La rubrica #MeeTheSpeaker è l’occasione giusta per conoscere meglio le professioniste che saliranno sul palco di WomenX Impact il 17, 18 e 19 Novembre 2022 a FICO Eataly Bologna e online. La protagonista dell’intervista di oggi è Nelly Bonfiglio, Managing Director Italia @ Treatwell.
Raccontaci qualcosa in più di te, sul tuo percorso e sulla tua carriera.
Nasco in Sicilia da una famiglia molto umile ma altrettanto esigente che mi fa crescere ambiziosa e con un forte desiderio di affermazione, lo stesso che a 18 anni mi fa fare le valige verso la capitale. A Roma mi laureo prima in filosofia alla triennale, poi in economia alla magistrale e subito dopo, mossa dal mantra the best way to predict the future is to invent it, mi trasferisco a Milano dove muovo i primi passi in Easy Welfare, la start up Unicorno che ha inventato il Welfare e il Work Life Balance per i dipendenti e soprattutto le dipendenti in Italia. A 27 anni divento direttrice commerciale e seguo scaling e acquisizione dell’azienda da parte di Edenred. Nel 2019 la mia fame di imparare mi porta a conseguire un Executive MBA al Politecnico di Milano che mi apre le porte prima di Groupon dove seguo il rilancio del mercato italiano e poi di Codemotion dove mi occupo di internazionalizzazione e digitalizzazione del modello di business. Oggi, con il ruolo di Managing Director Italia, ho deciso di abbracciare la sfida Treatwell di rivoluzionare, tramite il digitale, il mondo del beauty service.
Hai avuto punti di riferimento che ti hanno ispirato durante il tuo percorso
Sicuramente Federico Isenburg, allora CEO di Easy Welfare il quale, mentre scrivevo la tesi sulle politiche di conciliazione vita-lavoro, ha deciso di scommettere sulle mie idee e su di me costruendo insieme un’azienda di successo. Perché lo reputo un punto saldo e di ispirazione nel mio percorso? Per aver compreso la mia voglia di crescere e di farlo in fretta, con tutti i rischi che questo poteva comportare: in estrema sintesi, quello di sbagliare. Concedere agli altri il fallimento è un privilegio di cui sono certa non tutti e tutte nella propria carriera godono. Se oggi ho fatto della cultura dell’errore un caposaldo della mia leadership lo devo sicuramente a lui.
Quali sono le qualità essenziali che deve avere un buon leader?
L’ambizione, che ci aiuta a pensare in grande e l’umiltà per mantenere sempre saldi i piedi a terra: è il bilanciamento tra questi due ingredienti la chiave per una leadership di successo. E quando lo stress e le difficoltà dell’immediato ci allontano da questa infallibile ricetta, ricordarsi di essere umani con gli altri e con sé stessi, è l’unica strada. Sbagliare è fisiologico, così come essere perfetti e piacere sempre a tutti è impossibile. E poi è nell’imperfezione che ci riconosciamo e ci somigliamo. Noi donne siamo ancora più propense alla costante ricerca di approvazione dagli altri che ha come rischio quello di costruire rapporti non autentici e che difficilmente evolvono. È la cosiddetta “good girl syndrome”: accogliere l’errore e ammettere le fragilità possono essere i primi passi per superarla ed essere d’esempio per le leader di domani.
WXI è una community di donne e uomini che si supportano per implementare l’empowerment femminile in azienda, quanto pensi siano importanti questi tipi di network?
Sono fondamentali perché sono fatti da donne, ma soprattutto da uomini. Se l’obiettivo è quello della parità e lo switch culturale il mezzo per ottenerla, è importante che gli uomini vengano coinvolti, sensibilizzandoli, in questa trasformazione. Per farlo è necessario partire da un dibattito aperto e senza pregiudizi, in grado di portare a galla le difficoltà oggettive dovute al gender gap da una parte, e di fare luce sulle soluzioni concrete per superarle dall’altra. Ed è questo che fa WXI: valorizza storie di successo femminili che ispirano le donne a far sentire la propria voce e gli uomini ad essere dei preziosi alleati.
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