Vi diamo il benvenuto nella rubrica “Warriors”, lo spazio del blog ideato e curato da Graziana Gesualdo, dedicato alle donne guerriere, a chi affronta le proprie battaglie con coraggio e determinazione.

 

Oggi sono felice di intervistare Manuela Vitulli: classe 1991, metà barese e metà salentina. Orgogliosamente pugliese. Ama viaggiare, ma con un biglietto andata e ritorno, perché per lei la Puglia è linfa vitale. Dal 2013 ha unito l’esigenza di scrivere e la passione per i viaggi e la comunicazione in un blog, che in breve tempo si è trasformato in un lavoro portandola ad essere autrice di due libri, speaker del TEDx e presentatrice MTV, oltre che un profilo molto seguito su Instagram (@manuelavitulli) e un punto di riferimento per chi ama i viaggi e la Puglia. Travel blogger, content creator e imprenditrice digitale, Manuela non ama inscatolarsi in una sola etichetta. Ha fatto delle sue passioni il suo lavoro e questo è ciò che conta.

Manuela Vitulli

 

Ciao Manuela, è un piacere averti qui con noi! Raccontaci un po’ di te.

«Ciao Graziana, grazie per l’invito!

Non è facile rispondere a questa domanda perché penso di essere una figura abbastanza poliedrica. 

Nasco come Travel Blogger, ma ad oggi mi risulta difficile darmi un’etichetta perché curo progetti digital con enti pubblici (adesso sto curando un progetto con la Pinacoteca Metropolitana di Bari), sono autrice di due libri, sono stata speaker al TedX e ho presentato un programma di MTV in diretta da Tel Aviv. 

Fino a qualche anno fa non avrei mai immaginato tutto questo.

Ho iniziato il mio percorso nel settore Digital quasi dieci anni fa con un blog di viaggi nato un po’ per gioco, ma in pochi sanno che ho una laurea in fisioterapia che non c’entra nulla con ciò che faccio oggi. Penso che la mia storia possa essere un esempio di come la vita non debba necessariamente seguire una direzione: si può sempre cambiare strada e non bisogna precludersi mai nulla.

Ho sempre amato scrivere e sognavo di viaggiare, ma ad una certo punto ho sentito l’esigenza di intraprendere un percorso più “sicuro”, così mi sono iscritta a fisioterapia. Nonostante sentissi che quella strada non facesse per me, ho deciso ugualmente di laurearmi e ho aperto il mio blog di viaggi, una valvola di sfogo che mi ha portato successivamente a fare della mia passione il mio lavoro

Con il passare del tempo sono arrivate le prime collaborazioni tra cui quelle con gli enti del turismo: piccoli grandi traguardi che mi hanno portato ad essere tra le persone più influenti nell’ambito del turismo in Italia e in Puglia.

È un percorso di cui sono molto fiera, un sentiero che ho tracciato da sola partendo completamente da zero.» 

 

Quali sono stati i momenti più difficili che hanno caratterizzato il tuo percorso personale e professionale?  

«Gli esordi della mia professione sono stati duri perché quando ho iniziato a curare il mio blog di viaggi, l’ho fatto per hobby ed è stato molto difficile farmi accettare da chi era al mio fianco, da chi lavorava già nel settore, ma soprattutto da me stessa. Non capivo dove fossi diretta, mi chiedevo se stessi perdendo tempo e mi vergognavo

All’epoca avevo paura di non essere compresa e così è stato. Mi sono allontanata da molte persone e mi sono riavvicinata ad altre. 

Un’altra grande sfida è stata la malattia di mio padre: da un lato conducevo una vita ricca di viaggi, eventi ed esperienze bellissime e dall’altro mi sembrava di costruirmi una corazza di finzione perché stavo vivendo un dolore così grande.»

