Puntata dal sapore vacanziero per la rubrica Recensioni in Rosa di Alessandra Carminati che per l’occasione seleziona e recensisce per noi una serie di libri di generi diversi, adatti a tutti i gusti. Suggerimenti utili a chi non rinuncia a mettere in valigia una buona lettura e a chi cerca ispirazione!
“Recensioni in Rosa”, la mia rubrica, si prende la sua consueta pausa estiva.
L’estate e il caldo portano con sé la voglia di pianificare nuove avventure, di fare mille progetti, di staccare la spina magari immergendosi in una lettura che faccia sognare o riflettere, che stuzzichi la nostra fantasia e la nostra immaginazione.
Per chi ama leggere, infatti, estate significa ritagliarsi un tempo maggiore per affrontare quei libri che finora si erano trascurati, o per scoprire nuove chicche da aggiungere alla propria lista personale.
Ed è proprio pensando a chi sta cercando ispirazione per valutare possibili libri da “mettere in valigia” che anche quest’anno, per augurare a chi segue la mia rubrica buone vacanze, ne approfitto per consigliarvi qualche titolo che, personalmente, ho trovato davvero interessante.
Cerco sempre, quando fornisco un elenco di titoli, di inserire libri per tutti i gusti e tutti i palati, che potranno farvi compagnia durante le vostre vacanze, ovunque decidiate di andare…
L’ordine in cui li propongo è puramente casuale, dato che, per un motivo o per l’altro li ho apprezzati tutti.
Buona lettura e soprattutto… buone vacanze!
1. “AI 2041” di Kai-Fu Lee e Chen Qiufan
Un’opera arguta e originalissima che si interroga sul ruolo che l’intelligenza artificiale potrebbe ritagliarsi nei prossimi vent’anni.
Scritta a quattro mani da Kai-Fu Lee, ex presidente di Google Cina, e Chen Qiufan, astro nascente della fantascienza cinese, “AI 2041″ è una raccolta di dieci racconti collocati nell’imminente futuro, ognuno dei quali analizza possibili scenari di utilizzo dell’intelligenza artificiale, con i suoi vantaggi e i suoi rischi.
Una lettura affascinante che (pre)vede l’intelligenza artificiale assumere un ruolo sempre più rilevante in ogni parte del globo; le storie, infatti, sono ambientate in luoghi tra loro molto differenti: Mumbai, San Francisco, Africa, Europa, Australia… a suggerire che per l’intelligenza artificiale e il suo sviluppo non ci sono limiti e, soprattutto, non ci sono confini. Ogni storia pone l’accento su un campo diverso in cui l’intelligenza artificiale potrà essere sfruttata maggiormente: medico, scolastico, lavorativo…
A ogni racconto, dove viene usato appunto prettamente uno stile narrativo per trasmettere un messaggio e ancor più un concetto, segue una lettura “tecnica” di Kai-Fu Lee, un’analisi critica che fornisce dettagli più precisi e concreti su quanto l’attuale livello di sviluppo dell’intelligenza artificiale sia compatibile con il futuro immaginato e descritto nel racconto.
Entrambi gli scrittori puntano comunque a sottolineare il ruolo fondamentale dell’umanità nel gestire e nell’affrontare le responsabilità che emergeranno, il tutto per far sì che il progresso dell’intelligenza artificiale possa portare effettivamente a dei miglioramenti e a un’attenta consapevolezza nel suo utilizzo.
2. “Argylle” di Elly Conway
Un libro adrenalico e divertente, una giovane spia tanto improbabile quanto dotata.
Primo romanzo di Elly Conway, pseudonimo dietro il quale si nascondono forse più autori (qualcuno sospettava persino Taylor Swift), “Argylle” ci catapulta di colpo nella vita del suo protagonista: Aubrey Argylle.
Un giovane uomo dal passato insolito, che vive nella giungla del Triangolo d’Oro, cercando per quanto possibile di restare ai margini, di non farsi notare, questo almeno fino a quando, seppur riluttante, si troverà a salvare la vita ad alcuni agenti caduti prigionieri proprio nella sua zona.
Il salvataggio significherà per Argylle due cose: l’abbandono del suo “rifugio” e l’improvvisa attenzione nei suoi confronti di Frances Coffey, responsabile della CIA.
Reclutato nei servizi segreti e inserito in un training intensivo in un gruppo composto dai personaggi più disparati, Argylle si troverà sballottato da un luogo all’altro in una serie di azioni mozzafiato.
Fermare i piani di un magnate russo, scoprire la talpa all’interno del team, salvare il mondo… il tutto cercando anche di inserirsi in un gruppo che non sembra accettarlo completamente e facendo i conti con il proprio passato.
