Anche quest’anno la rubrica Recensioni in Rosa si fa condizionare dal clima natalizio. In questa puntata dal sapore festivo, Alessandra Carminati suggerisce, e ne offre una breve recensione, alcuni libri che potremmo regalare, o regalarci, per Natale.
Natale si avvicina a grandi passi…
Mai come quest’anno, colpa in parte di una brutta influenza, mi sono ridotta agli ultimi giorni per cercare di fare miliardi di cose insieme, cercando di non perdere nessun dettaglio!
Visto il successo delle “puntata natalizia” della mia rubrica lo scorso anno, anche questa volta ho pensato di recensire brevemente per voi più di un libro, visto che è inutile negare che regalare (o regalarsi) un libro a Natale è un classico.
Mi piace l’idea di fornirvi una piccola carrellata di titoli che spero vi possano aiutare nella scelta del libro giusto da regalare (o regalarvi).
Ma non solo, se arriverete fino in fondo alla lettura di queste recensioni natalizie vedrete che non vi parlerò solo di libri… ci sarà infatti una piccola, grande sorpresa!
Buona lettura e… Buon Natale!!!
1. “The Turnglass – La clessidra di cristallo” di Gareth Rubin
Probabilmente il libro più originale che abbia letto negli ultimi tempi. Uscito nel settembre 2023, mi ha immediatamente colpito per la struttura e la copertina (anzi, le copertine) davvero d’effetto.
Ispirandosi ai romanzi tête-bêche, in voga specialmente nell’Ottocento, l’autore sceglie di narrare due storie in modo tale che, voltando il volume (o girandolo quasi fosse una clessidra), si possa passare da una all’altra, cambiando prospettiva in maniera inconsueta.
Praticamente abbiamo a che fare con due libri in uno, e la caratteristica peculiare della narrazione è che le due storie sono in qualche modo collegate tra di loro; inoltre entrambe presentano un enigma, un mistero da risolvere.
Se da una parte veniamo catapultati nell’Inghilterra di fine Ottocento per seguire le vicende del giovane medico Simeon Lee, dall’altra ci ritroviamo nell’assolata California degli anni ’30 del Novecento, dove l’aspirante attore Ken Kourian cerca in tutti i modi di risolvere il mistero legato alla morte dell’amico scrittore Oliver Tooke, archiviata troppo velocemente come suicidio.
Nell’Ottocento, Simeon si ritrova a Turnglass House, un maniero insolito che affonda le sue radici nella natura selvaggia dell’Essex, in balia dei capricci di maree pericolose per chi osa sfidarle. Simeon è stato invitato a Turnglass House dal ricco cugino, il quale sta molto male e sospetta di essere stato avvelenato dalla cognata Florence, una donna relegata dietro una parete di vetro, una sorta di prigione alternativa al manicomio, visto che è reputata colpevole di aver ucciso il marito.
Eppure… qualcosa non torna. Florence cerca di comunicare silenziosamente con Simeon, indicandogli un libro insolito, un piccolo libro che narra una storia ambientata nella California di un tempo che per Simeon è il futuro…Cosa sta cercando di dirgli?
Scoprire la verità sarà complicato per Simeon, e la soluzione dell’enigma lascerà davvero a bocca aperta.
Stessa cosa succede nel leggere la storia ambientata nella California del Novecento: qui Oliver Tooke risulta essere l’autore proprio del romanzo che ha per protagonista Simeon Lee, e Ken Kourian, l’amico che indaga sulla sua morte, userà questo stesso romanzo per trovare indizi che risolvano il mistero che circonda la scomparsa di Oliver, in un continuo ribaltarsi di prospettive e colpi di scena.
Il libro di Oliver diventa chiave per svelare un mistero che ha radici nel passato, nell’infanzia stessa di Oliver, portando alla luce segreti e verità inconfessabili.
Personalmente consiglio di leggere prima la storia di Simeon ambientata nell’Ottocento e poi quella “californiana” di Ken, soprattutto dato che nella seconda viene citata molto spesso la prima e numerosi sono i dettagli di quest’ultima che assumono connotati e significati diversi perché reinterpretati e riletti sotto una luce diversa.
