Women in Science è una rubrica ideata da Maria Carla Fiorella, studentessa di Ingegneria Aerospaziale presso Università La Sapienza di Roma, per raccontare le vite e i successi di dieci scienziate che hanno fatto la storia, anche se la storia non sempre sembra ricordarsi di loro.

Cinquant’anni di vita vissuta tra gli osservatori astronomici e attività di divulgazione. Se oggi alzando gli occhi al cielo possiamo dire “so cos’è”, è anche grazie a lei.

La vita

Margherita Hack nacque nel 1922 a Firenze, in una strada che faceva angolo con via Cento Stelle. Quando aveva tre anni la famiglia decise di trasferirsi in via Leonardo Ximenes (che a suo tempo fu un astronomo, fondatore dell’Osservatorio di San Giovanni delle Scuole Pie a Firenze). 

Gli scherzi del destino!

Eppure, la sua vita non fu così semplice già dalle discriminazioni subite per via della sua opposizione al regime fascista. 

Dopo aver frequentato il liceo classico, si iscrisse all’Università di Firenze e nel 1945, dopo essersi sposata con Aldo, il suo amico di una vita, si laureò in Fisica con una tesi di astrofisica riguardo una classe di stelle variabili. Proprio in questa occasione iniziò ad occuparsi di spettroscopia stellare che sarebbe diventata la costante della sua vita.

L’insegnamento e la divulgazione

Iniziò nel 1954 a coprire il ruolo di docente presso l’Università di Firenze dopo esser stata assistente per quattro anni. In concomitanza decise di aprirsi verso la divulgazione scientifica grazie alla collaborazione con un quotidiano.

Si trasferì all’Osservatorio di Merate, a Lecco e tenne corsi di astrofisica e radioastronomia presso l’Istituto di Fisica all’Università di Milano.

Fu un trampolino di lancio.

Da qui iniziò a collaborare con università straniere come “visiting researcher” sempre accompagnata dal marito. Dalla California all’Olanda, dalla Francia alla Turchia grazie a borse di studio vinte per concorso non senza fatica e lotta per liberarsi all’ideale della non collaborazione con istituti esteri.

Proprio ad Utrecht conobbe uno dei più importanti astrofisici che hanno contribuito alla storia della moderna astronomia: Marcel Minnaert, direttore dell’Osservatorio che gli affidò uno studio sulla struttura delle atmosfere stellari così da poter affiancare lo studio teorico alle osservazioni.

La prima donna a dirigere un osservatorio astronomico in Italia

Nel 1964 divenne professoressa ordinaria: le venne affidata la cattedra di astronomia presso l’Istituto di Fisica teorica dell’Università di Trieste e come tale ebbe l’incarico della direzione dell’Osservatorio astronomico fino al 1987 (nello stesso anno, ricevette il premio Cultura della Presidenza del Consiglio). 

In questo periodo Margherita Hack, attuò un’opera di grande rivitalizzazione dell’istituzione portandola ad ottenere una rinomanza internazionale. Organizzò concorsi per numerosi posti di ricercatore e di tecnico lasciati vacanti per anni, istituì nuovi programmi di ricerca come la costruzione di un radiotelescopio per l’osservazione dell’attività solare a lunghezza d’onda metriche, mentre continuava la ricerca di osservazioni di stelle variabili.

L’aumentare degli studenti all’Università aumentò di anno in anno tanto da dover creare nel 1980 l’Istituto di Astronomia per poi esser sostituito nel 1985 dal Dipartimento di Astronomia diretto dalla Hack stessa fino al 1990.

Le ricerche e la scomparsa

I suoi studi coprirono diversi settori: le atmosfere delle stelle, l’evoluzione stellare e la classificazione delle stelle. In particolare in tutta la sua vita, si dedicò alla spettroscopia, nel visibile e nell’ultravioletto, dei sistemi a stelle binarie e delle stelle simbiotiche.

Delle numerose opere dell’astrofisica, sicuramente è da ricordare “Stellar Spettroscopy” scritto con Otto Struve a Berkely nel 1959 considerato ancora oggi un testo fondamentale.

Andò in pensione nel 1997 ma la sua opera divulgativa non finì in quel momento. Infatti, nello stesso anno le fu affidata ancora la direzione del Centro Interuniversitario Regionale per l’Astrofisica e la Cosmologia (CIRAC) di Trieste.

Si spense, proprio come una stella, nel 2013 a Trieste all’età di 91 anni.

Nonostante la sua personalità eccentrica, il ruolo di Margherita Hack fu quello di “diffondere la conoscenza dell’Astronomia e una mentalità scientifica e razionale”.

 

 

 

 

 

 

 


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