Un libro divertente, a tratti prevedibile, dove l’azione la fa da padrona, non concedendo quasi tregua.
Argylle è un personaggio che mi è piaciuto molto, ben descritto e abbastanza sfaccettato da risultare simpatico.
Una spia sui generis e proprio per questo affascinante nella sua originalità.
Segnalo poi che nel febbraio 2024 è uscito anche un film ispirato al libro, interpretato tra gli altri da Henry Cavill e Bryce Dallas Howard, la cui trama tuttavia si discosta completamente dal romanzo.
3. e 4. “La figlia della dea della luna” e “ Il cuore del guerriero del sole” di Sue Lynn Tan
Sue Lynn Tan ci regala emozioni fortissime con una scrittura magica ed evocativa.
Prendendo spunto dalla mitologia cinese crea un’avventura intensa, romantica e ricca di colpi di scena che si snoda attraverso due libri: “La figlia della dea della luna” e “ Il cuore del guerriero del sole”.
Edizioni curatissime anche nella grafica (più che libri sembrano piccoli capolavori, curati davvero in ogni minimo dettaglio) che trasportano chi legge in un mondo magico dove i protagonisti si muovono su nuvole leggere, utilizzano archi prodigiosi, dimorano in palazzi incantati, descritti con tale maestria poetica da risultare per forza di cose affascinanti.
La protagonista, Xingyin, matura moltissimo nel corso dei due romanzi, affronta difficoltà crescenti e impara a conoscere se stessa e le sue origini, arrivando persino a sfidare nemici apparentemente impossibili da battere.
Battaglie cruenti, astuzie impensabili, amori proibiti, amici che si trasformano in nemici… una lettura che non annoia di certo insomma.
Entrambi i libri sono piuttosto lunghi ma si divorano velocemente, spinti dalla voglia di scoprire cosa succederà a Xingyin e ai suoi cari.
5. “La moglie del giudice” di Ann O’Loughlin
Una storia commovente e spesso difficile, un alternarsi di passato e presente e di ricordi che si intrecciano.
A Dublino, nel 1954, facciamo la conoscenza di Grace, giovane donna che ha sposato il giudice Moran, molto più anziano di lei, per volere della dispotica zia Violet (un personaggio davvero perfido).
Il giudice è un uomo di successo ma freddissimo, incapace di mostrarsi affettuoso verso la moglie. Quando Grace conosce Vikram, un medico indiano che sta tentando di fare carriera in Irlanda, se ne innamora perdutamente, ricambiata.
Sono gli anni Cinquanta e la loro relazione non può passare inosservata, tanto più che Vikram è straniero…
Rimasta incinta, Grace viene separata a forza dall’amante, costretta a partorire in gran segreto e poi internata in un manicomio.
Trent’anni dopo, nel 1984, ritroviamo a Dublino Emma Moran, figlia del giudice e di Grace, tornata a casa dopo la morte del padre (con cui non aveva mai avuto un buon rapporto) per cercare di recuperare memorie perdute da tempo.
Contemporaneamente in India, Vikram sta pianificando di ritornare in Irlanda con la nipote Rosa per capire una volta per tutte cosa sia successo a Grace e piangere sulla sua tomba.
I destini di Vikram, Emma e Rosa si intersecano tra ricordi ricostruiti (numerosi sono i flashback relativi alla vita di Grace) e segreti svelati, fino ad arrivare a un finale commovente, inaspettato e indubbiamente felice.
Una storia delicata, a volte tragica, capace di far piangere e sorridere al tempo stesso. Un finale ricco di speranza che offre ai protagonisti la possibilità di ricominciare da capo e di ricostruire i loro sogni.
6. “Le sette morti di Evelyn Hardcastle” di Stuart Turton
Più che un libro un rompicapo. Più che una storia un intricato labirinto di specchi.
La storia è ambientata a Blackheath House, un maniero ormai in decadenza sperso tra i boschi inglesi. Qui, i coniugi Hardcastle si apprestano a celebrare il ritorno da Parigi della loro figlia Evelyn, organizzando per l’occasione una festa in maschera e invitando diversi ospiti.
Blackheath House, tuttavia, è stata teatro di una tragedia: diciannove anni prima della festa in onore di Evelyn uno dei suoi fratellini era stato ritrovato morto, ucciso apparentemente da Charlie Carver, l’ex guardiano della tenuta.
Sembrerebbero gli ingredienti adatti a creare un perfetto giallo deduttivo, ma l’autore ci sorprende con una scelta stilistica di forte sapore fantastico.
Di capitolo in capitolo il lettore si trova catapultato in un personaggio diverso e a rivivere la stessa giornata, ogni volta con una conoscenza dei fatti differente e con lo scopo finale di scoprire chi sia l’assassino di Evelyn Hardcastle, destinata a morire la sera stessa della festa in suo onore.
