Benvenuti nel format “Meet the Speaker”, un’occasione per approfondire il percorso professionale degli speaker che saranno presenti al WomenX Impact Summit 2023.

Oggi intervistiamo Anita D’Agnolo Vallan, Systemic Change Manager ed esperta in Female Transformative Leadership.

 

 

Ciao Anita, raccontaci un po’ di te: come hai scoperto la tua vocazione professionale e quali sono state le tappe che ti hanno portato ad iniziare questa carriera?

Ho scoperto la mia passione per il mondo dello sviluppo e del cambiamento durante gli ultimi anni di università, ma non avevo assolutamente idea di come poter trasformare questa vocazione in una professione. Così, appena laureata, ho cominciato a lavorare per una società privata di Torino, specializzata in progettazione europea e formazione e, stimolata da questa esperienza incredibile, dopo soli due anni ho deciso di riprendere gli studi per frequentare un master in Management of Development presso l’International Training Centre dell’ILO (Nazioni Unite). Qui, ho convissuto per otto mesi con persone provenienti da ogni parte del mondo e, oltre ad aver costruito amicizie importanti e durature, ho fatto domande, ascoltato le risposte e osservato i miei compagni di classe, in modo da poter delineare meglio la mia strada anche grazie alle loro esperienze.

Una volta ottenuto il diploma, è cominciata quasi da subito la mia avventura come Project Manager presso un’Organizzazione Non Governativa Internazionale che si occupava di progetti di cooperazione allo sviluppo in Africa e Asia. Per circa dieci anni, ho progettato interventi di crescita e cambiamento, e realizzato attività come trainer, viaggiando tra Torino e Kathmandu, in Nepal, sempre con al seguito la mia bambina, Anais. È stato un periodo di lavoro e scoperte, ma direi soprattutto di ricerca perché, nonostante avessi una laurea specialistica e un master universitario, albergava in me la sensazione di non sapere abbastanza, e di non avere abbastanza strumenti adeguati alle mie responsabilità. Non ero nemmeno sicura che l’approccio classico utilizzato nel mio settore lavorativo (quello delle grandi organizzazioni internazionali per lo sviluppo) fosse corretto, sentivo che bisognava cercare altro e adottare metodologie di lavoro diverse e più adatte, ma non sapevo dove trovarle. Così, mi sono dedicata allo studio, e sono tornata a “scuola”, di nuovo.

Ho studiato per tre anni la Teoria dei Sistemi, il counseling sistemico e il counseling relazionale e, dopo essere diventata counselor e aver elaborato l’approccio sistemico per la progettazione di interventi di crescita e sviluppo, mi sono ributtata sui libri. Ancora. Change Management, Social e Behavioural Change sono state le discipline a cui mi sono dedicata successivamente e, integrando conoscenze e strategie provenienti da settori molto diversi, ho finalmente costruito la mia identità professionale, quella che mi rappresenta davvero e mi rende felice, ogni giorno, di lavorare.

Nel 2016 ho fondato una società di consulenze a Bruxelles. Oggi, sono un’esperta di Systemic Change Management e Transformative Leadership. Diciamo che sono una sorta di “tecnico dei processi di cambiamento”: cambiamento verso i Sustainable Development Goals (SDGs), verso obiettivi di sviluppo e crescita organizzativi ed aziendali, ma anche personali. Parte della mia attività professionale è dedicata alla formazione (per organizzazioni come le Nazioni Unite, le istituzioni europee, università, governi e aziende), finalizzata a costruire le capacità necessarie a pianificare e guidare con successo percorsi innovativi verso obiettivi specifici. In quest’ambito, ho ideato il 4-Pillar Based Approach, ad oggi piuttosto diffuso in diversi Paesi, che raggruppa quattro aree strategiche di skills: Self-Leadership, Inclusive and Trasformative Leadership, Management of Communication and Relationships, Systemic Change Management. Lungo questo cammino, l’uguaglianza di genere e, soprattutto, l’obiettivo di formare e rafforzare le altre donne sono stati sempre assolutamente centrali.

Credo fermamente che il potenziale femminile, per un mondo migliore e realmente sostenibile, sia inestimabile e ancora scarsamente sfruttato.

Quali sono le principali sfide che le organizzazioni incontrano durante il processo di transizione verso gli obiettivi che desiderano?

Dal mio punto di vista, le sfide sono essenzialmente due, strettamente interconnesse tra loro. La prima riguarda la sottovalutazione dell’aspetto umano dei processi di transizione. Molte organizzazioni credono ancora che per conseguire un obiettivo specifico (interno o esterno che sia), che preclude una transizione da una situazione attuale ad una desiderata, sia sufficiente avere il supporto finanziario, un obiettivo valido, una policy vincente, un’idea brillante, oppure la tecnologia necessaria. Ma se le persone coinvolte non cambiano, allineando il proprio modo di pensare e di agire al risultato desiderato, tutto rischia di dimostrarsi vano: le nuove regole sono rispettate solo in parte o per nulla, le soluzioni non vengono adottate né implementate concretamente, l’innovazione tecnologica non viene sfruttata e non trova spazio. Per questa ragione, essenzialmente, ad oggi un numero estremamente elevato di progetti e percorsi di crescita e sviluppo fallisce.

L’aspetto umano del cambiamento è una questione centrale e sulla base di questa considerazione si innesta la seconda sfida: ovvero la mancanza di capacità specifiche, e professionali, per pianificare e gestire proprio il cambiamento umano, cosa tutt’altro che semplice e scontata.

Cambiare è un evento naturale, ma farlo con successo in una direzione prestabilita e con modi e tempi definiti non lo è affatto. Per questo, servono sconoscenze, approcci, strategie, strumenti e metodologie che spesso le organizzazioni non possiedono. È fondamentale capire che non possiamo crescere, adottare sistemi di mercato sostenibili, transitare verso il digitale, innovare, costruire società SMART realmente eque ed inclusive, e rispettose della vita in generale (umana, animale, vegetale), o raggiungere nuove mete, senza cambiare e non possiamo cambiare senza capacità adeguate, a livello individuale e collettivo. Il cambiamento è una professione.

 

Come ti mantieni aggiornata sulle ultime tendenze e sviluppi del tuo settore per fornire consulenza e supporto adeguati alle organizzazioni?

Essere costantemente aggiornata nel mio settore è indispensabile e le strategie che adotto a questo fine sono essenzialmente due: lo studio e le relazioni. Per studio intendo l’esplorazione sistematica di articoli, libri, ricerche, video e podcast che abbiano contenuti direttamente o indirettamente rilevanti per la mia professione. Per relazioni intendo, invece, lo sviluppo di reti, favorendo il confronto e lo scambio con altri professionisti.

Quali sono i benefici tangibili che hai ottenuto grazie alla community di WXI?

Il beneficio principale apportatomi dalla community di WXI è quello di facilitare i due aspetti fondamentali che ho appena menzionato: ovvero l’accesso a contenuti formativi e informativi di grande qualità e importanza, e la possibilità di entrare in contatto con centinaia di altre professioniste e professionisti.

WXI offre formazione e capitale sociale che sono, a mio avviso, due elementi chiave imprescindibili per lo sviluppo e la crescita, come individue e come lavoratrici.

 

Per ascoltare lo speech di Anita, non perdere l’occasione di partecipare al WomenX Impact Summit 2023.