Vi diamo il benvenuto nella rubrica “Warriors”, lo spazio del blog ideato e curato da Graziana Gesualdo, dedicato alle donne guerriere, a chi affronta le proprie battaglie con coraggio e determinazione.
Oggi sono felice di intervistare Silvia Calcavecchia, Dottoressa in giornalismo, Scrittrice, Content Creator e Blogger con disabilità che crede nella gentilezza e nell’importanza dei piccoli gesti che fanno la differenza.
Ironica e ottimista, Silvia ama viaggiare, creare e guardare le cose con gli occhi di meraviglia e stupore tipici dei bambini.
Ciao Silvia, benvenuta! Grazie per aver deciso di condividere con noi una parte importante della tua vita. Raccontaci un po’ chi sei.
«Ciao Graziana, grazie per questa intervista!
Mi chiamo Silvia Calcavecchia e sono una donna, una compagna, una dottoressa in giornalismo, una creativa, una scrittrice, una content creator, una blogger, una speaker. Insomma, mi piace fare tante cose, anche dipingere! Sono una ragazza semplice, spontanea, ironica e ottimista. Una sognatrice con i piedi per terra.
Mi occupo principalmente di comunicazione attraverso i miei canali social e partecipo a diversi eventi.
Una ragazza come tante altre, penserete, fatta eccezione per le mie due disabilità. Sono infatti affetta sin dalla nascita da una paralisi cerebrale infantile che mi ha causato delle difficoltà nel coordinare i movimenti del corpo e del linguaggio e una malattia degenerativa agli occhi diagnosticata all’età di 22 anni, mentre frequentavo l’università di Lettere.
Al momento mi rimane l’1% scarso di vista. La vita mi ha messo subito i bastoni tra le ruote ma, nonostante le difficoltà, non mi sono mai arresa.
Ho lottato per raggiungere i miei obiettivi e per vivere la vita che desideravo e ho imparato ad apprezzare il dono della vita con gratitudine e la gioia nel cuore.»
Se dovessi descriverti con 3 aggettivi, quali sarebbero?
«È sempre un po’ difficile rispondere a questa domanda ma direi: determinata, empatica, ironica.»
“Warriors” è la rubrica dedicata alle donne guerriere, a chi affronta le proprie battaglie con le unghie e con i denti. Quali sono state le tue?
«Ogni giorno tutti noi affrontiamo le nostre battaglie, chi più, chi meno. È vero, io ho dovuto affrontare tante battaglie, dal conquistarmi la mia autonomia all’imparare ad apprezzare il mio corpo; dal lottare per poter proseguire gli studi al far capire agli altri che sono molto di più della mia sola disabilità.
Il segreto credo risieda nel come decidiamo di affrontare le nostre battaglie, se essere vittime degli eventi o noi i veri protagonisti.»
Quale significato attribuisci alla parola “limite” e quali nuove abilità hai scoperto nelle tue disabilità?
«La parola limite secondo me va accostata alla parola “oltre”. I limiti sono fatti per essere affrontati e superati o quantomeno provarci.
Personalmente vedo i limiti come delle sfide quotidiane da sempre. Non a caso, attraverso la mia disabilità ho acquisito la voglia di sperimentare per trovare dei miei metodi che mi rendessero il più autonoma possibile, l’ironia come strumento per sdrammatizzare e il saper chiedere aiuto qualora dopo diversi tentativi non fossi riuscita a superare un mio limite.
I limiti più grandi sono quelli che ci costruiamo noi stessi con frasi del tipo “non ci riesco”, “non sono capace” ancor prima di averci provato. Se impariamo a darci la possibilità anche di sbagliare, di imparare dai nostri errori, i limiti non saranno più limiti, ma nuove occasioni di crescita.»
Il tuo profilo Instagram conta più di 25 mila follower: cosa significa poter essere una spalla per così tante persone?
«Quando ho capito che Instagram poteva diventare qualcosa di più di un semplice contenitore di foto, ho deciso di mettermi in gioco, iniziando a condividere i miei pensieri, la mia quotidianità, i miei valori.
Ho avuto subito una risposta positiva dalla gente e questo mi ha dato lo stimolo per continuare. Instagram è diventato così uno strumento con cui posso comunicare, raccontare, sensibilizzare.
