Nel 2023, il Gender Equality Index (GEI) ha fornito un’analisi dettagliata dell’uguaglianza di genere nell’Unione Europea, con un focus particolare sulla transizione ecologica equa nei settori dell’energia e dei trasporti. Con un punteggio medio dell’UE di 70.2 su 100, il report mostra un miglioramento moderato dell’1.6 punti rispetto all’anno precedente, segnando l’incremento annuale più significativo dal lancio dell’Indice nel 2013.

Cos’è il Gender Equality Index?

L’Indice di Parità di Genere (Gender Equality Index) è stato sviluppato dall’Istituto Europeo per l’Uguaglianza di Genere (EIGE), un’agenzia dell’Unione Europea.

L’EIGE è stato creato per supportare gli Stati membri dell’UE e le istituzioni europee nella promozione dell’uguaglianza di genere, nella lotta contro la discriminazione basata sul genere e nella sensibilizzazione su questioni di genere. L’Indice di Parità di Genere è uno degli strumenti chiave utilizzati dall’EIGE per valutare e monitorare i progressi compiuti in materia di uguaglianza di genere nei Paesi membri dell’UE.

Esso considera diversi aspetti della vita, come il lavoro, il potere, la conoscenza, il tempo, la salute e la violenza, per valutare come uomini e donne siano posizionati in relazione a questi fattori. Ogni aspetto viene analizzato e valutato, portando alla formulazione di un punteggio complessivo.

Com’è composto il Gender Equality Index?

L’Indice di Parità di Genere è composto da diversi indicatori che riflettono importanti aspetti dell’uguaglianza di genere. Ogni indicatore ha un set di sotto-indicatori che contribuiscono al punteggio complessivo. Ecco una panoramica dei principali indicatori esaminati:

  • Lavoro: Valuta l’uguaglianza di genere nel mercato del lavoro. Include indicatori come il tasso di occupazione, la segregazione settoriale e professionale, la qualità del lavoro e la partecipazione a tempo pieno e a tempo parziale.
  • Denaro: Esamina le differenze di genere nei redditi, nei guadagni e nella sicurezza economica. Include fattori come la differenza retributiva di genere, la distribuzione del reddito e l’esposizione al rischio di povertà.
  • Conoscenza: Misura la parità tra i sessi nell’accesso all’istruzione e alla formazione. Include indicatori come i livelli di istruzione, la partecipazione all’istruzione e alla formazione continua e la segregazione in base al campo di studio.
  • Tempo: Valuta le differenze nella distribuzione del tempo libero e del tempo dedicato al lavoro non retribuito, come le faccende domestiche e la cura dei familiari.
  • Potere: Misura la rappresentanza di genere nelle posizioni di decision-making in diversi ambiti, come la politica, l’economia e i media.
  • Salute: Considera fattori come lo stato di salute, l’accesso ai servizi sanitari e il comportamento sanitario.
  • Violenza di genere: Sebbene non sia incluso nel calcolo del punteggio complessivo, questo indicatore fornisce informazioni importanti sulla prevalenza e sull’atteggiamento nei confronti della violenza di genere.

Ogni indicatore contribuisce al punteggio complessivo dell’indice, che varia da 1 a 100, dove 1 indica una totale disparità di genere e 100 una completa parità. Questo indice aiuta a identificare le aree in cui c’è bisogno di maggiore attenzione e azione per promuovere l’uguaglianza di genere.

Situazione Generale nell’UE

Il Gender Equality Index, che valuta la parità di genere in sei indicatori principali (lavoro, denaro, conoscenza, tempo, potere, salute) e due indicatori aggiuntivi (disuguaglianze intersecanti e violenza), ha evidenziato progressi significativi, ma anche sfide persistenti nell’UE. La Svezia è il paese leader con un punteggio di 82.2, rappresentando una società quasi totalmente egualitaria per il 2.3% della popolazione dell’UE.

Dal 2010 al 2021, l’analisi a lungo termine mostra un miglioramento medio dell’Indice, con una riduzione delle variazioni tra gli Stati membri. Questo indica una tendenza alla convergenza verso l’alto rispetto alla media dell’UE.

