Nella Birmingham degli anni ’20 e ’30, la matriarca della famiglia di gangster di Peaky Blinders è capace di mescolare il suo istinto materno con una buona dose di disciplina; la leadership efficace con la ricerca delle proprie radici e un’autenticità sfacciata. Scopriamo la storia di zia Polly puntata dopo puntata, lasciandoci intrigare dal talento di Helen McCrory, l’attrice che ha interpretato questo personaggio iconico fino alla sua tragica dipartita nell’aprile del 2021.

zia Polly Peaky Blinders

Helen McCrory nei panni di Zia Polly, stagione 5 di Peaky Blinders. I diritti dell’immagine appartengono a Netflix.

Chi è zia Polly?

Peaky Blinders, la serie tv ideata da Steven Knight e andata in onda dal 2015 al 2022, racconta la storia della famiglia Shelby. A Birmingham Tommy, Arthur e John gestiscono prima una sala di scommesse clandestine, poi un vero e proprio impero di affari più o meno legali. Orfani di madre e abbandonati dal padre, gli Shelby trovano in zia Polly la figura materna ma anche la partner ideale per gestire i loro affari. Tutti e tre torneranno traumatizzati dalla Francia, gusci vuoti dei ragazzi idealisti che la zia ha visto partire per arruolarsi nella Prima Guerra Mondiale. A Polly l’onere occuparsi della loro educazione sentimentale, farli rigare dritto in materia di ragazze, ricordare loro l’importanza della famiglia.

La figura materna di Polly Gray

Chi è esattamente zia Polly? Di origini romaní, zia Polly appare legata alla Chiesa anglicana ma si autodefinisce “una regina zingara”. La storia della famiglia non viene mai esplicitata nella serie tv, ma è chiaro che la cultura romaní diventi sempre più importante con il proseguire della trama. Già dalla prima stagione entriamo in contatto con le tradizioni e gli usi gitani. Scopriamo che matrimoni e funerali si celebrano davanti ai carri e che maledizioni e superstizione sono una componente importante della vita degli Shelby.

Il rapporto di zia Polly con Tommy

Polly appare il perfetto contraltare di Thomas Shelby che, nonostante sia il secondo dei suoi nipoti, è il vero capofamiglia. Tommy gestisce la casa di scommesse legali e illegali. Ma si propone anche di decidere della vita sentimentale di sua sorella Ada e di suo fratello John, di creare un impero economico e poi di entrare in politica. Nel tempo scopriremo che è un personaggio oscuro, la cui ambizione senza limite porta la famiglia sempre sull’orlo del precipizio. Il trauma che Tommy ha diviso con fratelli e commilitoni nelle trincee della Francia gli ha fatto ottenere una medaglia al valore, ma anche una sindrome da stress post traumatico. Più di ogni altra cosa, Tommy è solo e incapace di equilibrare affari e sentimenti. E proprio in questo ambito ha bisogno di Polly.

Polly e Ada, le donne della famiglia Shelby

Anche se all’inizio della storia Ada è poco più che una ragazzina ribelle, anche lei ha bisogno di una figura materna. La sorella degli Shelby è attiva negli ambienti comunisti, si caccia nei guai con fidanzati poco raccomandabili e rimane incinta in modo inaspettato. Davanti alla paura di Ada e al disprezzo di Tommy per il fidanzato di lei, sarà zia Polly a riportare equilibrio. Trova il giusto modo per garantire la libertà della sua unica nipote senza compromettere gli affari di famiglia. Nel corso delle stagioni successive, diventa una figura di riferimento per tutte le donne Shelby. Protegge i suoi nipoti con una ferocia inaudita, ma sa anche riconoscerne i difetti. E perfino quando disprezza le loro compagne, non esita mai a ricordare loro che hanno dei doveri come padri e poi come mariti.

Zia Polly, una donna a cavallo tra le epoche

La serie tv che si snoda tra il 1919 e il 1934 mostra anche, inevitabilmente, il cambiamento sociale e politico dell’Inghilterra di questo periodo. In una prospettiva che raramente ammiriamo nella cultura pop, scopriamo in zia Polly una donna in grado di cavalcare le epoche. Prima prende in mano le attività familiari mentre gli uomini sono in guerra, poi insegna loro che il mondo è cambiato. Polly è una leader nata, ma impara nel corso della serie a farsi valere anche con uomini potenti e pericolosi. I suoi nipoti, certo, ma anche poliziotti, detective e membri di gang rivali. Spesso sono i suoi trucchetti a dare un vantaggio alla famiglia Shelby, ma altrettanto spesso punta il piede per ottenere quello che le spetta. Che sia durante lo sciopero generale delle donne, la prima volta in cui entra in una cabina elettorale o quando pretende la proposta di matrimonio dal suo amante.

