Benvenuti nel format “Meet the Speaker”, un’occasione per approfondire il percorso professionale degli speaker che saranno presenti al WomenX Impact Summit 2023.

Oggi intervistiamo Arian Rezai Tabrizi, Solutions Architect @ Amazon Web Services Italia.

Arian Rezai Tabrizi

Ciao Arian, com’è iniziata la tua carriera?

Rispondere a questa domanda mi fa sorridere: la mia carriera è iniziata da poco meno di un anno, quindi riflettere su come sia “iniziata” equivale a pensare a come sono giunta fino a dove sono oggi. 

Il momento che mi spinge verso il mondo Tech avviene al termine della laurea in Management, quando decido di spostarmi verso un ambito nuovo, che mi affascinava: la Data Science. Appena cominciato il percorso magistrale realizzo, però, che l’unico modo per ottenere le competenze che desidero non è soltanto studiare, ma acquisire esperienza pratica.

Per questo motivo completo, parallelamente agli esami, due tirocini come Data Analyst e Business Intelligence Engineer – prima a Parigi e poi a Lussemburgo. Sporcandomi le mani capisco che l’intelligenza artificiale e l’analisi dei dati fanno davvero per me, ma anche che preferisco ruoli più “customer facing”, di tipo decisionale e strategico.

La chiave di volta arriva per una via traversa – un’esperienza di mentoring – durante la quale scopro dell’esistenza delle tecnologie Cloud – nello specifico Amazon Web Services – e del ruolo del Solutions Architect: una figura tecnica che si interfaccia con i clienti e li aiuta a trovare soluzioni tecnologiche innovative per risolvere le sfide di business.

È stato così che ho deciso di prepararmi e candidarmi in AWS come Solutions Architect, ruolo che oggi mi permette di conciliare sia il tipo di lavoro che le conoscenze tecniche che più mi appassionano!

 

Quali sono stati gli ostacoli più grandi che hai incontrato nel tuo percorso professionale e come li hai superati?

Per quanto possa sembrare banale, l’ostacolo più grande per me è stata – e continua ad essere – la “sindrome da impostore”.

Specialmente nei primi mesi, ogni volta che mi interfacciavo con i colleghi notavo soltanto quante competenze avessero più di me, ripetendomi internamente di avere lacune incolmabili.

La mia “fortuna” è stata essermi trovata precedentemente in situazioni analoghe, e, quindi, riuscire a contrastare i pattern di pensiero negativi con un piano di azione concreto: parlare apertamente con i colleghi, non esitare a fare domande, formarmi quanto più possibile e sfruttare al meglio le competenze su cui già sono esperta.

Sicuramente non posso dire di aver superato completamente questi pensieri, ma vedo dei progressi sostanziali su come affronto le nuove sfide! 

 

In base alla tua esperienza, quali consigli daresti ai nostri lettori?

A chiunque si sta approcciando al mondo del lavoro e non ha un piano ben definito per il futuro: non sei solo/a!

La strategia che più mi ha aiutata è stata parlare con quante più persone possibili – durante eventi di networking, ma anche su LinkedIn – sia mentor che peer, dai background e dalle opinioni più varie. Infatti, sono rimasta sorpresa da quante persone disponibili ci sono, pronte ad aiutare e indirizzare in una sorta di “give-back” per l’aiuto che hanno ricevuto a loro volta in passato.

Lo consiglio fortemente perché è dalle esperienze reali – anche se vissute da qualcun altro – che possiamo imparare, trovare risposta a tante domande che ci attanagliano e scoprire di più su quello che ci appassiona.

Per ascoltare lo speech di Arian, non perdere l’occasione di partecipare al WomenX Impact Summit 2023.