Oggi vorrei parlare con voi di genitorialità. Un tema che davvero sembra quasi hot per quanto sia trattato in maniera poco attenta e discontinua.
Vorrei parlare di quanto c’è di bello e quanto c’è di brutto nella genitorialità. Quello che è particolarmente degno di nota e merita di essere menzionato molto più spesso di quanto non viene fatto, secondo me è l’ambito psicologico.
Quando si diventa genitori c’è nella propria vita un cambiamento epocale. Emozioni nuove, complesse e ovviamente anche esse imprevedibili. Qualcosa al quale nessuno può preparare.
Quando si diventa madri nello specifico invece, si può non essere felici! Ma anche no!
Quello che però è fondamentale è il bisogno di una rete.
Che ci permette magari di avere la possibilità di prendere una scelta senza essere giudicata. E queste scelte non devono essere buttate in pasto ad un intera nazione, per esempio.
Il 26 gennaio una donna entra nel pronto soccorso dell’ ospedale di Aprilia (Roma), si siede qualche minuto. Poi dice di andare in bagno e non torna più. Questa donna era entrata in pronto soccorso con un passeggino dove all’ interno c’era un bambino.
Quando tutti si rendono conto che il bambino è rimasto solo si allerta subito il personale sanitario. Il piccolo ora è in una casa famiglia che si sta prendendo cura di lui. E sta bene.
Ora pongo una domanda a voi lettori.
Avete letto gli articoli? Avete visto i telegiornali? Avete giudicato anche voi?
Perché questa donna è stata subito esposta ad un giudizio categorico e severo?
Dietro un gesto del genero se davvero fossimo aperti i titoli dei giornali avrebbero dovuto, comprendere il contesto individuale di questa persona, includendo sia ambiti psicologici che sociali.
Sono 60 gli abbandoni che avvengono ogni anno. Un dato che mette davvero pensiero. Un dato che sicuramente ci fa porre un infinità di domande.
Cosa manca, cosa non abbiamo?
Manca Una rete. Salda e forte, non giudicante.
Le donne che si trovano in questo tipo di difficoltà dovrebbero, e lo dice anche le legge sicure di poter lasciare il bambino in totale anonimato.
Ma andiamo a fare esempi pratici di cosa vuol dire avere una rete intorno alle donne e alle famiglie. Per capire insieme cosa potremmo fare.
- Servizi di supporto psicologico: avere la possibilità di essere seguiti da professionisti che durante percorsi possono essere un inesauribile fonte.
- Gruppi di Sostegno: dopo i periodi bui che abbiamo attraversato dove ogni cosa doveva essere fatta a distanza. Oggi invece abbiamo la possibilità di condividere esperienze dal vivo. Così da trovare comprensione
- Consulenza anonima: poter condividere il proprio malessere. Oppure una visita senza fornire il proprio nome permette di garantire la privacy anche in momenti in cui si devono prendere decisioni difficili
- Sensibilizzazione della comunità: la comunità viene messa spesso in discussione. Una comunità che accoglie e comprende è una comunità forte!
Questi sono solo 4 dei possibili punti che potrebbero andare a supporto di una famiglia, di una donna, o di chiunque senta di aver bisogno di aiuto.
Rinunciare alla maternità, interrompere una gravidanza, optare per l’adozione, avvalersi della procreazione medicalmente assistita. Inclusa la scelta di non procreare. La lista delle decisioni prese dalle donne che sono costantemente messe sotto esame è interminabile.
Ogni scelta rappresenta una grossa fetta delle esperienze umane. È quindi importante promuovere l’ idea che la consapevolezza di questa diversità contribuisce a creare una rete più inclusiva e solidale per tutte le persone coinvolte.
Forse, ragionando insieme su queste pillole di sostegno che sono venute in mente a me, possiamo insieme creare una rete solida e forte.
Di seguito ho trovato alcuni articoli e fonti che secondo me sono degne di nota.
Manifesto della proposta di legge contro violenza ostetrica e ginecologica:
https://drive.google.com/file/d/1APzdBteFQqBFmnq7JWFy_fT0QFuM3jDh/view?usp=drivesdk
Quando non avere figli è una scelta: oggi è il Childfree Day. Le parole per parlarne
Asili nido aziendali per sostenere la genitorialità, Fincantieri dà il via: https://www.iodonna.it/attualita/famiglia-e-lavoro/2022/01/18/asili-nido-aziendali-per-sostenere-la-genitorialita-fincantieri-comincia/
Monica Deledda