Madre a sua discolpa

Polly è zia, sì, ma è anche madre. I suoi due figli le sono stati sottratti in quanto incapace (secondo il Governo e la Chiesa) di occuparsene. La bimba è morta, ma il figlio maschio di Polly non solo è vivo, è raggiungibile. Micheal viene individuato e contattato da Tommy ed entra a far parte della famiglia e di tutti i suoi loschi affari. Ma che madre è Polly? Una madre reale, molto umana e terribilmente fragile. Il suo rapporto con Micheal è fatto di tutti quei non-detti che hanno attraversato anni di lontananza. Le capita spesso di essere la bambina in questo rapporto strano, insicuro, che rischia indare in pezzi, che la metterà spesso anche davanti alla decisione di proteggere l’incolumità del figlio o quella del nipote prediletto. Zia Polly qui non mostra favoritismi. Fino all’ultimo, terribile scontro tra i due, dimostra di amare alla follia entrambi.

La cultura gitana, la superstizione e la spiritualità

Conosciamo Polly come matriarca della famiglia Shelby, raccoglitrice delle anime perdute dei suoi familiari, feroce protettrice delle donne che entrano nell’azienda di famiglia. Ma col tempo scopriamo che è anche molto altro. Il primo episodio della quarta stagione, esattamente a metà serie, ci mostra un momento di svolta nella sua vita. Dopo essere stata tradita, insieme ad altri familiari, da Tommy, Polly si trova in prigione e rischia la condanna a morte. Il cappio la aspetta. Sarà proprio Tommy a salvarla, ma il rapporto tra i due cambierà per sempre. E non perché non ami più la sua famiglia, ma perché la vicinanza con la morte richiama in Polly i poteri da “strega” che attribuisce a sé stessa dall’infanzia. Dimenticata durante i decenni in cui la cosa importante era sopravvivere, la cultura romaní torna a far parte della sua vita in modo prorompente.

Indiscutibilmente sé stessa

Il trauma che accompagna Polly è uno specchio di quello del protagonista. Entrambi hanno vissuto un’esperienza di vicinanza alla morte e ne sono usciti illesi. Ma se Tommy continua a corteggiare la morte, fino all’ultima puntata, per zia Polly la salvezza significa darsi una nuova opportunità. Quella di essere sé stessa. Usa più spesso il suo nome da nubile (Elizabeth Gray) rispetto a quello della famiglia Shelby. Si avvicina agli uomini che ama senza riserve e chiede quello che merita. Si dedica con passione alla spiritualità antica, quella tramandata da generazioni tra i popoli gitani della Gran Bretagna. Così parla con gli spiriti, lancia maledizioni, legge le carte, indovina il sesso del nascituro taccando il ventre di una donna incinta.

Cosa possiamo imparare da zia Polly?

La prematura scomparsa dell’attrice che l’ha magistralmente interpretata, Helen McCrory, ha costretto la sua storia a subire una brusca interruzione. Ma nella sesta stagione, quella girata dopo la morte dell’attrice, zia Polly è se possibile ancora più presente. Non solo la sua voce, che risuona nelle menti di Tommy e di Micheal, è rimasta nella famiglia Shelby. A lasciare un impatto soprattutto nelle donne di Peaky Blinders è lo spirito indomito di Polly. Il suo desiderio di essere sempre sé stessa, anche a costo di lasciarsi alle spalle i pettegolezzi. Il profondo senso della dignità, che accompagnerà alcune delle protagoniste a prendere decisioni irreversibili. E la sua autentica cultura gipsy, legata allo spirito della terra e alle anime dei defunti.

Una frase di Zia Polly per le nostre vite di tutti i giorni

Come portare con noi zia Polly, nella vita lavorativa e familiare? Imparando la sua sagacia, il tener testa agli uomini più potenti di lei, la sua capacità di essere sempre sé stessa, senza rimorsi.

Quando sei già morto, sei libero. E c***o, lo adoro.

Polly ha dovuto incontrare il pericolo della morte per scoprire la libertà. Possiamo mettere in atto i suoi insegnamenti molto prima, seguendo il nostro istinto in ogni occasione della vita.

Giovanna Errore