Enola Holmes 1&2“, la serie di film targata Netflix ispirata al personaggio creato dalla penna di Nancy Springer , è protagonista di questa nuova puntata della rubrica Recensioni in Rosa, a cura di Alessandra Carminati, che anche questa volta analizza in modo accurato e attento, sceneggiature e storie che hanno per protagonista un’eroina  anticonvenzionale e davvero interessante.

Enola Holmes, sorella minore, ma altrettanto in gamba, del celebre investigatore Sherlock, è un personaggio creato dalla penna della scrittrice americana Nancy Springer, protagonista di una serie di libri pubblicati tra il 2006 e il 2022.

Sullo schermo Enola Holmes appare in due film omonimi targati Netflix, dove viene magistralmente interpretata da Millie Bobby Brown (star acclamata e amata dal grande pubblico grazie alla serie cult “Stranger Things”, in cui veste i panni di Undici). La giovanissima attrice britannica ha ammesso di aver apprezzato i libri della Springer al punto tale da spingere fortemente il progetto di trasportare le vicende della coraggiosa Enola sullo schermo; i due film, infatti, non solo sono da lei interpretati ma sono anche realizzati dalla sua casa di produzione.

In veste di produttrice, Millie Bobby Brown si è riservata inoltre un importante potere decisionale, riuscendo a farsi cucire addosso alla perfezione il personaggio di Enola e assicurando alla serie televisiva un clamoroso successo (tanto che si scommette già sulla probabilità che, ai primi due film già disponibili sulla piattaforma Netflix, farà ben presto seguito un terzo).

Poster Enola Holmes Netflix

                               Enola Holmes - Netflix

Una giovane indipendente e piena di risorse

Entrambi i film ci mostrano una ragazza impavida e piena di risorse, che non si lascia fermare da niente, cresciuta in modo indipendente dalla madre Eudoria (una fenomenale Helena Bonham Carter) che le ha insegnato, senza quasi che Enola se ne accorgesse, a cavarsela in ogni situazione.

Non per niente, se anagrammato, il nome stesso della protagonista diventa “alone”, cioè sola, cosa che suggerisce fin da subito la sua capacità di badare a sé stessa, senza dover necessariamente dipendere dagli altri.

Il primo film pone le basi per farci conoscere la personalità e la storia di Enola: scopriamo che la ragazza è stata cresciuta a Ferndell Hall, tenuta di campagna ben lontana dalla caotica Londra. Qui la madre l’ha educata personalmente e in maniera oltremodo anticonvenzionale per l’epoca: niente uncinetto o corsetti soffocanti ma lezioni di combattimento corpo a corpo, attività fisica all’aria aperta, tiro con l’arco, esperimenti scientifici e letture di ogni genere, da Shakespeare ai manuali sull’architettura britannica o sulle sue istituzioni (Enola difatti si vanta di aver letto praticamente ogni libro presente nella libreria di Ferndell Hall, persino quelli ritenuti poco adatti a una signorina della sua età).

Una vera e propria donna moderna che però, di colpo, vede il suo mondo capovolgersi completamente.

Il giorno del suo sedicesimo compleanno Enola si sveglia e scopre che la madre Eudoria è scomparsa misteriosamente, lasciandole sì un regalo ma nessun messaggio.

Enola, rimasta sola con la governante, dovrà a questo punto contattare i fratelli maggiori Mycroft e Sherlock, che non vede da anni e con cui non ha mai avuto contatti.

Inutile dire che i fratelli, una volta a Ferndell Hall, resteranno sconvolti dall’incontro con la “selvaggia” sorellina e scopriranno che la loro madre li teneva all’oscuro di parecchi segreti.

Compreso che dai fratelli non avrà l’aiuto che cerca (Mycroft la vorrebbe addirittura rinchiudere in un collegio per farla diventare una vera signora), Enola fugge a Londra per mettersi sulle tracce della madre, in parte aiutata da una serie di indizi che Eudoria le ha lasciato e che è riuscita infine a decifrare.

La ricerca della madre, e la necessità di sfuggire ai fratelli, si uniscono nel primo film all’incontro casuale con il giovane marchese Lord Tewkesbury. Anche Tewkesbury è in fuga dal soffocante ambiente familiare, ma è ignaro del fatto di avere alle calcagna un sicario che sta tentando in tutti i modi di eliminarlo.

Se all’inizio Enola vorrebbe non aver nulla a che fare con il ragazzo, alla fine farà di tutto per aiutarlo e per risolvere quello che di fatto sarà il suo primo caso.

Un’avventura dietro l’altra

Se il primo film getta le basi sulla storia di Enola, sul suo passato, e pertanto si divide tra il caso del marchese Tewkesbury e la ricerca della madre Eudoria, il secondo film può permettersi di sviluppare maggiormente l’azione e concentrarsi quindi completamente su Enola e sul suo secondo importante caso.