Fantastico anche lo stile di scrittura spesso “speculare” usato da Gareth Rubin, evidente anche nei particolari più banali: se la storia di Simeon inizia con gli occhi grigi del protagonista che “spuntavano da sopra il fazzoletto”, quella di Ken inizia con gli occhi verdi del giovane attore che “si chinarono sulla pagina macchiata di caffè”. Due movimenti antitetici ma speculari, come di fatto sono entrambe le narrazioni.
Una prova di stile eccezionale. Un libro (anzi due) davvero unico. Consigliatissimo!
2. “Gli undici inganni” di Robert Gold
Secondo romanzo di Robert Gold che vede per protagonista Ben Harper, brillante giornalista apparso per la prima volta nell’opera d’esordio “I dodici segreti”, un vero e proprio caso editoriale che ha fatto conoscere al mondo il talento dello scrittore britannico.
Ambientata sempre ad Haddley, sobborgo di Londra assolutamente inventato ma verosimilmente credibile, anche la vicenda de “Gli undici inganni” si snoda tra passato e presente e riporta a galla segreti che si pensava sarebbero rimasti sepolti e che legano tra loro i diversi protagonisti.
Non si tratta più della storia e delle vicende personali di Ben (trattate nel primo romanzo e ricordate in parte anche in questo) ma di una trama più complessa che si basa sul presupposto che neppure il più anonimo e apparentemente tranquillo dei luoghi possa poi definirsi davvero tale.
Si parte da un incendio, da una figura che Ben soccorre ma che fugge via nel buio senza farsi riconoscere, per arrivare alla scoperta di un cadavere vecchio di anni la cui identità sconvolgerà non poco le certezze degli abitanti di Haddley, in special modo quelle della giovane detective Dani, personaggio importante per il nostro giovane giornalista.
A ingarbugliare la vicenda una vecchia pista legata al traffico di droga, il tentativo di indagare su una rapina irrisolta che ha rovinato la vita di un poliziotto, il tutto condito poi a dovere dal ruolo affidato ai ricordi. Ricordi che definiscono e ridefiniscono le certezze dei singoli personaggi legando tra loro crimini apparentemente slegati.
Niente è come sembra, ma tutto ha una spiegazione che lascerà davvero stupefatti (e in attesa della prossima avventura di Ben).
Stile diretto, prosa brillante, colpi di scena ben congegnati, personaggi le cui storie personali si intrecciano in maniera imprevedibile, insomma il romanzo perfetto per chi ama le trame poco scontate e adora restare con il fiato sospeso!
3. “Twin Crowns” di Catherine Doyle e Katherine Webber
Primo romanzo di una trilogia YA, scritto a quattro mani da Catherine Doyle, autrice irlandese, e Katherine Webber, autrice americana, entrambe conosciute per le loro opere letterarie rivolte principalmente a un pubblico giovanile.
Protagoniste della storia sono Wren e Rose, sorelle gemelle separate alla nascita, entrambe destinate a diventare le future regine del regno di Eana.
Solo che mentre Wren è cresciuta consapevole di avere una sorella e di quello che è successo ai loro genitori, Rose è del tutto ignara dell’esistenza di Wren.
Manipolata dal Viceré che ha assassinato i suoi, Rose si appresta a salire al trono convinta che la magia sia responsabile di tutto quello che di male è successo nel regno e che per questo streghe e maghi debbano essere condannati.
Al contrario Wren è cresciuta in mezzo alla magia, essendo lei stessa dotata di poteri magici, e punta a sostituire la sorella sul trono per riportare la magia nel regno e togliere di mezzo il Viceré.
Se lo scambio con la sorella funziona, i risvolti saranno inaspettati.
Entrambe le sorelle scopriranno una realtà diversa da quella che si aspettavano e capiranno di non essere nemiche ma di doversi alleare per sconfiggere i loro nemici e riportare la pace nel regno.
Colpi di scena, mondi fiabeschi, umorismo sottile e momenti comici si susseguono in maniera fluida in una narrazione che alterna le vicende di Rose a quelle di Wren, mostrando i due punti di vista inizialmente lontani che poi arrivano a unirsi, una volta che la verità emerge ed entrambe accettano il loro ruolo nel riportare finalmente armonia nella loro terra.