 

Travel Blogger, content creator e imprenditrice digitale metà barese, metà salentina che, dopo aver girato il mondo, ha deciso di fare ritorno a casa. Qual è stato il momento in cui hai deciso di tornare in Puglia?
Alberobello. Puglia                                                                 

«Ero in Thailandia e durante una cooking lesson, mentre preparavo un pad thai (tipico piatto thailandese a base di noodles di riso) mi sono ritrovata a parlare di Puglia con un giornalista russo: abbiamo parlato di cucina pugliese, di focaccia e pasticciotti. Questo episodio mi ha fatto sorridere, ma anche riflettere perché molto spesso non ci rendiamo conto della ricchezza che abbiamo tra le mani. 

Una volta rientrata a casa è scattata in me la scintilla e il desiderio di raccontare sempre più la Puglia e di farne apprezzare il valore e la ricchezza ai pugliesi stessi

 

Scegliere di restare in Puglia non dev’essere stato semplice considerando le mille opportunità di lavoro che molto probabilmente avresti avuto vivendo al Nord Italia o all’estero. Ci sono stati dei momenti in cui hai pensato che non valesse la pena investire così tante energie nella promozione della tua terra? Cosa ti ha dato la spinta per non arrenderti?                                                                                                                 

«Da un lato restare in Puglia è stata una decisione semplice perché qui ho tutto: la mia famiglia, il mio fidanzato, i miei amici, ma dall’altro riconosco di essermi sacrificata tantissimo, soprattutto durante i primi anni di gavetta.

Mi è capitato spesso di “dormire” in aeroporto prendendo l’ultimo volo da Bari o di fare andata e ritorno in giornata da Milano. Questo mi ha portato sicuramente ad essere orgogliosa del sogno che stavo realizzando, ma non nego che ci sono stati periodi in cui mi son chiesta se ne valesse davvero la pena. 

In molti mi suggerivano di trasferirmi a Milano: “Cosa ci fai ancora in Puglia? Qui a Milano ci sono tantissimi eventi, Milano è la capitale del digital, qui puoi realizzare i tuoi sogni!”. 

Ero molto combattuta, ma una voce dentro di me continuava a ripetermi che stavo facendo la cosa giusta e soprattutto mi capitava di chiedermi: “Se anche io vado via, chi resta in Puglia?

Restare è una scelta che comporta delle difficoltà, ci vuole tanta passione e pazienza, ma sono dell’idea che si possa lavorare anche “da giù” (come usiamo dire spesso qui al sud).

Il mio migliore augurio è che ci siano sempre più giovani che decidano di restare per contribuire al progresso della propria terra.»

 

Il tuo lavoro ti ha portato in giro per il mondo: dal Colorado alla Corea del Sud, dalla Svezia al Sudafrica. Quale Paese ti ricorda di più la Puglia e perché?

«È una domanda un po’ difficile. Ti posso dire che i posti in cui mi sono sentita a casa in Europa sono stati il sud della Spagna e la Grecia: l’aria di festa, il tramonto alle 21:00, il calore della gente. Fuori dall’Europa ti direi il Messico, un Paese meraviglioso in cui la gente è aperta, estremamente solare e molto socievole (a volte anche troppo).»

 

Prova a chiudere gli occhi e a pensare ad uno scatto che descriva la Puglia. Dove ti trovi? Cosa vedi? Quali colori, rumori e odori catturano la tua attenzione?

Bari Vecchia

«Lo scatto a cui penso è uno scorcio di Bari vecchia perché, nonostante sia diventata una zona turistica, è caratterizzata da un turismo non artefatto. L’immagine sarebbe piuttosto nitida: il ragazzino che passa con la bicicletta ed esordisce con qualche perla in dialetto, il sorriso e l’accoglienza verace delle “Signore delle Orecchiette”, l’odore della focaccia che si mescola a quello del bucato…»

 

Nel tuo libro “Viaggio sentimentale in Puglia” il mare è protagonista indiscusso, una presenza costante nei tuoi ricordi e nelle tue riflessioni. Cosa significa per te? 

