Vi diamo il benvenuto in una rubrica “Startup al Femminile” lo spazio del blog ideato e creato da Monica Deledda, dedicato alle donne imprenditrici che aprono una Startup.

Oggi sono felice di intervistare Cristina Pozzi, Amministratrice Delegata di Edulia dal Sapere Treccani, la piattaforma di education technology dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana.

Giovane imprenditrice, divulgatrice, esperta di educazione, scenari futuri e nuove tecnologie, Cristina è stata l’unica italiana scelta dal WORLD ECONOMIC FORUM come Young Global Leader 2019-2024; è autrice di “Benvenuti nel 2050. Cambiamenti, criticità, curiosità” (EGEA, 2019) e co-autrice di “After. Il mondo che ci attende” (BOMPIANI, 2021). Cristina è speaker in centinaia di eventi sui temi del futuro, delle nuove tecnologie, dell’educazione e della sostenibilità e insegna in molte università e business school in Italia e all’estero. Lei viene da Impactscool, startup di ricerca, consulenza e formazione dedicata al Futures Critical Thinking, fondata nel 2016 con Andrea Dusi e poi entrata nel 2021 in Treccani come Treccani Futura (ora edulia).

Ciao Cristina, grazie per essere qui. Raccontaci un po’ chi sei e di cosa ti occupi.

Io sono milanese di nascita ma oggi vivo a Verona: sono cresciuta, ho studiato a Milano e poi, quando ho iniziato a lavorare in consulenza strategica. Ho incontrato quello che poi è diventato il mio socio e da lì mi sono spostata a Verona. Ho un percorso che non mi sarei mai aspettata, di impresa sociale e oggi è impresa culturale ed educativa all’interno del mondo Treccani. Oggi guido questa società si chiama ‘Edulia’, che è una Ed-tech all’interno di Treccani che si occupa di creare contenuti e strumenti digitali per la scuola ma anche per la formazione dopo il percorso scolastico.

Quindi la parola cambiamento, quanto è importante nel tuo percorso di vita e lavorativo? 

E’ un po’ il perno, ma penso nella vita di tutti, anche se non vogliamo ammetterlo, siamo tutti un po’ avversi al cambiamento perché quando ci troviamo bene, quello che facciamo, dove siamo, è difficile pensare di spostarci. 

Però, diciamo che per me cercare di uscire dalla mia zona di comfort è sempre stato un punto fondamentale e, sulla base di questo, anche fare le mie scelte. Quindi, diciamo che tendenzialmente ho sempre cercato di fare un po’ la scelta, anche quella più difficile, quella più lunga, quella più complicata, perché sapevo che sarebbe sempre stata ciò che avrebbe permesso di imparare di più. Una delle prime cose che mi dissero quando iniziai a lavorare in consulenza,

“Tu devi stare in una posizione lavorativa e a ricoprire determinate mansioni finché impari qualcosa di nuovo. Se a un certo punto ti accorgi che non stai imparando, c’è qualcosa che non va e vuol dire che o devi chiedere di cambiare oppure devi cambiare tu completamente strada.”

Certo, non pensavo che i cambiamenti sarebbero stati così radicali perché ho sempre detto di essere una persona avversa al rischio. Avevo in mente il mio percorso di vita a Milano e poi quando Andrea mi ha coinvolto in questa idea di fare impresa insieme, ho scoperto che effettivamente mi piaceva. Quindi per me è centrale il cambiamento.

Lavorando in ambito educativo, mi confronto quotidianamente con il cambiamento perché chiunque di noi si trasforma in quello che ha una relazione con altri, che può essere una relazione di apprendimento o una relazione lavorativa, e quindi lavoriamo proprio su questo: su come facilitare il cambiamento dando un obiettivo e realizzandolo. 

Noi abbiamo due aree: una si occupa principalmente di scuola ed è un’area molto variegata. Cerchiamo di rispondere a tutta una serie di bisogni degli istituti scolastici e delle persone, utilizzando una piattaforma per la didattica digitale. La piattaforma contiene esercitazioni, esperimenti, approfondimenti e contenuti di altissima qualità, creati proprio dal mondo Treccani. La particolarità è che ci sono contenuti pensati proprio per la scuola, per le diverse età e i diversi gradi scolastici.

