“Qualcuno che conoscevo” è il brillante romanzo d’esordio di Francesca Mautino. Una lettura godibilissima che lascia con la voglia di ritrovare la protagonista in una prossima avventura. Per questo Alessandra Carminati ha scelto di parlarcene nella sua rubrica Recensioni in Rosa .

Ecco la sua recensione completa. Buona lettura!

Uscito nel gennaio 2024, casa editrice Longanesi, “Qualcuno che conoscevo” è il primo romanzo della scrittrice italiana Francesca Mautino.

Un’opera divertente, persino scoppiettante ambientata nella Torino dei nostri giorni vista attraverso gli occhi della protagonista Valentina Bronti.

Valentina è una donna moderna, ha superato la trentina e la sua vita è decisamente complicata.

Inutile dire che lo diventerà ancora di più nel momento in cui, improvvisatasi detective, deciderà di indagare sulla scomparsa di Elisa Barberis, avvenuta diversi anni prima.

Una vita caotica… o forse solo bloccata?

La vita di Valentina più che complicata si potrebbe definire caotica: vive con il compagno Marco ed è madre di tre gemelle vivacissime, vere e proprie discole che ne combinano di tutti i colori.

Sarà proprio una chiamata dall’asilo a mettere in moto una serie di eventi inaspettati.

Le tre piccole, che tra l’altro Valentina ha voluto chiamare come le tre sorelle Brontë in onore dell’assonanza con il suo cognome (Bronti), hanno infatti tentato la fuga coinvolgendo nel loro piano “criminoso” Agnese, un’amichetta di solito più timida e schiva.

La direttrice non può che convocare sia Valentina che la madre di Agnese, Chiara Barberis, una donna all’apparenza più spaventata e scossa da quanto accaduto di quanto lo sia Valentina.

Sì perché la nostra Valentina sembra aver fatto del caos e dell’imprevedibilità una sorta di filosofia non tanto forse per sua volontà quanto per una serie di circostanze che ci accenna solo di sfuggita, dandoci l’impressione che la sua vita stia attraversando un momento di grande incertezza e di paralizzante stasi.

Vive con il compagno Marco (flashback ci riportano al loro incontro quasi undici anni prima), grande amore della sua vita ma… ma lui è segregato in ripostiglio a causa di qualcosa che è successo e di cui veniamo a conoscenza poco per volta.

Separati in casa? No, forse… difficile capirlo.

L’amore c’è ma.. basta?

Persino la sua vita lavorativa sembra essere stata messa in pausa, nonostante il suo capo voglia da lei risposte precise su quando (e se) avrà mai intenzione di rientrare e mostri chiari segni di perdita di pazienza.

In questo contesto di “cose lasciate a metà” persino l’incapacità di terminare la lettura di un libro (quel “David Copperfield” che continua a nominare) assume un significato ben più profondo: Valentina ha davvero bisogno di una scossa.

E l’incontro con Chiara Barberis sembra proprio essere quella scossa, dando vita a una serie di eventi assolutamente imprevedibili.

Un cold case

Chiara Barberis è la sorella di Elisa Barberis, giovane appartenente alla Torino bene scomparsa misteriosamente una decina di anni prima.

Forse per questo Chiara si era mostrata così turbata dalla birichinata della figlia, dalla paura che potesse sparire.

Il mistero su quanto successo anni prima alla sorella non è mai stato risolto: Elisa è fuggita volontariamente o qualcuno le ha fatto del male?

Possibile che in dieci anni non sia stato possibile scoprire la verità? Che fine ha fatto Elisa, sempre che sia ancora viva?

Valentina inizia a interessarsi al caso, spinta dal desiderio di capire non solo cosa sia successo a Elisa ma anche chi fosse davvero la giovane studentessa di lettere che stava per discutere la sua tesi su una scrittrice poco conosciuta, morta suicida.

Possibile che anche Elisa volesse suicidarsi? O qualcuno la minacciava?