Un gioco infinito in cui il narratore è di volta in volta all’interno del corpo di un ospite diverso, come se si trovasse a indossare abiti non suoi che gli permettono di avere accesso a stralci di informazioni che dovrebbero aiutarlo a ricomporre il puzzle.
Il narratore ha a disposizione otto giorni, otto diversi ospiti attraverso cui rivivere la stessa giornata, è una pedina in un gioco le cui regole sembrano sfuggirgli.
Inoltre, non è il solo “giocatore” ma sa che soltanto uno dei “giocatori” potrà abbandonare Blackheath House, una volta fornita la giusta soluzione all’enigma.
La lettura è complessa, soprattutto per i continui rimandi a particolari che solo piano piano assumono senso e per la scelta di incastrare piani diversi di narrazione che sembrano tracciare sentieri labirintici nella risoluzione del caso.
Insolito, ma decisamente originale e ben scritto.
7. “L’assassino è tra le righe” di Janice Hallett
Trama classica ma stile decisamente poco convenzionale. L’intera narrazione procede tramite email, messaggi, articoli di giornale.
Nella piccola cittadina di Lockwood la vita scorre tranquilla, l’unica eccitazione sembra essere costituita dal far parte del gruppo di recitazione, dove amatori più o meno entusiasti si trovano a dover collaborare insieme per mettere in piedi una pièce teatrale.
Inutile dire che a Lockwood si conoscono tutti e tutti hanno il loro ruolo ben definito a cominciare dagli Hayward, la famiglia più importante e rispettata.
Tuttavia, sappiamo fin dall’inizio che l’apparente tranquilla cittadina è stata teatro di un crimine, questo grazie agli scambi di comunicazione di Femi e Charlotte, due studentesse a cui il loro professore di legge ha messo in mano tutte le trascrizioni di email e messaggi che gli abitanti di Lockwood si sono inviati tra loro.
I toni cambiano a seconda di chi scrive e pian piano emerge una storia molto più complicata di quanto ci si potrebbe aspettare.
La nipotina degli Hayward è davvero malata? I nuovi arrivati, l’infermiera Sam e il marito Kel, hanno qualcosa da nascondere?
Cosa è successo quando si trovavano in Africa?
Chi è la vittima?
Chi è davvero insospettabile?
La vicenda si dipana attraverso diverse voci, un coro ben orchestrato che pian piano va a delineare una melodia serrata e avvincente.
Un tocco moderno e un approccio molto interessante alla trama classica del giallo.
8. “La vera storia del pirata Long John Silver” di Björn Larsson
Pubblicato dalla casa editrice Iperborea, specializzata in autori nordici, “La vera storia del pirata Long John Silver” ci permette di conoscere e apprezzare la bravura dello scrittore svedese Björn Larsson.
Il personaggio di Long John Silver, pirata astuto e decisamente opportunista, appare nel romanzo “L’isola del tesoro” di Robert Louis Stevenson, romanzo che è ormai da tempo considerato un classico della letteratura.
Con una certa dose di coraggio, Björn Larsson riprende in mano il personaggio e decide di raccontarne l’intera storia. Larsson lo immagina ormai “in pensione”, dedito a scrivere le sue memorie, ripercorrendo tutti gli episodi dalla sua giovinezza in poi.
Larsson immagina la vita di Silver prima e dopo gli eventi de “L’isola del tesoro”. Una vita fatta di avventure, contrabbando, atti coraggiosi e atti meschini, il tutto fornendo nel contempo al lettore uno sguardo attento sul mondo della pirateria.
Il linguaggio e la narrazione sono a volte crudi e a volte poetici (ad esempio nel descrivere un tramonto o la vastità del mare).
Silver appare come un uomo senza scrupoli ma anche onesto con se stesso e i suoi limiti, capace di raccontarsi per quello che è, gesti buoni e cattivi.
Una storia peculiare il cui merito è anche quello di avvicinarci e conoscere un autore più volte premiato, e decisamente molto bravo.
9. e 10. “La rilegatrice di storie perdute” e “ Il giardino dei fiori segreti” di Cristina Caboni
Cristina Caboni è una scrittrice che mi piace moltissimo.
La sua è una scrittura scorrevole, piacevolissima, di quelle che ti lasciano con il sorriso stampato in faccia.
“La rilegatrice di storie perdute” e “Il giardino dei fiori segreti” sono due suoi libri che ho amato particolarmente e che mi sento di consigliare.
In entrambi troviamo donne forti e coraggiose che hanno voglia di cambiare il loro destino, di mettersi in discussione e che lo fanno portando anche alla luce storie e verità appartenenti al passato.
