Benvenuti nel format “Meet the Speaker”, un’occasione per approfondire il percorso professionale degli speaker che saranno presenti al WomenX Impact Summit 2023.

Oggi intervistiamo Veronica Capozzi, Psicologa | Career Coach.

 

 

Ciao Veronica, quali sono state le tappe principali del tuo percorso professionale e quali sono state le ragioni che ti hanno spinto ad intraprendere questa carriera?

A livello professionale ho avuto due momenti importanti: il primo è avvenuto diversi anni fa, quando ho avuto il coraggio di lasciare una grande azienda del gruppo Mondadori poiché, se pur in un contesto più piccolo, avevo l’opportunità di crescere e sviluppare tutta l’area delle risorse umane in una giovane start up. Lì mi sono fatta le ossa, portando avanti con grande motivazione e fierezza la mia scelta, imparando a sostenere responsabilità importanti.

L’altro step importante è arrivato nel 2017, l’anno della svolta professionale: è stata una fase in cui, per un problema di salute, ho avuto una piccola pausa e, quando è giunto il momento di riprendere a lavorare, ho deciso di dedicarmi al 100 per cento all’area che più amo: formazione e orientamento, che, a quel punto,  non hanno più rappresentato alcuni degli aspetti del mio lavoro, ma sono diventati il mio lavoro. Ricordo ancora il momento esatto in cui la mia mente ha avuto questo click. 

In generale, direi, che avendo 3 figli ho avuto diversi rallentamenti lavorativi, ma con le strategie ed il network giusto, ho sempre ripreso la mia attività. Oggi poter trasferire quest’abilità e di conseguenza ricevere messaggi di persone che mi raccontano di aver trovato lavoro grazie al mio supporto, mi dà una gioia indescrivibile.

 

Quali sono le tecniche o gli strumenti che utilizzi nel tuo lavoro per aiutare le persone a sviluppare nuove competenze?

La formazione continua è lo strumento per eccellenza per acquisire nuove competenze, insieme alla capacità di autoaggiornamento, oggi indispensabile in un mondo del  lavoro così digitalizzato.

Scegliere il percorso formativo per sviluppare nuove competenze significa due cose: 

  • avere un obiettivo (cosa che non tutti hanno in modo automatico e che spesso un professionista può aiutare a focalizzare)
  • avere consapevolezza delle competenze già possedute e poi di quelle da sviluppare.

Il primo step di questo processo consiste nello sviluppare la consapevolezza di cosa si è in grado di fare, di che cosa si desidera fare ed anche di che cosa lasciar andare. Sembrerebbe scontato, in realtà quando metto in evidenza competenze tecniche o trasversali che emergono e che possono essere trasferibili nel lavoro, la frase più ricorrente è “Non ci avevo pensato!”.

Come far emergere questa consapevolezza? Io lavoro partendo sempre da un colloquio molto approfondito, con domande semplici, ma stimolanti, in cui vado ad analizzare, in un clima di accoglienza ed empatia, non solo le esperienze, ma soprattutto i pensieri “agganciati” agli eventi. L’altro ed importante strumento, tipicamente usato anche nei bilanci di competenze, sono delle schede narrative in cui, per fare un esempio, la persona deve scrivere le esperienze professionali e poi scrivere che cosa ha imparato, che cosa le è piaciuto e che cosa rifarebbe, ma anche che cosa non vorrebbe più incontrare. Il fatto di pensare di fronte ad un foglio bianco stimola consapevolezza.

Lo step successivo è focalizzare, in base all’obiettivo, una formazione adeguata per sviluppare, o anche rinforzare, le competenze. Alcuni percorsi formativi li svolgo io stessa, per esempio tutti quelli relativi alle soft skills, altrimenti cerchiamo, in base alle risorse del territorio, soluzioni specifiche, anche finanziate e gratuite, nell’ambito delle politiche attive del lavoro.

 

Quali sono i passi concreti che le donne possono intraprendere per aumentare la propria autostima e raggiungere l’empowerment?

Questa domanda racchiude in sé interi percorsi di vita, da parte di molte di noi, volti a raggiungere questo obiettivo. In un mondo “migliore” possiamo lavorarci e possiamo allenare e migliorare il nostro livello di empowerment. La buona notizia è che “Si può fare!”. In che modo? Alcuni punti essenziali su cui lavorare:

Imparare a non agire per compiacere gli altri, ma ricordarci che cosa noi, in prima persona desideriamo; cercare dunque di entrare in contatto con i nostri bisogni ed i nostri desideri. Soprattutto con la maternità, o anche in situazioni di aspettative famigliari pressanti, ce lo “dimentichiamo”.

Non mettere le nostre esigenze all’ultimo posto, ripetersi più spesso “Anche il mio bisogno conta!” e, siccome a volte il peggior giudice di noi stessi, siamo proprio noi, imparare a partire da che cosa ci piace di noi stessi, considerando eventuali errori o imperfezioni come “parte del processo” e non un fallimento.

Infine, darci la possibilità di cambiare e non pensare che “siamo sfortunate”, che “le cose sono andate così” o che, peggio ancora, il nostro destino debba dipendere dalle scelte degli altri. Tutto parte da noi!

 

Per ascoltare lo speech di Veronica, non perdere l’occasione di partecipare al WomenX Impact Summit 2023.

Graziana Gesualdo