La rubrica #MeeTheSpeaker è l’occasione giusta per conoscere meglio le professioniste che saliranno sul palco di WomenX Impact il 17, 18 e 19 Novembre 2022 a FICO Eataly Bologna e online. La protagonista dell’intervista di oggi è Dajana Gioffrè, Chief Visionary Officer @AccessiWay
Il tuo percorso è sicuramente molto interessante e la tua carriera poliedrica. Ci puoi raccontare di più?
Posso dire con una certa tranquillità che la mia carriera rispecchia molto la mia vita e ciò che in un determinato periodo della mia esistenza ha scatenato in me interesse e desiderio di approfondimento. Il lavoro ha sempre conciso, nel mio modo di concepirlo, con il desiderio di spendere il proprio tempo per portare avanti un interesse profondo ma anche una battaglia, il desiderio di cambiare le cose. Per questo quando avevo la necessità di comprendere e comprendermi meglio ho intrapreso gli studi e la carriera più psicologica. La psicologia del lavoro ha rappresentato, insieme al mondo HR, un mondo fatto di aziende e persone, dove la comprensione dell’altro era il fulcro di tutto. Nonostante ciò ho sentito anche il bisogno di approfondire anche l’ambito clinico e quindi mi sono buttata a capofitto nella psicologia della riabilitazione, avendo a che fare ogni giorno con le persone con disabilità, disegnando percorsi di autonomia e di accettazione della loro condizione. Il tutto è stato condito dall’associazionismo e l’attivismo per le persone con disabilità che mi ha portata, ormai più di tre anni fa, a ricoprire un ruolo dirigenziale in un’associazione che si occupa del tema. Quando ho compreso che l’attivismo riguardante l’inclusione delle persone con disabilità era, in sostanza, ciò che comprendevo e gestivo al meglio, come un vestito cucito appositamente su di me, ho deciso di farne il mio lavoro a 360 gradi. Ciò è stato possibile grazie ad AccessiWay, che ha ritenuto che questa scintilla così potente in me fosse un valore aggiunto per l’azienda, tanto da offrirmi un ruolo importante come Chief Visionary Officer. Nel contempo a livello di volontariato continuo a partecipare al dibattito politico per la tutela dei diritti delle persone con disabilità e porto avanti una grande passione, ovvero quella della cinofilia, dirigendo una scuola per cani guida per ciechi.
Una cosa però ha caratterizzato tutto il mio percorso: studiare sempre e comunque ciò di cui mi occupavo, perché quando hai un ruolo di rilievo e ti ritrovi a parlare anche per altri, l’unica cosa che puoi fare è verificare cosa hanno pensato le menti diverse dalla tua e arricchire il loro pensiero con ciò che puoi portare dalla tua personale esperienza.
Che ruolo ha avuto l’innovazione nella tua carriera?
Se non esistesse l’innovazione con ogni probabilità non avrei mai potuto fare alcun tipo di carriera, dunque il suo ruolo è centrale. Io ho una disabilità visiva molto grave, per questo ogni dispositivo elettronico, se accessibile, rappresenta per me un ausilio indispensabile sia per la vita di tutti i giorni sia nell’ambito lavorativo. Per questo identifico nell’accessibilità digitale una delle battaglie per l’inclusione più importante: attraverso i documenti in formato digitale accessibile posso informarmi ed informare, con un sistema di lavoro accessibile posso collaborare con i colleghi e le colleghe in autonomia, attraverso l’innovazione posso identificare soluzioni nuove a problemi reali che vivo non solo io in prima persona, ma che mi vengono segnalati dalla comunity delle persone con disabilità che molto spesso mi ritrovo a rappresentare.
Ed il mentoring?
Quando si vive una condizione di disabilità molto spesso ci si ritrova ad essere la mosca bianca all’interno di un ambiente che per il resto del gruppo con cui hai a che fare, invece, è interpretato e vissuto allo stesso modo. Per questo il mentoring ha avuto un ruolo fondamentale sebbene individuare la persona che potesse comprendere e comprendermi al meglio non sia stato facile. La mia carriera, iniziata ormai anni fa, è stata caratterizzata da una sola persona che ha voluto aiutarmi a smontare pezzo per pezzo ogni mia resistenza al volermi identificare come una lavoratrice come tutte le altre, identificando insieme a me i punti di forza e i punti deboli, indipendentemente dalla mia condizione di salute, e questo è stato liberatorio ed appagante e mi ha dato il coraggio di intraprendere scelte alle volte considerabili pericolose in ambito lavorativo. Quando riesci a ripensare alla tua storia e comprendere quanti traguardi sei riuscita a raggiungere nonostante le difficoltà di contorno e prendi consapevolezza della costanza, l’impegno e la tenacia che sei riuscita a tirare fuori giorno dopo giorno, allora cambi totalmente la tua prospettiva e l’impossibile appare sempre più vicino al possibile. Ed il mentoring per me ha rappresentato questo.
Avete deciso di sostenere WXI come sponsor, da cosa è scaturita questa scelta e quanto secondo te è importante sostenere l’empowerment femminile in azienda?
Il tema dell’inclusione a 360 gradi è il fulcro della vision di AccessiWay, per questo è assolutamente naturale sostenere un evento di questo tipo. Siamo convinti del fatto che di leadership femminile e di minoranze in generale se ne parli troppo poco: ognuno di noi è immerso in una cultura che ci accompagna da quando siamo nati. Ogni comportamento, pensiero e idea sono sporcati da preconcetti e pregiudizi, questo è naturale, e solo eventi come questo, dove il cambiamento portato dalla leadership femminile diventa concretezza fatta di azioni, volti e storie possono cambiare davvero il pensiero generale.
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