Attraverso la mia pagina cerco di lanciare messaggi positivi, far riflettere, abbattere tabù e pregiudizi. Ho una meravigliosa community di cui vado molto fiera. Abbiamo creato un rapporto di stima, ascolto e confronto reciproco.
Per me è bellissimo sapere di essere d’ispirazione e sprone per così tante persone. Mi piace pensarmi come l’amica della porta accanto e mi riempie il cuore quando ricevo messaggi del tipo “grazie a te, ho avuto il coraggio di fare questo….”, “grazie per…”, “mi dai speranza per mio/a figlio/a” “ho questo problema/dubbio cosa mi consigli?”.
Che dire, è straordinario poter essere un punto di riferimento per molte persone, essere quella persona, quella spalla, che sarebbe servita a me quando ero piccola.»
Ci sono stati momenti in cui hai pensato di fermarti al primo ostacolo? Cosa o chi ti ha dato la forza di non arrenderti?
«Quando si incontra una difficoltà o un ostacolo, il primo istinto è quello di demoralizzarsi o arrabbiarsi. Credo che sia qualcosa di naturale ma poi, almeno per quanto mi riguarda, passato il momento di sconforto, mi attivo subito per trovare una soluzione.
Mi piace prendere le cose di petto. Sono fatta così. Ho avuto mille motivi per arrendermi nel corso della vita ma ho sempre perseverato. Ho creduto nei miei obiettivi e con determinazione e sacrificio sono arrivata ad essere la donna che sono oggi.
Di certo, la mia determinazione mi ha aiutata ma anche il sostegno della mia famiglia e del mio compagno sono sempre di grande aiuto. Mai arrendersi!»
Nonostante i tuoi problemi alla vista sei riuscita a specializzarti in Giornalismo e Cultura Editoriale, a trasformare la tua passione per la scrittura nel tuo lavoro diventando Scrittrice, Blogger e Content Creator e a vincere la timidezza prestando la voce a tante persone che si trovano ad affrontare situazioni di difficoltà. Cosa pensi di tutto ciò che sei riuscita a costruire in questi anni?
«A volte, quando sono presa dalle mille cose da fare non mi rendo conto di quanta strada io abbia fatto, ma quando mi fermo a pensare, non posso che esclamare: “Cavolo, Silvia, ne hai fatta di strada!”.
Onestamente, non era così scontato che riuscissi a fare tutto ciò che ho fatto. Dal diploma alla doppia laurea al trasferirmi in un altra città, a costruirmi da zero una professione basata sulle mie passioni e competenze.
La piccola Silvia non può che essere fiera della Silvia adulta che sta realizzando un sogno dopo l’altro.»
Ami esplorare le bellezze del mondo e fotografare paesaggi e attimi che ti rubano il cuore. Cosa significa per te viaggiare? Quali sono stati i momenti in cui ti sei sentita più libera?
«Ammetto di aver viaggiato poco rispetto a quanto avrei voluto, ma ogni volta che parto, che sia una meta vicino casa o più lontana è sempre una grande emozione. Quando viaggio assaporo il mondo, guardo tutto con gli occhi di una bambina, mi stupisco.
In diversi momenti mi sono sentita libera, sicuramente è successo dopo una scalata o durante un on the road.»
Quali sono state le “armi” che ti hanno permesso di diventare la donna che sei oggi?
«Perseveranza, determinazione, coraggio, voglia di fare, fiducia nel raggiungere i miei obiettivi.»
Qual è il motto che ti accompagna nella vita di tutti i giorni?
«Sicuramente “VIVO QUINDI POSSO!” Non a caso è anche il titolo del mio TEDx!»
Se dovessi dare 3 consigli a chi si trova nella tua stessa situazione, quali sarebbero?
« Sicuramente direi:
- I “non puoi” e i pregiudizi saranno all’ordine del giorno ma ricordatevi che solo voi siete in grado di sapere cosa potete o non potete fare.
- Credete in voi stessi. Se non lo fate voi, perché dovrebbero farlo gli altri?
- Non identificatevi con la vostra disabilità o malattia. Voi siete molto di più, perciò vivete appieno la vostra vita, al massimo delle vostre capacità e possibilità.»
Grazie per la tua testimonianza, Silvia. Sono certa che il tuo racconto sarà di ispirazione e di supporto per molte persone.
«Grazie a te, Graziana, e a WomenX Impact per avermi dato l’opportunità di raccontarmi. È stato un piacere!»