Una ragazza bella e carismatica che scompare nel nulla lascia diversi interrogativi aperti…

Valentina si butta a capofitto nella sua indagine personale, forse per darsi uno scopo, forse per procrastinare riflessioni e decisioni che la metterebbero davanti a scelte che non si sente ancora pronta ad affrontare.

E qui inizia il bello… affrontare un cold case con una buona dose di incoscienza e un pizzico di imbranataggine magari porterà alla soluzione del caso.

Elementare, Watson.

Le indagini di Valentina

Cercare indizi relativi a un caso non proprio fresco di cronaca non è così semplice. Valentina, però, non si arrende.

Con la scusa di voler riportare l’attenzione su quanto successo a Elisa attraverso un podcast riesce a convincere Chiara Barberis (grazie anche all’aiuto del di lei marito Antonio) a riaprire una ferita mai del tutto rimarginata.

Il podcast è, ovviamente, solo un pretesto, l’idea le arriva quasi indirettamente proprio dal compagno Marco, che di professione è giornalista.

Sfruttando a volte il nome di Marco per contattare chi dieci anni prima gravitava intorno a Elisa, navigando sui social media per analizzare vecchi post e vecchie foto, avvalendosi di una bella faccia tosta, e di tanta tanta tenacia, Valentina  riesce a ricomporre il puzzle e a scoprire la verità su quanto accaduto.

Una verità molto più complessa di quanto ci si sarebbe potuti aspettare, capace di gettare luce su più di un fatto legato alla storia di Elisa.

Aver risolto il caso permetterà anche a Valentina di recuperare la voglia di rimettere ordine nella sua vita, un passo alla volta proiettata verso il futuro.

Uno stile ironico e godibilissimo

La scrittura di Francesca Mautino è scorrevole e divertente, capace di catturare l’attenzione e di far letteralmente divorare una pagina del romanzo dopo l’altra.

Con Valentina Bronti ha creato un personaggio simpaticissimo: una donna che riesce a essere ironica, sagace, in grado di mostrare sia i suoi pregi che i suoi difetti e le sue debolezze.

Valentina è più reale del reale, non abbiamo a che fare con una superdonna o con un’eroina, ma con quella che definirei “la protagonista della porta accanto”, a sua volta piena di problemi e contraddizioni.

Alcuni siparietti comici arrivano poi dai dettagli più banali, ad esempio la sua incapacità di ricordare i nomi la porta a creare spassosissimi gruppi WhatsApp i cui partecipanti sono registrati con pseudonimi davvero spiritosi.

Eppure, al di là della simpatia, anche questi dettagli dicono molto di Valentina, di come vede il suo lavoro e del ruolo che si è suo malgrado ritagliata nei rapporti coi genitori dei compagni d’asilo delle sue tre gemelle.

Anche il rapporto con la maternità viene affrontato, gestire tre piccole pesti non è facile ma per Valentina è anche fonte di soddisfazione, è evidente che ama profondamente le piccole e che loro amano lei.

Se tuttavia Valentina e il suo carattere emergono prepotentemente dalle pagine, i personaggi secondari sono meno delineati.

A parte quelli legati al mistero di Elisa (altro personaggio ben caratterizzato e di cui alla fine capiremo molto), ci sono quelli legati al mondo di Valentina: l’amica Nadia, il compagno Marco, la poliziotta Giovanna…

Personaggi che sembrano quasi essere piccoli pianeti in orbita attorno a lei, appena abbozzati nelle loro caratteristiche principali,  ma che sicuramente si prestano a successivi sviluppi e approfondimenti, tanto più che la storia si chiude con un finale che lascia spazio a possibili ulteriori indagini di Valentina.

La speranza è quindi di ritrovare Valentina Bronti in prossime avventure e di conoscerla sempre meglio perché il suo è davvero un personaggio che merita di apparire in altre storie.

 

Alessandra Carminati