Focus sulla Performance dell’Italia

L’Italia si colloca in un gruppo di paesi definiti “in recupero“, con punteggi dell’Indice inferiori alla media dell’UE, ma con miglioramenti più rapidi, riducendo così il divario nel tempo. Questo suggerisce che, nonostante un punto di partenza più basso, l’Italia sta compiendo progressi significativi verso la parità di genere. Questo progresso è particolarmente importante considerando le sfide specifiche del Paese, come le disparità di genere nel lavoro e la partecipazione delle donne in settori chiave come l’energia e i trasporti, temi centrali del report 2023.

L’Italia, con un punteggio di 68,2 su 100, si posiziona al 13° posto nell’Unione Europea per quanto riguarda l’Indice di Parità di Genere. Rispetto al 2010, il Paese ha registrato un incremento di 14,9 punti, il maggiore tra gli Stati membri, guadagnando otto posizioni nella classifica. Tale progresso è attribuito soprattutto ai miglioramenti nell’indicatore del potere, dove ha guadagnato 37,5 punti.

Dal 2020, il punteggio generale dell’Italia è salito di 3,2 punti, grazie in particolare ai progressi nel tempo e nel potere, con aumenti rispettivamente di 8,1 e 5,8 punti. Questo ha permesso all’Italia di salire di una posizione nella classifica, raggiungendo il 13° posto.

La prestazione migliore dell’Italia è nel campo della salute, dove si classifica al 9° posto tra gli Stati membri con 89,2 punti. Tuttavia, persistono notevoli disuguaglianze di genere nell’indicatore del lavoro, dove l’Italia si colloca all’ultimo posto tra gli Stati membri dal 2010 con un punteggio di 65,0.

Nell’indicatore del tempo, l’Italia ha migliorato il suo punteggio di 8,1 punti dal 2020, salendo dalla 16ª alla 12ª posizione. Invece, nel settore monetario, i progressi si sono arrestati con un calo di 0,2 punti, fissando il punteggio a 80,3 e mantenendo la 14ª posizione. Questa stagnazione è dovuta a un calo nel sotto-indicatore della situazione economica, che ha perso 0,6 punti rispetto all’anno precedente.

Focus 2023: “Gender equality and the socially fair transition of the European Green Deal”

In Italia, le donne tendono maggiormente degli uomini a fare scelte orientate all’ecologia. Tuttavia, nel 2018, una percentuale inferiore di donne italiane (50%) rispetto agli uomini (53%) ha percepito un senso di responsabilità personale nel ridurre i cambiamenti climatici, una cifra al di sotto della media dell’Unione Europea, che è del 62% per le donne e del 61% per gli uomini.

Riguardo all’istruzione superiore in ambito scientifico e tecnologico, le donne in Italia sono nettamente meno rappresentate rispetto agli uomini. Nel 2021, solo il 40% dei laureati in scienze e tecnologie naturali erano donne, una percentuale che, nonostante sia superiore alla media dell’UE del 36%, riflette ancora una significativa disparità di genere.

Nell’ambito lavorativo, le donne in Italia sono ancora molto sottorappresentate, specialmente nei campi dell’energia e dei trasporti. Nel 2022, solo il 26% dei professionisti nel settore energetico italiano erano donne. Analogamente, le donne costituivano solo il 20% del personale nel settore dei trasporti. Queste cifre evidenziano la persistente disparità di genere in questi settori lavorativi cruciali.

Conclusioni e Prospettive Future

Mentre l’Europa compie passi avanti verso la parità di genere, l’Italia mostra segni di progresso significativi, pur avendo ancora molto da fare. Il focus del GEI 2023 sulla transizione ecologica giusta offre un’opportunità unica per integrare le questioni di genere in settori strategici, promuovendo così un’uguaglianza più ampia e sostenibile. La strada verso la parità di genere in Italia, e nell’UE in generale, rimane in salita, ma i dati del GEI 2023 forniscono motivi di speranza e direzioni chiare per il futuro.

 

Laura Ieni