«Per me è un vero e proprio modo di vivere, qualcosa che ti scorre dentro e che non ti lascia andar via. Il mare è un qualcosa di cui ho bisogno, una tappa irrinunciabile anche quando piove, una “presenza” che mi fa star bene. 

Per quanto ami la vita metropolitana, farei molta fatica a vivere in una città in cui non ci sia il mare.» 

 

Negli ultimi anni la Puglia ha registrato una notevole crescita economica tuttavia, per molti ragazzi risulta ancora difficile trovare lavoro. Cosa diresti ai giovani pugliesi che vorrebbero restare nella propria regione ma, per mancanza di lavoro, si sentono costretti ad andar via?

«A volte è necessario andar via per tornare a casa con una consapevolezza diversa, con occhi nuovi perché allontanarsi molto spesso ci permette di riscoprire le meraviglie della propria terra, io ci sono passata. Durante la mia adolescenza non amavo particolarmente Bari e coglievo al volo ogni occasione per andar via.  

Ciò che vorrei dire ai giovani pugliesi è: andate, viaggiate, scoprite il mondo e portate a casa tutto ciò che può renderlo migliore.» 

 

Quali sono, secondo te, gli strumenti e le competenze umane e professionali che permetterebbero alla Puglia di spiccare il volo? 

«Fare rete. Teoricamente lo sappiamo e lo diciamo tutti, ma nel concreto, salvo eccezioni, ognuno pensa al proprio orticello. Si dovrebbe fare molta più rete per riuscire a muoversi per un obiettivo comune. 

Un’altra cosa che a volte manca qui al sud è la professionalità perché vedo molta improvvisazione. Spesso si pensa che il lavoro sui social sia un gioco, un passatempo, un qualcosa che non comporti delle responsabilità, ma non è affatto così. 

Prima di pubblicare una storia o un post, ad esempio, ci penso tantissime volte perché non vorrei mai essere un cattivo esempio per chi mi segue.» 

 

Quali sono le “armi” che ti hanno permesso di diventare la donna che sei oggi?

«Sicuramente la caparbietà perché sono sempre stata molto testarda e ambiziosa. Sono una grande lavoratrice, rispetto sempre le scadenze e riconosco quando è necessario fare un passo indietro se qualcosa non rispecchia il mio modo di essere. 

Altre due “armi” indispensabili sono state la sincerità (a volte lo sono fin troppo) e il rispetto delle persone e del lavoro altrui. In questi anni non sono mancati momenti di scontro e dissapori con alcune realtà, ma sono anche riuscita a creare una bella rete di contatti. Per me il valore umano viene prima di tutto.» 

 

Quali progetti hai per il futuro?

«Mi piacerebbe lavorare sempre di più con le istituzioni e cercare di avvicinare i più giovani a realtà e progetti che potrebbero volare alto.»

 

Se dovessi elencare 5 consigli per chi si trova nella tua stessa situazione, quali sarebbero?
  1. Non lasciarti spaventare da ciò che pensano gli altri, fai sempre ciò che senti e ciò che ritieni giusto per te nel rispetto di chi ti circonda;
  2. Studia, sperimenta, lasciati guidare dalle tue passioni e dalla tua creatività;
  3. Non arrenderti quando vedi che le cose non vanno come avevi programmato. Ci vorranno mesi, anni per raggiungere degli obiettivi, ma se ci credi davvero, nulla potrà fermarti;
  4. Sii fedele ai tuoi valori e costruisci rapporti sinceri;
  5. Non sminuirti, sii sempre consapevole di ciò che sei e della strada che hai fatto per arrivare dove sei oggi.

 

Grazie per la tua testimonianza, Manuela. Sono certa che il tuo racconto sarà di ispirazione e di supporto per molte persone.

«Grazie a te, Graziana, e a WomenX Impact per avermi dato l’opportunità di raccontarmi. È stato un vero piacere!»

 

Graziana Gesualdo


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