Le due sorelle hanno personalità agli antipodi, ma proprio per questo sembrano completarsi alla perfezione, due ragazze determinate a loro modo e capaci di affrontare con coraggio peripezie e difficoltà, lottando per quello in cui credono e per le persone che amano.
Una bella fiaba, adatta a lettori giovani e non. Unica pecca: si tratta di una trilogia e se il secondo libro è già disponibile in Italia, il terzo verrà pubblicato in lingua inglese a metà 2024 (almeno secondo quanto riportato dalle notizie apparse in rete).
4. “Tutti nella mia famiglia hanno ucciso qualcuno” di Benjamin Stevenson
Libro perfetto per chi teme le riunioni familiari.
La famiglia Cunningham non è una famiglia come le altre, basti dire che ogni membro ha, direttamente o indirettamente, ucciso qualcuno.
Comprensibile quindi che la decisione di ritrovarsi tutti insieme in un resort di montagna per celebrare l’uscita di prigione di uno di loro, Michael, sia causa di un certo nervosismo da parte del narratore protagonista: Ernie Cunningham.
Già, perché Ernie in fondo è stato la causa dell’arresto di Michael e la famiglia sembra non averlo ancora perdonato del tutto.
Ernie però, oltre a essere forse la pecora nera dei Cunningham, di professione fa lo scrittore, anzi per l’esattezza si dedica alla stesura di manuali che dovrebbero insegnare a scrivere libri gialli, naturalmente seguendo le regole d’oro dei grandi della letteratura di genere (non a caso cita immediatamente il decalogo del giallo perfetto scritto da Ronald Knox nel 1929).
Infatti, fin dall’inizio del romanzo Ernie si rivolge direttamente ai lettori, e continua a farlo durante tutto il libro, in una sorta di quella che al cinema chiameremmo “rottura della quarta parete” (a volte risultando un po’ eccessivo).
Ci assicura della sua affidabilità, ci promette che nel raccontarci la vicenda seguirà tutte le regole di un giallo che si rispetti, che le informazioni saranno centellinate e che alla fine avremo il nostro colpevole.
Insomma, Ernie non solo è il nostro narratore in prima persona ma è anche il nostro detective e, nonostante ci stia raccontando un evento passato di cui conosce già la fine, sta ben attento a non svelare troppo prima del tempo (anche se ci comunica esattamente in quali pagine troveremo una vittima, anticipando di fatto alcuni eventi clou).
La trama presenta degli aspetti che rasentano la parodia: luogo isolato, bufera di neve, personaggi che nascondono, è il caso di dirlo, segreti più o meno agghiaccianti…Curioso anche il fatto che, nonostante il resort ospiti diversi turisti oltre alla famiglia Cunningham, questi non entrano mai nella narrazione ma restano sullo sfondo, senza interferire nelle indagini.
I Cunningham sono gli indiscutibili protagonisti, con poche aggiunte (un poliziotto, la proprietaria del resort).
In ogni capitolo Ernie rivela la storia di uno dei suoi familiari e i legami tra loro: il fratello Michael, la sorellastra, la madre, il padre, l’ex moglie…
Le informazioni disseminate qua e là si ricombinano e ritornano analizzate da diverse angolazioni per fornire il quadro completo della situazione pezzo dopo pezzo. Nessuno è quello che sembra e la realtà è molto più complessa di quello che Ernie (e il lettore) crede.
Inutile dire che la trama è davvero intricata ma anche divertente. Benjamin Stevenson è uno stand-up comedian e autore australiano e in questo suo romanzo un certo umorismo in effetti non manca. Un romanzo originale e classico allo stesso tempo, una trama decisamente ben costruita e avvincente.
5. “Sono esaurita” di Sophie Kinsella
Anche stavolta la Kinsella non delude con il suo stile inconfondibile.
Un romanzo leggero e divertente (in alcuni momenti direi esilarante) che affronta temi come il burnout, la necessità di ritagliarsi del tempo per sé, di ritrovarsi e anche di ritrovare i propri ricordi.
Sasha fugge (letteralmente) da una vita e un lavoro stressante e si ritrova nel Devon, in un villaggio dove ha passato con la sua famiglia alcuni tra i momenti più felici della sua infanzia.
Non è estate e fa freddo ma questa pausa porterà con sé una nuova consapevolezza e non poche sorprese.