Ne “La rilegatrice di storie perdute” si intrecciano le storie di Sofia che ai giorni nostri ritrova un libro antico e si getta in una sorta di caccia al tesoro e di Clarice, rilegatrice ottocentesca alla ricerca della sua indipendenza e della sua strada.
Ne “Il giardino dei fiori segreti” due gemelle, Iris e Viola, si ritrovano anni dopo essere state separate dai genitori e imparano a conoscersi e ad affrontare la leggenda legata alla loro famiglia, avvicinandosi alla nonna e pian piano ricostruendo quel passato che può dare loro le risposte che cercano.
Libri che affrontano temi universali: amore, amicizia, scoperta di sé. Il tutto legato a storie intriganti, legate ai libri o ai fiori… Insomma letture perfette per chi ama il lieto fine e una buona dose di mistero.
11. “Mia cara Miss Hunter” di A.J. Finn
Impossibile parlare di questo libro senza incorrere in troppi spoiler.
Sebastian Trapp, noto giallista ormai prossimo alla fine, invita nella sua residenza la giovane Nicky Hunter con la quale da qualche anno intratteneva una corrispondenza epistolare.
Vorrebbe che la giovane, con la quale condivide la passione per i gialli, scrivesse la sua biografia.
Trapp non è solo famoso per I suoi libri ma anche per il fatto che vent’anni prima la moglie e il figlio sono scomparsi misteriosamente, in due posti diversi, la sera di Capodanno e non sono mai stati ritrovati.
Nicky vorrebbe scoprire cosa sia successo e per questo accetta l’invito di Trapp.
Nella dimora dello scrittore conoscerà la figlia di lui Madeleine e la seconda moglie, Diana.
Ma il passato è tutt’altro che sepolto e ben presto le cose si complicano.
Cosa è successo veramente alla prima moglie di Trapp e al figlio? Li ha uccisi lui?
E chi è davvero Nicky Hunter?
Atmosfere hitchcockiane e trama insolita, un buon connubio.
12. “Tutti su questo treno sono sospetti” di Benjamin Stevenson
Torna Benjamin Stevenson dopo il successo di “Tutti nella mia famiglia hanno ucciso qualcuno”.
Anche in questo secondo romanzo troviamo il nostro Ernest Cunningham, stavolta bloccato su un treno mentre attraversa l’Australia insieme ad altri autori di libri gialli.
Anche in questo caso i delitti non si faranno attendere, mentre Ernest cercherà suo malgrado di sbrogliare la matassa.
Divertente come se non più del primo, ironico nell’analizzare le regole del giallo e nel continuo rivolgersi di Ernest ai suoi lettori, in una sorta di conversazione continua.
Brillante.
13. e 14. “Un bacio prima di morire” e “ I ragazzi venuti dal Brasile” di Ira Levin
Ira Levin è un autore a mio parere da riscoprire.
Probabilmente, a livello inconsapevole, lo conosciamo tutti e questo perché dai suoi libri sono stati tratti film di enorme successo (andate a ricercarlo su Wikipedia per conoscere tutta la sua opera, vi stupirete da quanti generi diversi abbia toccato con i suoi romanzi).
Molto conosciuto è ad esempio il suo romanzo “La fabbrica delle mogli” che è stato portato sullo schermo ben due volte, la prima nel 1975 (il film aveva lo stesso titolo del libro) e la seconda nel 2004 con il titolo “La donna perfetta”, protagonista Nicole Kidman.
“Un bacio prima di morire” e “I ragazzi venuti dal Brasile” sono altri due suoi romanzi, forse meno conosciuti oggi, che sono stati trasportati sullo schermo.
Il primo ha ispirato il film del 1991 con Matt Dillon, mentre il secondo è stato interpretato da Gregory Peck e Laurence Olivier in una pellicola datata 1978.
In effetti, la scrittura di Ira Levin non solo è molto “cinematografica” ma è terribilmente attuale.
Entrambi i romanzi sono stati recentemente ripubblicati nella collana BigSur e ne consiglio vivamente la lettura.
Si tratta di due trame tra loro molto diverse ma caratterizzate da una certa suspense, da un ritmo serrato e, nel caso de “I ragazzi venuti dal Brasile”, si può pensare a una nota fantapolitica.
Ci si interroga sul male, sulle sue radici e sui suoi limiti.
Letture che non lasciano indifferenti e che si muovono sul confine sottile tra tensione e scorrevolezza.
Bene, concludo qui i miei consigli!
Spero che anche stavolta vi possano essere utili e che, qualsiasi libro decidiate di portare con voi in valigia, possa diventare per voi un fantastico compagno di viaggio!
Buona estate!!!
Alessandra Carminati