Enola si è stabilita definitivamente a Londra, non fugge più dai fratelli. Sherlock ha convinto Mycroft ad affidargli il ruolo di tutore della loro sorellina ribelle e testarda, quindi la nostra eroina non corre più il rischio di essere rinchiusa in qualche collegio per signorine.

Così Enola si è trovata una sistemazione tutta per sé e ha aperto la sua personale agenzia investigativa. Peccato che, essendo una donna e per di più così giovane, nessuno si affidi a lei.

Sta per rinunciare al suo sogno quando una piccola fiammiferaia fa irruzione nella sua agenzia, chiedendole di aiutarla a ritrovare la sorella, tale Sarah Chapman, scomparsa misteriosamente.

Inutile dire che l’indagine di Enola sarà piena di colpi di scena e situazioni rocambolesche che la nostra eroina affronterà con coraggio e determinazione, aiutata stavolta anche da vecchie conoscenze: la madre Eudoria, il giovane Tewkesbury (di cui Enola è decisamente innamorata), il fratello Sherlock…solo per citarne alcune.

Perché, nonostante sappiamo ormai che il suo nome è l’anagramma di “alone”, questo non significa che la giovane debba isolarsi completamente dal mondo.

L’appoggio e il sostegno delle persone che la circondano sarà fondamentale per Enola che, per quanto ami sentirsi indipendente, comprende che, a volte, chiedere aiuto a chi ci circonda non è necessariamente segno di debolezza.

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Caratteristiche dei film e dei libri

Nancy Springer ha finora scritto nove romanzi con protagonista Enola Holmes, rivolti a un pubblico principalmente teen.

Lo stile di scrittura è fresco, scorrevole e la protagonista si apprezza facilmente per la sua tenacia e la sua capacità di non arrendersi di fronte alle difficoltà.

I primi due film targati Netflix cercano di rispettare il più possibile l’anima dei libri, anche, e soprattutto, per non deludere i fan della Springer e della sua eroina.

Ottime sono infatti sia la regia di Harry Bradbeer che la sceneggiatura di Jack Thorne.

Se il primo film però si avvicina maggiormente nella storyline al primo dei libri della serie (seppur con enormi differenze, soprattutto nella caratterizzazione del giovane Tewkesbury e del motivo per cui rischia la vita), già il secondo si discosta dal sentiero tracciato dai romanzi, proponendo un’avventura molto originale.

Interessante a questo proposito la scelta di incrociare, nel secondo film, la storia di Enola con quella di Sarah Chapman, personaggio realmente esistito. La Chapman infatti fu una fiammiferaia londinese che tra le prime denunciò le pessime condizioni di lavoro nelle fabbriche di fiammiferi, denunce che portarono al celebre sciopero delle fiammiferaie del 1888. Certo, la storia della Chapman viene in parte rivista per meglio adattarsi alla finzione, e per giustificare la presenza di Enola, ma la scelta di una donna che si distinse per essere una grande sostenitrice dei diritti femminili fino alla sua morte non è casuale.

Se ci pensiamo, anche il primo film di Enola, senza esplicitarlo mai direttamente, faceva riferimento a un progetto di riforma di grande importanza che stava per essere votato alla Camera dei Lord, un progetto che, analizzando per bene tutti gli indizi, sembrerebbe proprio quello di allargare il diritto di voto alle donne.

Attraverso Enola, ragazza che non rispetta i costumi dell’epoca e fa di tutto per emanciparsi e trovare il suo posto nel mondo, la sceneggiatura dei film ci ricorda anche momenti storici importanti nella lotta per i diritti femminili.

Resta poi il fatto che Enola, giovane e inesperta, riuscirà spesso a risolvere i casi prima del suo ben più famoso fratello Sherlock (che nei film viene reso più umano ed empatico grazie all’interpretazione di Henry Cavill), instaurando con questo un rapporto di rispetto e complicità.

Sempre nei film, ammirabile la tecnica del “semina e raccogli”: indizi o inquadrature che sul momento non sembrano rilevanti vengono poi ripresi in un secondo tempo e collegati tra loro come pezzi di un avvincente puzzle.

Tutto ha un senso, anche quello che a prima vista sembra non averlo.

Piacevoli anche alcuni momenti action pop che ricordano lo Sherlock Holmes di Guy Ritchie (il primo film di Enola ne “imita” addirittura una sequenza) e la rottura della quarta parete, con Enola che si rivolge direttamente allo spettatore con espressioni buffe o perplesse.

Pur non essendo una fan di questa tecnica, nei film di Enola più che pedante il trucco aggiunge un bel tocco di humor squisitamente british.

In breve, i film di Enola Holmes anche se diretti principalmente alla Generazione Z, sono un prodotto ben confezionato, decisamente piacevoli da guardare e in grado di essere apprezzati da un pubblico ben più ampio.

 

Alessandra Carminati