Vi diamo il benvenuto nella rubrica “Warriors”, lo spazio del blog ideato e curato da Graziana Gesualdo, dedicato alle donne guerriere, a chi affronta ogni battaglia con coraggio e determinazione.

Oggi sono felice di intervistare Carlotta Zorzi, Sr Partnerships Manager @ Shopify.

Carlotta Zorzi

Esperta di partnership internazionali in tech, Keynote Speaker e Coach, Carlotta vanta una carriera che spazia dalla Silicon Valley al panorama tecnologico aziendale londinese.

Ha lavorato con realtà del calibro di Oracle e Shopify, gestendo team in quattro continenti e collaborando con partner e clienti in oltre 40 mercati. 

Oltre al suo ruolo di responsabile delle partnership, Carlotta si impegna attivamente per l’empowerment delle donne e dei gruppi poco rappresentati. 

È membro del consiglio di amministrazione di diverse organizzazioni, mentore in network dedicati alle donne e Tech Career Coach per una startup di New York che promuove l’accesso a ruoli in tecnologia per persone provenienti da ogni background. 

Visiting Professor presso la Sussex University, ha ricevuto numerosi premi, tra cui il WATC TechWomen100 nel 2021 e il Lead5050’s Woman in Tech Award nel 2022.

– Ciao Carlotta, grazie per essere qui. Se dovessi descriverti utilizzando solo due parole quali sarebbero e perché?

Ciao Graziana e grazie mille per questa intervista. 

Ciò che mi contraddistingue è sicuramente la curiosità, il desiderio di scoprire, di approfondire, di scardinare alcuni modi di fare e di pensare. 

E poi direi la flessibilità, la capacità di adattarmi a nuovi contesti e a nuovi modi di pensare. Mi ritengo una persona estremamente adattabile e incline alla ricerca attiva del discomfort come uno strumento di crescita.

 

– Hai mai subìto discriminazioni in quanto donna nella tua carriera? Se sì, come hai affrontato questi momenti?

Non penso che essere donna mi abbia penalizzata dal punto di vista del mio sviluppo personale e professionale, ma ci sono stati degli episodi nei quali mi sono certamente sentita a disagio. 

La discriminazione ha molte forme e a volte è difficile capire se sia basata sull’essere donna o meno.

In passato, ci sono stati dei momenti in cui sono stata definita la “young girl” della situazione (nonostante fossi già over 30), come se la mia voce fosse troppo piccola per essere ascoltata, poco importante. Oppure, in altre situazioni, ad esempio, sono stata ignorata per una stretta di mano quando ero l’unica donna al tavolo. 

In entrambe le circostanze l’ho fatto presente ai miei colleghi uomini che in quel momento non erano intervenuti chiedendo loro di essere degli alleati in situazioni simili (per esempio prendendo la palla al balzo ed introducendomi come collega al loro stesso livello) perché le battaglie per la parità di genere non si combattono solo facendo rete tra donne, ma serve anche lo sviluppo della consapevolezza tra uomini. Questo vuol dire fare davvero squadra ed avere un impatto positivo, contribuendo allo sviluppo di una società più equa e rispettosa dell’altro.

 

– Se dovessi ripercorrere il tuo percorso personale e professionale, quale pensi sia stato il tuo punto di forza? E il tuo punto di debolezza?

La comunicazione connessa all’empatia e alla positività, qualità che apprezzo molto anche in altre persone. Mi piace poter portare “la luce nella stanza” e questo vale nella vita di tutti i giorni e nel lavoro. L’empatia in particolare è stata, e continua ad essere, uno strumento necessario per raggiungere sempre nuovi obiettivi, soprattutto in situazioni che richiedono leadership e “team effort”. 

In passato, il mio tallone d’Achille è stato l’emotività: essendo una persona che vive profondamente le emozioni e che tende a vedere il positivo in tutto e tutti, ho dovuto imparare a gestire le emozioni per evitare che potessero diventare una fonte di stress (vista l’impossibilità di soddisfare sempre tutti – sono decisamente una “recovering people pleaser”) o compromettere il mio benessere complessivo (per esempio, non prendendo le critiche in modo personale, ma vedendole come una fase transitoria e utile). 

 

– Cosa penserebbe la Carlotta bambina di ciò che sei oggi?

Da un lato sarebbe felicissima, non ho dubbi: vivere in un contesto internazionale dove l’Italiano non fosse la lingua principale è stato un grande sogno sin da piccola. Pensa che per l’esame di quinta elementare ho fatto una ricerca sul Regno Unito: sin da quell’età sognavo di vivere all’estero (in Regno Unito in particolare, essendo cresciuta con il Girl Power delle Spice Girls!), di imparare a comunicare benissimo in un’altra lingua, di girare il mondo e di sviluppare amicizie con persone cresciute in posti e modi diversi. E così è stato.

Dall’altro lato, però, sarebbe triste al solo pensiero di sapersi lontana dalla famiglia per così tanto tempo – 15 anni, per la precisione. Uno dei compromessi necessari per inseguire questo sogno.

 

– Se dovessi nominare tre donne che per te sono di grande ispirazione, chi sarebbero e perché?

Ho un network davvero enorme di donne che mi ispirano per diverse ragioni. Se dovessi sceglierne 3, direi:

  • Yusra Mardini, nuotatrice siriana che ha salvato 18 persone durante la traversata in gommone verso la Grecia: un simbolo di grande forza d’animo e resilienza 
  • L’astronauta Samantha Cristoforetti che per me rappresenta la tenacia e l’eccellenza. Il suo percorso verso le stelle è un esempio tangibile di quanto si possa raggiungere con determinazione e impegno.
  • Infine, certamente mia nonna, un faro di dolcezza e compassione nella mia vita. Nonostante i limiti finanziari, ha sempre trovato il modo di aiutare gli altri con generosità e dedizione. Ed è ciò che ora provo a fare anche io nella vita di tutti i giorni attraverso il mentoring, il volontariato e il mio nuovo progetto, too-ambitious.com, che mira ad ispirare tutte le donne determinate a raggiungere i loro obiettivi e a celebrare le loro ambizioni per avere un impatto positivo sulla società.

– Grazie mille per questa bella chiacchierata, Carlotta, è stato un vero piacere conoscerti.

Piacere mio, Graziana! A prestissimo!

Graziana Gesualdo