STEM, strade e solidarietà: una chiave per ripartire



Nel viaggio di Eva e Pietro (e Tumpi) che sto per raccontarvi, STEM e cause sociali si intersecano per dare vita ad un percorso simbolico estremamente potente, che unisce storie di donne, comunità e resilienza. Partiti il 3 ottobre Eva Garelli, operatrice antiviolenza della Cooperativa Sociale Fiordaliso, e Pietro Vertamy, autore e fotografo, hanno iniziato un viaggio a piedi di 900 km, da Cuneo a Roma, per un’azione di sensibilizzazione circa le tematiche della discriminazione e violenza di genere.
Hanno attraversato 13 capoluoghi di 5 regioni per raccogliere i fondi necessari a ristrutturare una casa rifugio, che possa ospitare donne e minori vittime di violenza patriarcale (che, ci tengo a ricordarlo, è cadenzale, metodica e sistemica). In questo percorso, sono arrivati a Roma con una chiave simbolica, che rappresenta il futuro di questa “Nona Casa“, un luogo sicuro che permetterà a molte donne di ricominciare la propria vita in un contesto sicuro dopo le esperienze di violenza.
Durante il cammino, Eva e Pietro hanno incontrano scuole, associazioni e comunità locali, organizzato eventi e scambiato buone pratiche circa la prevenzione e il riconoscimento del sistema strutturale dentro cui si alimenta la violenza di genere.
La lentezza del viaggio, a piedi, passo dopo passo, riflette il percorso emotivo delle donne che si sentono di fronte a una “montagna da scalare”. Un gesto potente che, con questo cammino, ha coinvolto migliaia di persone in un dialogo aperto su una problematica spesso nascosta tra le mura di casa.
Arrivati a Roma ieri (alla vigilia della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne) oggi, e nei prossimi giorni, Eva e Pietro porteranno avanti una serie di eventi significativi, tra cui un incontro al Campidoglio, un aperitivo di autofinanziamento e una conferenza alla Camera dei Deputati.
STEM e cause sociali per costruire la “Nona Casa”

C’è una frase che ha sempre risuonato molto nella mia mente e che ci tengo a condividere perché è l’emblema perfetto di questo progetto straordinario:
“Sognare non è fuggire la realtà, è sganciarsi dalle evidenze, lasciare deliberatamente i sentieri dell’obbedienza, per proiettarsi in un mondo che si ora pensare diverso”.
Dietro alla “Nona Casa”, infatti, c’è la forza di persone come Eva e Pietro, che hanno osato immaginare un cammino diverso per queste donne, e che hanno voluto dare concretezza a questa visione attraverso un progetto simbolico che ha trovato attuabilità grazie al digitale.
La raccolta fondi, ospitata su Rete del Dono, una piattaforma di crowdfunding trasparente e innovativa, è un esempio di come la tecnologia possa abbattere barriere, rendendo il processo accessibile a chiunque voglia contribuire. Attraverso questo strumento, ogni donazione genera una ricevuta automatica, garantendo massima trasparenza e incentivando la fiducia delle persone.
Inoltre, la comunicazione del progetto è stata potenziata dall’uso strategico dei social media. Attraverso Instagram, Eva e Pietro hanno trasformato ogni tappa del loro viaggio in un’occasione per coinvolgere più persone possibili.
Reel brevi e dinamici raccontano incontri, eventi e momenti salienti del cammino, mentre YouTube ospita versioni più estese per chi vuole immergersi nelle storie raccolte lungo il percorso. L’ironia e la leggerezza si mescolano alla profondità dei messaggi, creando contenuti accessibili e di grande visibilità, che stanno ampliando la portata del progetto ben oltre i confini fisici del cammino.
Connettere persone per costruire futuri diversi
Questo progetto è un esempio concreto di come le competenze STEM possano essere strumenti di empowerment. Senza il software di crowdfunding e le piattaforme social, il progetto avrebbe avuto meno visibilità, meno fondi e, probabilmente, un impatto più limitato. La tecnologia ha permesso di creare connessioni, raccogliere risorse e raccontare una storia che tocca il cuore di chiunque la incontri.
Questa iniziativa non sta solo ristrutturando un edificio, sta costruendo nuovi futuri. Nuovi futuri per le donne (ed i minori) che quelle pareti ospiteranno, dando loro una casa in cui potersi sentire al sicuro, ritrovando la propria indipendenza. In quest’ottica le STEM, da semplici strumenti, si trasformino in alleate per abbattere il gender gap e sostenere percorsi di emancipazione.
Un messaggio per il 25 novembre
Il cammino di Eva e Pietro ci ricorda che il cambiamento non è mai immediato, ma frutto di passi lenti e consapevoli. La tecnologia e il digitale, quando messi al servizio di cause sociali, non solo accelerano il progresso, ma amplificano le voci che spesso rimangono inascoltate.
Questa storia non è solo un viaggio. È una chiamata all’azione, un invito a usare le nostre competenze e risorse per fare la differenza.
Perché insieme, passo dopo passo, possiamo aprire nuove porte e costruire un mondo più giusto ei, si, possiamo farlo unendo STEM e cause sociali.
Per seguire i progressi del progetto della “Nona Casa” su Instagram: @fiordaliso_cooperativa_sociale
Per contribuire con una donazione diretta, invece, clicca qui.