La rubrica Diversity & Inclusion curata da Monica Deledda invita ad una comunicazione sempre più inclusiva. Nella rubrica si susseguiranno uomini e donne che ci racconteranno la loro visione sul tema portandoci all’interno della loro vita o del loro brand e permettendoci di conoscere a fondo il tema.
Questa volta abbiamo avuto il piacere di intervistare GinevraCandidi, Digital strategist specializzata in comunicazione inclusiva, è la founder de Il lato b del marketing. Con la sua attività, aiuta brand e persone a comunicare in modo inclusivo, semplice e d’impatto, senza tradire i propri valori. Perché quello che oggi chiamiamo marketing inclusivo, tra poco sarà semplicemente l’unico modo di fare marketing.

Ginevra crede che il marketing inclusivo sia una leva di cambiamento per la società, in grado di rompere gli stereotipi e promuovere un dialogo costruttivo tra le persone. Grazie alla sua esperienza e alle sue competenze, aiuta i suoi clienti a comunicare in modo autentico, riflettendo i valori dell’azienda e rispettando la diversità delle persone.

Il futuro della comunicazione è inclusivo, e Ginevra Candidi è pronta a guidare il cambiamento, verso un mondo più equo e rispettoso delle differenze.

  • Ciao, grazie per aver accettato l’invito. Parlaci di te. 

 

Grazie a voi. Sono Ginevra Candidi, consulente di marketing inclusivo. Ogni giorno, tramite la mia attività imprenditoriale Il lato b del marketing aiuto personal brand e aziende a comunicare in maniera inclusiva e d’impatto, senza tradire i propri valori.

 

Ho combinato le mie due passioni più grandi, i diritti umani e il marketing, per cambiare il mondo della comunicazione e renderlo più inclusivo e attento alle esigenze di ogni persona. 

il lato b del marketing

Ginevra

 

  • Cosa significa per te “diversità”? 

 

Molto spesso ci hanno insegnato che esiste uno standard, un obiettivo a cui mirare. Lo standard, nella comunicazione, è sempre stato un uomo di mezza età, bianco, sposato e con figli. Certo, questi uomini esistono e devono essere rappresentati. Il problema nasce quando la loro storia diventa l’unica storia possibile. 

 

Per questo, la diversità può aiutarci ad ampliare il nostro sguardo, allenare l’empatia e capire situazioni che non abbiamo avuto modo di sperimentare sulla nostra pelle.

 

Per questo, diversità per me indica pluralità, unicità. Vuol dire raccontare storie diverse da quelle considerate mainstream.

 

  • Raccontaci un episodio della tua vita che ti ha messo duramente alla prova.

Nel 2020, dopo aver completato un master in diritti umani in Olanda sono tornata in Italia, piena di speranze per il futuro. Volevo lavorare, mettermi alla prova, mettere in pratica quello che avevo imparato. Poi è arrivata la pandemia, e con lei il blocco delle assunzioni. Le prime settimane sono state dure: cercavo ogni giorno offerte di lavoro ma niente mi convinceva fino alla fine. 

 

Dopo aver speso tanto, tantissimo tempo online, ho capito che ero infelice. Infelice di com’ero, di quello che pensavo sarebbe stato il mio futuro, che mi stava stretto e scomodo. È stato allora che ho deciso di cambiare strada. Ho sempre amato la comunicazione in ogni sua forma, seguendo corsi di teatro, giornalismo, scrittura creativa. Ma fino a quel momento non avevo mai dato un nome a questa mia passione trasversale. Seguendo moltissimi corsi online, ho deciso di combinare le mie due anime e mostrarle al mondo, all’inizio per gioco: i diritti umani e la comunicazione. Con quest’idea è nato Il lato b del marketing, un progetto prima editoriale e ora imprenditoriale, che racconta e costruisce insieme alle persone il marketing che ci meritiamo. Il riscontro è stato positivo fin da subito: nel mercato c’è tanto bisogno di parlare di questi temi, per quanto complessi. Le persone vogliono sentirsi rappresentate e dare loro uno spazio per vedere che è possibile è bellissimo.

 

  • In che modo sarebbe possibile, secondo te, rendere la nostra società più inclusiva? 

 

Serve unire le forze e lavorare su più fronti contemporanemente, a partire dalla politica, fino ad arrivare alla comunicazione. Credo infatti che la pubblicità e il marketing esercitino un grande potere nella vita delle persone: la comunicazione è specchio della nostra società, ma ne forma anche il pensiero. Se vediamo solo pubblicità di donne che lavano, stirano e si occupano della casa, finiremo per credere che la cucina sia il loro posto. Se vediamo solo persone bianche in posizione di potere, anche solo in uno spot di qualche secondo o un post su Instagram, crederemo che le persone nere non siano qualificate. E così per ogni persona. Il marketing influenza il nostro pensiero: scegliere una comunicazione etica ha un impatto reale nella vita delle persone.

Non basta, però, fare solo una comunicazione migliore. Bisogna impegnarsi e passare dalle parole ai fatti. Si può fare tramite azioni politiche, di attivismo ma anche tramite il proprio business, ad esempio assumendo o collaborando con persone diverse da noi. Questo consente di ampliare lo sguardo, come dicevamo prima, ma è anche una scelta economicamente conveniente: diversi studi hanno dimostrato che collaborare dentro un team variegato aumenta la creatività.

 

  • Quale messaggio vorresti comunicare attraverso la tua storia/ profilo?

 

Con Il lato b del marketing voglio mostrare come il marketing inclusivo si possa fare ed è anche conveniente. Tramite la rappresentazione di persone diverse, tramite strategie di marketing prive di stereotipi, si può guadagnare di più facendo del bene. Cosa c’è di meglio?

 

Il marketing senza stereotipi è un marketing che prende in considerazione le unicità di ogni persona, creando contenuti volti a rappresentare la diversità del target che si vuole coinvolgere. 

 

Vorrei che Il lato b del marketing non rimanesse un mio progetto ma che diventasse il primo passo di un movimento, di una piccola rivoluzione a cui chiunque può partecipare per cambiare le regole del gioco. 

 

  • Il digitale nella tua/vostra vita che peso ha avuto o sta avendo?

 

Il digitale non è solo il mio lavoro, è il posto dove ho conosciuto moltissime amiche e amici. Grazie ai social e al mondo online, sono riuscita a mettermi in gioco, mostrando tanti aspetti di me e della mia vita che mi hanno permesso di entrare in relazione con persone diverse che altrimenti non avrei mai conosciuto. Sempre usato come strumento per imparare e divertirmi, durante la pandemia il digitale mi ha cambiato la vita e continua a farlo ogni giorno. 

 

  • Cosa diresti a chi si trova nella tua stessa situazione?

 

Parlare online di certi temi non è facile: il riscontro non è immediato, non sempre si riesce a rientrare nelle logiche social di semplificazione e velocità. Per molto tempo questo mi ha scoraggiata, e ho pensato più volte di lasciar perdere. Ma non l’ho fatto e ora sono esattamente dove vorrei essere: lavoro in modo indipendente, con clienti che adoro e che vogliono avere un impatto reale nel mondo con il loro prodotto o servizio. 

 

Ogni caso è a sé, ma una cosa credo sia comune: se senti dentro di te che quella è la strada giusta, anche quando è faticoso, anche quando è in salita, anche quando tutte le persone ti sembrano vadano più veloce di te, non mollare. Magari fermati, prendi fiato, guardati attorno. Ma non lasciar perdere: alla fine ne vale la pena.