa.

Per quanto riguarda la cucina internazionale, adoro la cucina thailandese, in particolare mi piace cucinare il Panang curry, un piatto a base di pasta di curry, latte di cocco e verdura, pollo oppure pesce (solitamente gamberetti), la cui particolarità è data dall’accostamento del dolce e del piccante.»

 

Cosa penserebbe la Ilaria di 10 anni fa della persona che sei oggi?

«Sono sicura che sarebbe felice ed entusiasta della persona che sono oggi. Mi sono diplomata al liceo scientifico e all’università ho intrapreso un percorso totalmente diverso imparando tutto da zero. Ho fatto l’esperienza di ragazza alla pari a Parigi, mi occupavo di tre bambini di età compresa tra i 4 e gli 8 anni e comunicavo con loro in una lingua che stavo ancora studiando. Ho vinto il bando di assistentato, tradotto dei racconti per l’università e concluso il percorso universitario con il massimo dei voti.» 

 

Quali “armi” ti hanno permesso di diventare la donna e la professionista che sei oggi?

«Determinazione, tenacia e una giusta dose di positività. Il segreto è stato non lasciarmi andare, lavorare nonostante le giornate no. Circondarmi di persone genuine, ascoltare le loro esperienze di vita e trarre forza e coraggio dai loro vissuti.»  

 

Senza troppi spoiler, quali sono i tuoi progetti per il futuro? 

segui sempre i tuoi sogni

 

«La mia strada non è ancora ben definita. Vorrei sfruttare al massimo la mia laurea in lingue e mi piacerebbe lavorare per un blog di cucina.» 

 

Se dovessi elencare 5 consigli per chi si trova nella tua stessa situazione, quali sarebbero?
  1. Può sembrare banale, ma non abbattersi troppo. Pensare che tutto passa, anche i momenti più brutti. Non lasciarsi travolgere dai periodi no, cercare un appiglio, un qualcosa per cui valga la pena lottare;
  2. Non pensare che gli altri siano più forti e più bravi di noi. Concentrarsi, piuttosto, sulle proprie risorse interiori;
  3. Non essere troppo severi con se stessi, darsi tempo, nonostante la società ci spinga a correre;
  4. Cercare di migliorarsi e mantenere sempre viva la curiosità;
  5. Rendersi conto che non si è soli nelle catastrofi. Molto spesso si pensa: “Perché a me?” Bene, il mio consiglio è di pensare che la vita sia una roulette russa fatta di una combinazione infinita di variabili. Niente è predestinato, succede e basta e succede a tutti. Pensare il contrario porta ad essere passivi “perché tanto andrà sempre tutto male come quella volta”.

 

Grazie per la tua testimonianza, Ilaria. Sono certa che il tuo racconto sarà di ispirazione e di supporto per molte persone.

«Grazie a te, Graziana, e a WomenX Impact per avermi dato l’opportunità di raccontarmi. È stato un vero piacere!»

 

Graziana Gesualdo


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