Una lettura scorrevole, che lascia il lettore con un sorriso sulle labbra e che ancora una volta mostra come la Kinsella sia in grado di restare al passo con i tempi inserendo nelle sue trame argomenti attuali, dipingendo perfettamente spaccati (e problemi) di vita moderna, puntando soprattutto a descrivere situazioni con cui le donne in particolar modo si trovano a dover fare i conti.
Una scrittrice che è una garanzia per tutti i suoi fan.
6. “In treno con l’assassino” di Alexandra Benedict
Lo scorso anno, sempre sotto le feste, Alexandra Benedict aveva pubblicato il suo “A cena con l’assassino”, quest’anno non manca all’appuntamento con un altro giallo ispirato ai grandi classici, dove invita i lettori a scovare indizi nascosti tra le righe.
In questo caso l’ambientazione non è una casa isolata dalla neve ma un treno (no, non l’Orient Express ma… poco ci manca) che si dirige verso le Highlands, sfidando il clima inclemente.
Siamo alla Viglia di Natale, tra i passeggeri che stanno cercando di tornare a casa per festeggiare con i loro cari si aggira però un assassino che non tarda a colpire. Quando il treno rimane bloccato (immancabile tempesta di neve e deragliamento) l’ansia e la preoccupazione crescono.
Chi è l’assassino? Colpirà ancora?
Starà alla detective in pensione Roz Parker (in viaggio per raggiungere la figlia che sta per partorire) sbrogliare la matassa.
Diciamo che la storia unisce la trama classica di un giallo tipico della Golden Age a qualche tocco moderno (specialmente nel background e nei caratteri dei personaggi). Apprezzabile da chi ama una struttura narrativa in qualche modo già vista, seppur con qualche tocco di modernità.
7. “La mappa delle culture” di Erin Meyer
Un’opera che non è un romanzo, ma che vedo spesso citata e che ancora più spesso è protagonista di discussioni e dibattiti.
“La mappa delle culture” è un libro molto bello di Erin Meyer, professoressa presso l’INSEAD. Utilissimo per chi si trova a interfacciarsi con realtà lavorative multiculturali.
Se è infatti vero che culture diverse offrono innegabilmente opportunità uniche di ampliare i propri orizzonti, dall’altra, anche senza volerlo e senza accorgercene, si possono creare situazioni di scontro o misunderstanding.
Il libro della Meyer è una valida “bussola” per navigare in un mondo sempre più globalizzato, l’autrice infatti cerca di costruire proprio una sorta di “mappa” per orientarsi nei rapporti interculturali.
La Meyer illustra otto principali aree di riferimento e, per ognuna di queste aree, posiziona poi le nazioni prese in considerazione a determinati livelli, permettendoci di confrontarle tra loro, analizzando punti di contatto e di potenziale attrito. Un esercizio semplice, anche visivamente. L’utilizzo di esempi concreti di situazioni lavorative che ha gestito (sia per manager che per dipendenti) mostra poi come, usando la “mappa”, sia possibile migliorare le relazioni in team multiculturali, evitando conflitti e problematiche.
Infine, ecco la Sorpresa (con la “S” maiscola) finale: una piccola grande chicca per chi ama la letteratura e i libri… Vorrei segnalare a tutti coloro che leggono le mie recensioni una trasmissione radiofonica eccezionale.
“Così è (se libriamo)”, in diretta su Radio Leon tutti i sabati dalle 14.00 alle 15.00 è una trasmissione curata e condotta da Topazia Rocco, intervallata da una scelta di brani musicali davvero evergreen.
Topazia è una persona che ama davvero i libri, ogni puntata segue un tema preciso e fa emergere la passione che la conduttrice ha per la letteratura in tutte le sue forme.
Un vero piacere ascoltarla e farsi trascinare alla scoperta di titoli, storie e curiosità che si riconducono al tema della lettura e dell’editoria (come ad esempio il ruolo dell’AI nel futuro della scrittura creativa).
Insomma, più che una trasmissione radiofonica una vera miniera di consigli di lettura e di idee! Seguitela e non ve ne pentirete!
Concludo qui la mia “mini” lista di suggerimenti.
Spero vi possa essere utile. Buone Feste!!!!!
Alessandra Carminati