Vi diamo il benvenuto nella rubrica “Warriors”, lo spazio del blog ideato e curato da Graziana Gesualdo, dedicato alle donne guerriere, a chi affronta le proprie battaglie con coraggio e determinazione.
Oggi sono felice di intervistare Rossella Fiorani, influencer motivazionale con una storia che ha come obiettivo quello di trasmettere agli altri forza e positività.
Nata con la sindrome da banda amniotica che la priva di alcune falangi delle mani e dei piedi, durante l’infanzia Rossella subisce discriminazioni e bullismo da parte dei suoi coetanei a causa della sua diversità.
Tutto ciò la porta per anni a nascondersi attraverso delle protesi estetiche.
Nel 2017 decide di presentarsi al concorso di Miss Italia senza protesi con l’intento di abbattere i classici stereotipi di bellezza e trasmettere il messaggio di non mollare mai di fronte alle difficoltà.
Arriva tra le finaliste e conquista il titolo nazionale di Miss Coraggio. Oggi è un’influencer motivazionale e grazie all’aiuto dei social condivide la sua storia con l’obiettivo di trasmettere positività, motivazione e forza.
Ciao Rossella, grazie per aver accettato l’invito. Raccontaci un po’ chi sei.
Ciao Graziana, grazie a te per avermi invitata, vi seguo da sempre e per me è un onore poter raccontare la mia storia!
Mi chiamo Rossella e sono un’influencer motivazionale. Sono nata a Fano nel 1997 e, da quando sono venuta al mondo, porto i segni di una patologia rara chiamata sindrome da banda amniotica, che mi ha privata di alcune falangi delle mani e dei piedi.
Durante l’infanzia ho subito discriminazioni e bullismo da parte dei miei coetanei a causa della mia diversità, situazione che mi ha portato per diverso tempo a nascondermi grazie a delle protesi estetiche.
Desideravo sentirmi come gli altri, “perfetta”, sognavo di sentirmi a mio agio nel mio corpo e nei confronti della società.
A Miss Italia 2017, all’età di 19 anni, ho deciso di dare una svolta alla mia vita presentandomi senza protesi: desideravo mettermi in gioco a 360° con l’obiettivo di scardinare i classici stereotipi di bellezza e trasmettere il messaggio di non mollare mai di fronte alle difficoltà.
In quell’occasione, arrivata tra le 31 finaliste nazionali, ho conquistato il titolo di Miss Coraggio 2017, assegnato in considerazione della mia particolare forza e determinazione direttamente dalla Patron del concorso Patrizia Mirigliani.
Oggi solo un’influencer motivazionale e cerco di trasmettere il mio messaggio sui social grazie ad una community di 62 mila follower su Instagram e 78mila su Tiktok.
Inoltre partecipo a diversi programmi televisivi e ad interviste (Marie Claire, Detto Fatto RAI, La Gazzetta della Sport, RTL102.5) raccontando la mia storia e infondendo coraggio a chi ne ha bisogno.
Se dovessi descriverti utilizzando 3 oggetti, quali sarebbero e perché?
Un libro, una rosa blu e il sole.
Un libro non è solo una raccolta di fogli, ma è un insieme di emozioni e sentimenti.
Il libro che sceglierei sarebbe “Dumbo”, una favola che mi ha sempre emozionata quando ero piccola e in cui mi sono sempre rivista. O quella del brutto anatroccolo che si trasforma in un bel cigno.
Un altro oggetto che mi descrive è la rosa blu che rappresenta l’unicità e l’originalità.
Infine, il sole è il mio elemento naturale: da sempre sono molto vivace ed energica, mi piace vivere la vita al massimo e non mi scoraggio mai di fronte alle difficoltà e questo mio modo di essere mi ha permesso di affrontare ogni sfida a testa alta.
Quali battaglie hai affrontato nel corso della tua vita?
La mia vita è una battaglia costante perché ogni limite per me diventa una sfida da superare: penso agli episodi di bullismo, alla lotta con me stessa per arrivare ad accettare la mia diversità e a piacermi, le difficoltà nello studio e nel lavoro, un percorso in salita che mi ha regalato grandi soddisfazioni.
Mi sono laureata alla Magistrale di Fashion Management presso l’Alma Mater Studiorum Università di Bologna e la mia esperienza di vita, accostata allo studio universitario, mi ha portato a svolgere la mia tesi di laurea sull’argomento “Moda e disabilità” e a conseguire la laurea con il massimo dei voti, traguardo di cui sono molto orgogliosa.
Sono molto determinata e quando voglio raggiungere un obiettivo sono pronta a fare tutti i sacrifici necessari.
Attualmente lavoro nel mondo dell’alta moda come Digital Producer.
Sei l’esempio di chi ha abbracciato i propri limiti e ne ha fatto un dono. Più facile a dirsi che a farsi! Quanto è stato difficile questo cambio di prospettiva e quale significato attribuisci alla parola “limite”?
Ovviamente non è sempre stato così facile, anche se oggi porto la mia storia sui social con il sorriso e una buona dose di ironia.
Negli ultimi anni i miei limiti non sono più un problema per me, ma lo sono stati per gran parte della mia vita fino ai 19 anni.
Per arrivare a questo punto, ho lavorato su me stessa e sulla mia autostima per anni e ciò che metto in pratica oggi è frutto di un lungo percorso fatto di sacrifici e sfide che ho dovuto affrontare lungo il mio cammino.
