La rubrica #MeeTheSpeaker è l’occasione giusta per conoscere meglio le professioniste che saliranno sul palco di WomenX Impact il 17, 18 e 19 Novembre 2022 a FICO Eataly Bologna e online.
Il protagonista dell’intervista di oggi è Alessandro Mazzi, Co-founder @Onoblo.

Alessandro, come nasce l’idea di Onoblo e cosa proponete?

«La nostra collaborazione è nata con una mission chiara: contribuire allo sviluppo del benessere lavoro-correlato. Fin dall’inizio, la nostra intenzione è stata quella di avere un impatto positivo sulle persone che lavorano nelle aziende nostre clienti e in senso più ampio nel mondo del lavoro. Quindi, quando i tempi sono stati maturi per costituirci società, non ci sono stati dubbi: noi eravamo, e volevamo essere, Società Benefit. Sviluppiamo interventi su misura di trasformazione aziendale mirati alla semplificazione e al miglioramento dell’operatività, con un’attenzione particolare e costante allo sviluppo personale e alla collaborazione di squadra. Siamo impegnati in trasformazioni digitali, in cui accompagniamo le persone nelle aziende verso una nuova modalità di lavoro. Accompagniamo le aziende che lo desiderano nella loro trasformazione in Società Benefit, partendo dai valori e da modelli di business sostenibili. Lo facciamo con serietà e leggerezza, utilizzando simulazioni, giochi seri, e integrando la filosofia Kaizen con tecniche di coaching»

Si parla di società BENEFIT: cosa sono e perché sono così importanti?

«Le Società Benefit sono imprese che, oltre allo scopo di generare e dividere gli utili, perseguono finalità di beneficio comune e operano in modo responsabile, sostenibile e trasparente, impegnandosi a misurare e valutare il proprio impatto. Le Società Benefit rappresentano un nuovo modello imprenditoriale e, in quanto agenti di cambiamento graduale, contribuiscono allo sviluppo sostenibile dei territori in un’accezione ampia. Le Società Benefit pongono al centro le persone, le relazioni e i territori come valore, dando così risposta a bisogni sociali e aiutando a governare questa transizione in modo virtuoso. A noi piace ricordare ciò che ha detto il premio Nobel per la Fisica Giorgio Parisi: “Il PIL […] cattura la quantità ma non la qualità della crescita. Sono stati proposti indici diversi tra cui l’indice di sviluppo sostenibile e l’indice di benessere economico sostenibile. Se il PIL rimarrà al centro dell’attenzione come adesso, il nostro futuro sarà ben triste. Tutti coloro che pianificano il nostro futuro devono usare un indice che consideri altri aspetti oltre il PIL”. Essere Società Benefit è una scelta — prima di tutto — di valore. Oggi nessun imprenditore può più permettersi di sottrarsi alle proprie responsabilità, bisogna pensare al bene più ampio e a definire un mondo del lavoro socialmente e ambientalmente sostenibile. Stiamo vedendo che il circolo virtuoso si è innescato e le aziende che già sono Società Benefit o B-Corp chiedono ai propri fornitori di essere sostenibili, e fanno scelte di business in questo senso. Noi stessi scegliamo i nostri fornitori in base a criteri precisi e non lavoriamo con aziende che non rispettano consapevolmente i nostri valori di riferimento, inclusa la sostenibilità»

Vi occupate, tra le altre cose, anche di “trasformazione digitale”. Quale pensi sia la situazione in Italia in questo senso e di cosa hanno bisogno le aziende dalla tua esperienza?

«Generalmente le PMI italiane sono impreparate, non hanno una conoscenza sufficiente da permettere loro di gestire la trasformazione digitale in modo adeguato. Questo le espone al rischio di intraprendere un cammino che non le porta al risultato desiderato, oppure che richiede uno sforzo molto maggiore del previsto. C’è un elemento poi che viene spesso trascurato: l’introduzione di uno strumento digitale in azienda implica una revisione dei processi in ottica digitale, un cambiamento del modo di lavorare della persona e dell’approccio mentale al lavoro. È una trasformazione globale dell’azienda che va gestita come tale, per evitare che l’introduzione dell’elemento digitale crei più disagi che semplificazioni o che venga abbandonato dopo poco»

Avete deciso di sostenere WXI come sponsor, da cosa è scaturita questa scelta e quanto secondo te è importante sostenere l’empowerment femminile in azienda?

«Volevamo dare il nostro contributo concreto, e abbiamo pensato che il modo migliore fosse farlo mettendoci la faccia come Onoblo e sostenendo WXI come sponsor. Inoltre, saremo presenti con un workshop per accompagnare le imprenditrici a focalizzare i propri obiettivi di impatto positivo e sostenerle nel diventare protagoniste di un mondo del lavoro che crea benessere. I dati e la nostra esperienza ci indicano che le donne sono particolarmente sensibili ai temi della sostenibilità, e quindi sono i nostri interlocutori ideali, con cui si possono costruire progetti ad alto impatto. Inoltre, Onoblo è impegnata su alcune direttrici ONU per la sostenibilità, per raggiungere i propri obiettivi benefit, e quello del gender gap è uno di essi»


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