Benvenutə in “LeadHer”, rubrica curata da Serena Marmo

Professionista nel settore Tech & Digital e voce appassionata per l’empowerment femminile in ambito STEM. Questo spazio è dedicato a esplorare come valorizzare il talento e ispirare il cambiamento personale e professionale superando sfumature di genere, generazione o background

 

Dopo aver identificato in modo efficace gli obiettivi della nostra strategia e averne definito le fasi attuative con il metodo POP, eccoci infine all’ultimo ma fondamentale step: il momento di misurare i risultati.

Misurare significa essenzialmente quantificare e confrontare la realtà secondo parametri di riferimento: un approccio che aiuta a dare ordine alle informazioni e a prendere decisioni più consapevoli. Nel contesto della gestione organizzativa e strategica, misurare i risultati equivale a tradurre obiettivi e piani in dati concreti, rendendo tangibile ciò che altrimenti resterebbe astratto.

“Misura ciò che è misurabile e rendi misurabile ciò che non lo è”

Galileo Galilei

Trasformare ogni aspetto rilevante in qualcosa di misurabile è indispensabile per poterlo comprendere e gestire al meglio. In altri termini, non si può gestire ciò che non si può misurare: senza metriche e riscontri oggettivi, una strategia aziendale rimane un insieme di buone intenzioni, mentre la misurazione fornisce la bussola per orientarsi verso il successo.

 

Perché è importante misurare i risultati?

La misurazione dei risultati riveste un ruolo cruciale per la realizzazione degli obiettivi prefissati, non solo al termine di un progetto, ma anche e soprattutto in itinere, cioè durante tutto il percorso di implementazione della strategia. Vediamo insieme perché.

  • Verificare l’allineamento tra obiettivi e risultati

La misurazione consente di confrontare i risultati effettivi con gli obiettivi prefissati, assicurando che le azioni intraprese siano in linea con la strategia. Se i dati mostrano uno scostamento significativo rispetto agli obiettivi, ciò segnala la necessità di riallineare gli sforzi ed evita di investire risorse in attività che non contribuiscono realmente ai risultati attesi

  • Individuare criticità o gap nell’esecuzione

Monitorare i progressi in itinere aiuta a far emergere tempestivamente problemi, colli di bottiglia o inefficienze nel processo. Gli indicatori di performance fungono da campanello d’allarme quando qualcosa non sta funzionando a dovere, permettendo di identificare dove l’esecuzione si sta bloccando o rallentando, per intervenire miratamente

  • Apportare azioni correttive in corso d’opera

Misurare regolarmente significa poter intervenire subito. Quando i dati evidenziano una tendenza negativa o risultati inferiori alle aspettative, si possono apportare correzioni e aggiustamenti prima che i problemi diventino gravi o irreversibili. Questo approccio proattivo rende la strategia adattabile, consentendoci di modificare piani e tattiche in tempo reale sulla base delle evidenze raccolte e di mantenere la rotta verso gli obiettivi finali

  • Stimolare il miglioramento continuo e l’apprendimento

Le misurazioni fungono anche da feedback per il team e l’organizzazione. Analizzando i risultati ottenuti (sia positivi che negativi), si può imparare dall’esperienza individuando aree di sviluppo futuro. Questo alimenta un ciclo di miglioramento continuo: i dati raccolti indicano cosa ha funzionato e cosa no, guidando l’ottimizzazione di processi e strategie nelle iterazioni successive. In sostanza, misurare i risultati aiuta a trasformare ogni progetto in un’opportunità di crescita e apprendimento

 

Strumenti per misurare i risultati strategici e organizzativi

Molti strumenti per misurare la performance strategica vengono percepiti come complicati, adatti solo a organizzazioni strutturate che possono investire risorse dedicate. In realtà, esistono strumenti semplici e flessibili che chiunque può adottare per tenere sotto controllo i propri obiettivi strategici. In questo capitolo ne approfondiamo una selezione, scelta in base a criteri precisi: user experience semplice e immediata, efficacia in contesti strutturati o più flessibili, facilità di adozione e utilizzo, senza necessità di competenze tecniche avanzate.

Grazie a questi strumenti, potrai tradurre la tua visione in indicatori concreti, monitorare il progresso in modo continuo e prendere decisioni informate basate su dati reali.

 

1. KPI: la bussola per la tua strategia

I KPI (Key Performance Indicators) sono metriche quantificabili che misurano il progresso verso obiettivi strategici, traducendo un obiettivo in un numero concreto da monitorare nel tempo. Un buon KPI mantiene il focus su ciò che conta davvero e aiuta a identificare prontamente aree di miglioramento. Per esempio, un libero professionista può impostare indicatori come il fatturato mensile, il numero di nuovi clienti acquisiti o il tasso di completamento dei progetti per monitorare la crescita del proprio business. In organizzazioni strutturate, si possono definire KPI di squadra (es. percentuale di progetti consegnati nei tempi, soddisfazione del cliente, volume di vendite per venditore) per valutare le performance del team e mantenerlo allineato agli obiettivi aziendali.

