Vi diamo il benvenuto nella rubrica “Warriors”, lo spazio del blog ideato e curato da Graziana Gesualdo, dedicato alle donne guerriere, a chi affronta ogni battaglia con coraggio e determinazione.

Oggi sono felice di intervistare Stefania Ricci, Director @ Barclays UK.

Laureata in Economia dello Sviluppo con specializzazione in statistica applicata presso l’Università del Salento, nel 2011 Stefania vince una borsa di dottorato presso la Manchester Business School: qui scopre la sua passione per il settore bancario.

Trasferitasi in Inghilterra, entra nella Royal Bank of Scotland (RBS) ricoprendo i ruoli di Analista di Rischio, Relationship Manager e Consulente Interna. Nel 2016 inizia a lavorare per Lloyds Banking Group (LBG), occupandosi della formulazione della strategia di business in ambito Wealth Management e, successivamente, entra nel Business Banking Board di LBG come Head of Strategy and Proposition.

Nel 2022 assume il ruolo di Direttore della Strategia dei Servizi e successivamente viene incaricata di portare avanti un programma strategico per portare i mutui di Barclays UK sul cloud.

 

Ciao Stefania, grazie per essere qui. Raccontaci un po’ di te. 

Ciao Graziana, è un piacere! Sono pugliese, vivo a Londra, sono in Inghilterra da 15 anni e ho quasi 12 anni di carriera bancaria alle spalle.

Lavoro per un’importante banca inglese e mi occupo di grandi progetti di trasformazione digitale sia dal punto di vista dell’esperienza del consumatore sia dal punto di vista dell’architettura di sistema.

Ho ricoperto diversi ruoli in ambito bancario e sono cresciuta professionalmente seguendo sempre ciò che mi piaceva fare: non sono mai stata troppo legata a una particolare area, a un titolo o alla grandezza di un team. Ciò che mi ha mosso e che mi muove tuttora sono la curiosità, la possibilità di cambiare le cose e la capacità di avere un impatto sulle persone

Purtroppo il banking non è un settore generoso, in quanto caratterizzato da un’asimmetria informativa di fondo che vede spesso il cliente in posizione di netto svantaggio rispetto al consulente. L’obiettivo numero uno del mio percorso professionale è livellare questa evidente asimmetria che contrasta il mio credere nella giustizia sociale.

 

Se dovessi pensare ad un oggetto che parli di te, quale sarebbe e perché?

Non ho dubbi, direi la sabbia. 

Da piccola, quando passeggiavo sulla spiaggia, avevo l’abitudine di prendere un po’ di sabbia tra le mani e di osservarla attentamente. 

Se guardi la sabbia da lontano è tutta bianca o dorata. Quando invece è lì, sul palmo della tua mano, ti rendi conto che ogni granello è diverso, ha le sue caratteristiche, i suoi colori e la sua storia.

Ecco, la curiosità e l’amore per la scoperta mi hanno permesso di non limitarmi alla superficie delle cose, ma di andare oltre, sempre alla ricerca di un perché.

 

Nel corso della vita ci troviamo ad affrontare sfide che mettono a dura prova la nostra autostima e determinazione e, spesso, dietro ogni successo si nascondono percorsi personali e professionali tortuosi. Qual è stata la tua più grande battaglia? 

Sono nata in una famiglia umile, in Puglia, in un contesto nel quale le donne hanno sempre abbracciato ruoli tradizionali: mogli, madri, casalinghe.

Da piccola pensavo di non appartenere a quel mondo perché quando cercavo di costruirmi un’idea di futuro, non lo immaginavo così. Tuttavia, non sapevo cosa ci fosse al di fuori di quel mondo. 

Cosa voglio davvero? E come faccio a saperlo? – erano i miei due grandi interrogativi.

La sfida più grande è stata immaginare e sognare qualcosa di diverso cercando di capire chi fossi e a cosa appartenessi.

Oggi, a quasi 40 anni ti dico che il concetto di appartenenza è molto sopravvalutato, non c’è bisogno di sentire di appartenere a qualcosa per star bene. 

Nel corso del tempo, ho imparato a dare meno importanza al contesto lavorando molto su di me, maturando sempre più autoconsapevolezza e imparando ad amare le mie contraddizioni e imperfezioni, la vera chiave per star bene al mondo.

Oltre a questa grande battaglia voglio raccontartene un’altra.

Nella mia vita ho vissuto sfide importanti legate alla salute mentale.

Dai 18 ai 28 anni ho vissuto quasi due vite parallele: da un lato c’era la Stefania brillante, ambiziosa, bravissima all’università, che viaggiava e imparava le lingue.

Dall’altro c’era la Stefania persa in un baratro, ossessionata dalla paura di morire: analisi del sangue compulsive, tachicardia, insonnia, incubi frequenti.

Ad un certo punto ho capito che non potevo più continuare così, dovevo mettere un punto a tutto questo: ho deciso di chiedere aiuto quando ho scoperto di essere incinta del mio primo figlio perché sapevo di non voler essere una madre così, dovevo farmi aiutare.

Oggi dopo un lungo percorso posso dire di aver superato questa situazione e, se mi pento di una cosa, è sicuramente quella di non aver chiesto aiuto prima.

 

Quali importanti lezioni hai tratto da queste esperienze?

Ti direi che sono principalmente quattro:

  • La vita è meravigliosa e merita di essere vissuta fino in fondo, nei suoi momenti più belli e in quelli più bui 
  • Gioire delle piccole cose è fondamentale perché molto spesso ci rimette al mondo
  • (Ri)scoprire il valore dell’amicizia è ciò che ci permette di diventare persone migliori
  • Comprendere il proprio valore personale è il punto di partenza per star bene con noi stessi e con gli altri

 

Ogni persona ha dei punti di forza che la rendono unica e le permettono di affrontare a testa alta ogni incidente di percorso. Quali sono le tue armi vincenti? 

La mia positività di fondo e, nonostante tutto, il desiderio di crederci sempre e di non arrendermi di fronte alle difficoltà. 

Non ho mai avuto paura di partire da 0 e di reinventarmi.

Sono sempre stata convinta che giorno dopo giorno, un passo alla volta, ce la si possa fare. 

 

E il tuo tallone d’Achille?

Sono una persona iper riflessiva e molto spesso vorrei essere più pratica nel prendere decisioni senza farmi bloccare da mille “se” e “ma”. 

 

Se dovessi pensare ad altre tre donne guerriere chi sarebbero?

Che bella domanda! Ti direi:

La mia migliore amica Consuelo, una donna che ha avuto una vita molto difficile, che però ha sempre lottato con forza, senso dell’umorismo e grande intelligenza: indubbiamente l’amica che tutti sognerebbero di avere al proprio fianco.

Mia madre: nonostante i nostri mille conflitti, ha fatto il meglio che ha potuto, è caduta n volte e si è sempre rialzata. Nel suo piccolo ha fatto moltissimo e ha condotto la sua vita in modo diverso rispetto a come le era stato imposto.

Michelle Obama, una donna di grande intelligenza, carisma, umanità, che non ha mai perso la consapevolezza di sé e delle sue origini e che ha sempre abbracciato cause importantissime. 

 

Grazie mille per questa intervista, Stefania! Sono certa che la tua storia sarà di grande ispirazione per la nostra community. 

Grazie a te Graziana, è stato un vero piacere!

Graziana Gesualdo