Women in Science è una rubrica ideata da Maria Carla Fiorella, studentessa di Ingegneria Aerospaziale presso Università La Sapienza di Roma, per raccontare le vite e i successi di dieci scienziate che hanno fatto la storia, anche se la storia non sempre sembra ricordarsi di loro.

Se oggi conosciamo come si articola il DNA in tutta la sua struttura lo dobbiamo a Rosalind Franklin, la cui importanza venne negata a lungo, portandola a non vincere mai il Nobel per questa scoperta. 

La vita

Nacque a Londra nel 1920 da una famiglia di banchieri di origine ebraica. Decise di dedicarsi allo studio delle scienze naturali contro il volere di suo padre: si laureò e conseguì il dottorato in chimica e fisica all’Università di Cambridge.

Dopo la guerra si trasferì a Parigi per specializzarsi nella tecnica della diffrazione ai raggi X, utile per analizzare le molecole di grandi dimensioni. In particolare, si concentrò nella struttura del carbonio.

Le ricerche sul DNA

Venne invitata al King’s College di Londra da John Randall per prender parte alle ricerche sull’acido desossiribonucleico (DNA), componente principale dei cromosomi e quindi dei geni. Contemporaneamente all’Università di Cambridge lavoravano alla stessa ricerca il biofisico Maurice Wilkins, il biologo James Watson e il biochimico Francis Crick.

Le competenze di Rosalind le permisero di realizzare un particolare dispositivo capace di scattare fotografie ad alta definizione di singoli filamenti di DNA così da ottenerne una serie per diffrazione dei raggi X.

Riuscì, nello stesso anno, a definire due caratteristiche sulla struttura della molecola del DNA: la forma ad elica e la forma a B. Dimostrò, inoltre, che questa fase è distinta dalla forma A con la quale prima veniva confusa.

Il furto

Il modello della struttura del DNA fu elaborato da Crick e Watson, grazie ad un furto operato ai danni di Rosalind Franklin.

 

Cosa successe? 

 

Watson riuscì ad impossessarsi dei dati realizzati con i raggi X provenienti dal laboratorio di Franklin. Nonostante il furto, insieme fondarono il celebre modello strutturale a doppia elica.

Tuttavia, Rosalind non seppe mai che la prova sperimentale era basata sulle proprie prove sperimentali e anche negli articoli pubblicati da Crick e Watson sulla rivista “Nature” non comparve mai un riconoscimento per l’operato della scienziata tanto da diventare opinione comune che il modello del DNA fosse stato elaborato senza l’utilizzo dei dati di Rosalind.

Altri studi

Nella primavera del 1953, la scienziata si trasferì al Birkbleck College di Londra, dove si occupò di uno dei virus che causano la poliomelite

Poté fornire la prova della particolare struttura a spirale di questo virus: dimostrò insieme agli scienziati degli Stati Uniti e dell’Università di Tubinga che non si trattava di una particella compatta bensì di un cilindro cavo.

Fu l’ultima ricerca di cui si occupò: nel 1958 si ammalò di tumore e morì.

Il Nobel che le sarebbe spettato

Nel 1962 James Watson, Francis Crick e Maurice Wilkins ottennero il Premio Nobel per la Medicina per la scoperta della struttura del DNA

Nonostante Rosalind Franklin fosse morta, e quindi impossibile da candidare per il Nobel, non venne  riconosciuto il suo contributo nemmeno nel discorso di ringraziamento.

La notizia che la scoperta si basasse sui suoi studi venne resa nota solo nel 1968 quando nel libro di James Watson “La doppia elica” si descrive la storia della scoperta addirittura disprezzando la figura di Rosalind. Per questo, Watson fu addirittura richiamato per mancanza di regole dell’etica professionale.

Il riconoscimento del lavoro della scienziata fu reclamato dalla ricercatrice Anna Sayre, amica di Franklin e attivista per i diritti delle donne.


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