È tutta una questione di mindset: i limiti sono solo nella nostra testa e ciò che pensavo fosse la mia vulnerabilità è in realtà la mia più grande forza: la mia disabilità non è mai stata un freno, anzi mi ha spronata a superare tutti i “non ce la posso fare” che negli anni ho ripetuto a me stessa.
È come quando inizi una scalata in montagna, la salita è faticosa, ma quando arrivi in cima la vista è bellissima.
Cos’è per te la diversità?
Ho riflettuto a lungo su cosa significasse essere diversi.
Avendolo provato sulla mia pelle, per anni ho sempre visto la diversità come qualcosa di negativo, ma crescendo ho realizzato che tutti noi siamo diversi e quindi unici nella nostra diversità.
La diversità è bellezza e oggi lo penso più di ieri.
Sui social racconti la tua storia con entusiasmo e ironia. Quanto pensi siano importanti questi approcci nella comunicazione oggi?
Il mio primo approccio con i social non è stato dei migliori: facevo di tutto per nascondere le mie mani, le mettevo in tasca, dietro la schiena o le tagliavo nelle foto.
Quando ho deciso di creare video motivazionali, non avevo idea di come avrebbe potuto reagire la mia community su Instagram: avevo paura degli haters e mi aspettavo i soliti commenti pieni di odio e cattiveria.
Dal momento in cui ho deciso di “buttarmi”, ho avuto un successo inaspettato: ero pronta a questa ennesima sfida: mostrarmi per quella che ero lanciando messaggi di positività e accettazione di sé.
Espormi e uscire dalla mia comfort zone mi ha aiutata a credere in me stessa e a dare una mano a chi non ha abbastanza fiducia in sé.
I social offrono la possibilità di creare legami tra persone lontane da noi ed è così che ho trovato la mia piccola famiglia di “manine” e non mi sono sentita più esclusa o emarginata.
Molte persone purtroppo non si accettano, si mostrano timidamente nelle foto che pubblicano proprio come facevo io i primi tempi.
Quando ero piccola sognavo di avere una persona che mi desse forza e mi spronasse e che mi aiutasse a vedere la mia situazione con occhi diversi.
L’uso dei social come mezzo di comunicazione ad oggi è fondamentale sia per informarsi sia per sostenersi grazie alle community con messaggi di forza e positività.
So che ami la musica, in particolare quella latina e il reggaeton. Quale canzone italiana o straniera pensi possa descrivere la tua storia e perché?
La musica mi ha salvata nei miei momenti bui.
Ho sempre amato la musica allegra ed è il motivo per il quale ho una grande passione per la musica latina e il reggaeton.
La canzone italiana che porto nel cuore è “Vivere” di Vasco Rossi, un brano che parla di speranza e che ricorda di non perdere mai la fiducia nel domani.
“Vivere e sorridere dei guai, proprio come non hai fatto mai, e poi pensare che domani sarà sempre meglio” è un po’ la mia filosofia di vita.
La tua caratteristica oggi non ti ostacola nell’attività sportiva. Che rapporto hai con lo sport?
Quando ero piccola ho provato a fare diversi sport. Duravo quattro o cinque mesi, poi mollavo perché mi sentivo sempre esclusa e giudicata.
La pigrizia è sempre stata una scusa fino all’età di 20 anni in cui ho deciso di iscrivermi in palestra, un motivo in più per stare bene con me stessa e per superare i miei limiti.
Mi mancano l’indice, il medio e mezzo anulare della mano destra, quindi è complicato fare alcuni esercizi come le trazioni.
Ho tre dita attaccate e mi manca un pezzo di alluce quindi il mio equilibrio è un po’ precario e ho cercato a lungo di migliorarlo.
Lo sport è qualcosa che mi fa star bene perché mi permette di tirare fuori il meglio di me e di uscire dalla mia comfort zone.
Quali sono le “armi” che ti hanno portato dove sei oggi?
Entusiasmo, determinazione e testardaggine.
Sin da piccola sono sempre stata una bambina molto vivace ed esuberante.
Mi piaceva vivere le cose con entusiasmo ed euforia e la mia allegria mi ha sempre portato a vedere spesso il bicchiere mezzo pieno anche in situazioni estremamente negative.
Inoltre sono sempre stata molto ambiziosa. Mi pongo costantemente obiettivi e sfide che faccio di tutto per superare al meglio. Determinazione e testardaggine sono tra le caratteristiche che mi descrivono al meglio.
Se dovessi dare 3 consigli a chi si trova nella tua stessa situazione, quali sarebbero?
Vi lascio i tre consigli che da sempre mi aiutano ad andare avanti e ad essere felice:
- Ignorate il giudizio degli altri
- Non mollate mai di fronte alle difficoltà
- Amatevi
Imparare ad accettarsi non è facile. Molti di noi fanno fatica ad essere a proprio agio con il proprio corpo ma il segreto sta proprio nel cambiare punto di vista e fare di questa diversità il proprio cavallo di battaglia!
Superate i vostri limiti e credete in voi stessi.
Grazie per questa bella testimonianza, Rossella!
Grazie a te, Graziana, per avermi dato la possibilità di raccontarmi, e naturalmente a WomenX Impact!