La rubrica #MeeTheSpeaker è l’occasione giusta per conoscere meglio le professioniste che saliranno sul palco di WomenX Impact il 17, 18 e 19 Novembre 2022 a FICO Eataly Bologna e online.
La protagonista dell’intervista di oggi è Lucia Cavaciuti, Account Manager di Amazon Web Service, la piattaforma cloud più completa e ampiamente adottata al mondo.

Lucia, un curriculum poliedrico che va dal sales alla Cybersecurity, come nasce questa passione verso il tech?

«La passione del tech è nata da un’opportunità inaspettata: dopo l’università, non avevo idea di cosa voler fare da grande. Tornata da poco da un entusiasmante Erasmus, decisi che volevo continuare ad esplorare il mondo lavorativo all’estero. Ho quindi deciso di applicare per un internship a Londra nel mondo delle Sales Tech, senza sapere davvero a cosa stessi andando incontro e con poche aspettative. L’esperienza si è rivelata galvanizzante e positiva. Mi è stata infatti successivamente offerta la possibilità di partecipare ad un graduate program, ed è da lì che è nata la vera conoscenza e passione del mondo tech e delle vendite. Ho cambiato dopo 5 anni l’azienda e diversi ruoli, passando dalla Cybersecurity al Cloud, ma sempre nell’ambito vendite»

“Donne e Tech” due parole che non sono sempre semplici da associare. Hai mai subito pregiudizi, anche inconsci durante la tua carriera professionale? Come hai reagito?

«Penso che una delle più grandi fonti di pregiudizi sia stata proprio me stessa: avendo iniziato a lavorare in questo ambito da giovanissima, l’impostor syndrome era sempre dietro l’angolo. In un ruolo customer facing in cui i tuoi* collegh* sono principalmente uomini tra i 40 e i 50 anni, mi sono trovata parecchie volte a chiedermi :che autorità poteva avere sul cliente una ragazza di 23 anni con quasi nessuna esperienza lavorativa precedente, perchè un CIO/CEO/CISO doveva ascoltare me? Come avrei fatto a ribattere un obiezione di un mio cliente con molta più esperienza lavorativa, con quale titolo?

Non erano poi da meno i pensieri riguardo all’apparenza: se devo andare dal cliente posso vestirmi in questa maniera o sono troppo provocante? Sto sorridendo troppo? Pensano che non sia abbastanza professionale?

Per diverso tempo questi pensieri si sono tramutati in comportamenti, nel modo di relazionarmi ai miei clienti o nel presentarmi in ambito professionale, molto spesso celando la mia spontaneità e la mia vera personalità.

Tutti pensieri che con il tempo la self-awareness ed esempi di leadership femminile mi hanno aiutato a riconoscere ed affievolire – anche se è un continuo work in progress»

Fai parte della community di “Women@AWS”, raccontaci qualcosa in più sul progetto!

«Women@ è un affinity group aziendale che si occupa di diversity e inclusione sul luogo di lavoro, con particolare attenzione all’empowerment femminile. Insieme a un piccolo gruppo di volontarie stiamo cambiando il modo in cui la nostra azienda si approccia ai temi di inclusione e diversità, grazie a un lavoro di sensibilizzazione basato sull’apprendimento di meccanismi e strategie che rendano l’ambiente aziendale sempre più rispettoso e inclusivo per tutte e per tutti.

Durante l’anno organizziamo diverse iniziative sia interne (eg: training sul linguaggio inclusivo) sia esterne volte all’obiettivo di sensibilizzare al gender gap in ambito tech i* più giovani, con diverse iniziative che stiamo portando avanti con le scuole»

Anche WXI, è un network di donne e uomini che si impegnano nell’implementazione dell’empowerment femminile in azienda, quanto pensi siano importanti iniziative come queste?

«Sono fondamentali. Ritengo che la rappresentazione di figure di leadership femminile in azienda sia necessaria per sconfiggere gli unconsciuos bias sul genere che ad oggi ci sono in ambito lavorativo, soprattutto per alcuni settori – come ad esempio il tech. Community di networking come WXI hanno un ruolo importantissimo per le lavoratrici attuali e le leader del futuro»


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