Gli insegnanti stessi possono creare contenuti a partire da quello che esiste o caricando contenuti direttamente sulla piattaforma, condividerli alla propria classe e all’intera community degli insegnanti. La community non si limiterà solo ad usufruire dei contenuti ma potrà anche premiare i migliori.

Quindi una lezione ben fatta potrà essere usata da tante altre persone, e dentro questa stessa piattaforma paghiamo formazione per i docenti che fanno tantissima attività formativa durante l’anno, e abbiamo proprio una community.

Inoltre, abbiamo tutta una serie di webinar gratuiti (ad esempio sull’orientamento, su marketing, leadership…) su una piattaforma chiamata Masterclass, che è pensata per un percorso successivo agli studi.

Credi che ci sia stato un punto di partenza nel tuo percorso che ti ha permesso di avviare il cambiamento lavorativo imprenditoriale?

Io individuo sempre un momento specifico in cui ho capito e volevo fare questo a tempo pieno. Nel 2005-2006 Andrea mi chiese se volessi aiutarlo a svolgere un’analisi di mercato che gli serviva per far trasformare la sua idea in un progetto concreto. Si trattava di una piattaforma che vendeva esperienze (viaggi, benessere, avventure…). In estate io e Andrea ci trovammo a Verona per lavorare sulla piattaforma e mi sono resa conto di quanto mi piacesse vedere qualcosa a cui avevo lavorato trasformarsi in realtà, mi sono scoperta un po’ imprenditrice. Così dissi ad Andrea che avrei lasciato l’altro lavoro e mi sarei trasferita a Verona per lavorare con lui.

Nel contesto della tua start-up, che ha un forte focus sul digitale, ritieni che l’educazione digitale debba essere integrata nei programmi scolastici?

Sì, si parla di educazione digitale come di una materia che potrebbe essere aggiunta nei programmi scolastici, attraverso strumenti simili all’educazione civica. Tuttavia, ci sono diverse scuole di pensiero su come affrontarla: si potrebbe immaginare di dedicarle una materia a sé stante, oppure integrare il digitale in ogni materia come uno strato trasversale. Personalmente, credo che un approccio trasversale sia più efficace, in modo che ogni insegnamento includa una dimensione digitale. Questo perché il mondo del digitale è sempre più presente nella società odierna e le competenze digitali sono fondamentali per gli studenti.

All’interno del tuo percorso, quale pensi sia stata la sfida più grande che hai affrontato, quella che ha avuto bisogno di più tempo, di più impegno e come l’hai superata? 

Il momento in cui dopo 10 anni abbiamo venduto la nostra prima società per me è stato il cambiamento più grande mai affrontato. Per me è stata una grande sfida perché quando si arriva in fondo a quello che può sembrare il raggiungimento di un obiettivo in realtà ci si rende conto che la cosa più importante è stata il percorso. Quando sei imprenditrice, il tuo lavoro diventa parte della tua identità e non sapevo neanche più come presentarmi, dato che mi trovavo in un momento di passaggio in cui non avevo ancora definito cosa avrei fatto dopo.

Sono ripartita dalle mie passioni e mi sono chiesta cosa mi mancasse per raggiungere determinati obiettivi. Ho capito che mi interessavano temi legati all’innovazione e alla tecnologia, che stavo già approfondendo da un po’ di tempo.

Se dovessi dare tre consigli a chi in questo momento si trova in una situazione di stallo in una situazione che magari è stata simile alla tua scelta del cambiamento come diresti? 
  • Prendersi il tempo necessario prima di intraprendere determinate scelte legate a cambiamenti radicali in ambito personale e professionale, schiarirsi le idee per progettare
  • Ripercorrere i successi ottenuti e domandarsi quali siano i prossimi obiettivi che si vogliono raggiungere, immaginare chi vogliamo essere
  • Avere il coraggio di buttarsi, una volta preso il tempo necessario e definiti gli obiettivi,

 

Monica Deledda