Definire un KPI non richiede strumenti complessi, l’importante è scegliere strumenti in linea con le proprie competenze e necessità specifiche. Spesso basta un foglio di calcolo (Excel o Google Sheets) per creare una tabella di monitoraggio con target e risultati effettivi, magari utilizzando template preimpostati reperibili online. Per esigenze più avanzate, esistono dashboard e software (anche freemium, come ClickUp e Klipfolio) che semplificano la raccolta automatica dei dati e la visualizzazione degli indicatori.

Misurare risultati KPI

 

2. Balanced Scorecard: una visione a 360° della strategia

La Balanced Scorecard è un sistema di misurazione delle performance che affianca ai tradizionali indicatori altre prospettive strategiche​. Introdotta da Robert Kaplan e David Norton negli anni ’90, questa metodologia rivoluzionò il modo di valutare i risultati perché considera diverse prospettive per bilanciare la visione sui profitti con il monitoraggio della soddisfazione dei clienti, l’efficienza operativa e la capacità di innovazione e formazione continua. Così la Balanced Scorecard collega la strategia di alto livello con misure operative quotidiane, offrendo una vista d’insieme equilibrata e di facile comunicazione a tutta l’organizzazione.

Sebbene nasca per aziende strutturate, i suoi principi si adattano a vari contesti in cui si voglia tradurre la strategia in azioni misurabili. Per esempio, un libero professionista che offre servizi potrebbe impostare una mini-scorecard con cui mantenere un equilibrio tra guadagni (e.g., reddito mensile), soddisfazione dei clienti (e.g., valutazione media delle recensioni ricevute), efficienza e sviluppo di competenze (e.g., ore di formazione seguite al mese).

In fase iniziale si può procedere con strumenti semplici: ad esempio esistono modelli gratuiti di Balanced Scorecard già pronti in vari formati, oltre a tool dedicati disponibili online, quali guide ed esempi forniti dal Balanced Scorecard Institute o software come BSC Designer.

Misurare risultati Balanced Scorecard

 

3. Analytics: i dati che guidano le decisioni

Nel contesto della misurazione strategica, il termine Analytics indica l’insieme di metodi e strumenti per raccogliere, monitorare e analizzare i dati relativi alle proprie attività. Usare efficacemente i dati offre un vantaggio competitivo significativo nell’economia odierna, sempre più rapida e guidata dalle informazioni​. Il valore aggiunto è la dimensione oggettiva: l’analisi porta alla luce ciò che funziona e cosa no, permettendo di basare strategie su evidenze anziché su sole intuizioni.

Ambiti di utilizzo: gli Analytics si applicano a qualsiasi situazione in cui esistono dati da interpretare. Infatti, chi gestisce un business personale spesso utilizza strumenti di analytics per il marketing e le vendite, così come in azienda, ogni reparto può sfruttarli per ottimizzare le prestazioni interne.

Grazie all’accessibilità della tecnologia, gli analytics possono essere utilizzati in modo relativamente semplice, sfruttando strumenti gratuiti o con interfacce intuitive. Un caso classico è Google Analytics, così come gli analytics integrati nei social e nelle altre piattaforme: ad esempio Instagram e Facebook offrono Insights gratuiti che mostrano l’andamento di follower e interazioni; le piattaforme email marketing mostrano tassi di apertura e clic; i software gestionali producono report sulle performance operative. Spesso questi strumenti sono già pronti all’uso e richiedono solo di saper leggere i risultati, fornendo la possibilità di aggregare i dati da fonti diverse e creare cruscotti personalizzati.

Misurare risultati

4. Benchmarking: misurarsi con i migliori per crescere

Il Benchmarking è il processo di misurazione delle prestazioni rispetto agli altri players, tipicamente concorrenti diretti o standard di settore, allo scopo di capire dove ci si posiziona. Questo strumento è fondamentale per ottenere intuizioni preziose: grazie al confronto, è possibile individuare gap di performance, adottare best practices e promuovere un miglioramento continuo. In sintesi, il benchmarking fissa dei parametri di riferimento esterni che aiutano a dare un significato ai propri numeri. Un libero professionista può confrontare i propri prezzi e la soddisfazione dei clienti con quelli di altri nella stessa nicchia e zona geografica, per capire se è allineato al mercato. Oppure, un piccolo e-commerce può paragonare il tasso di conversione del suo sito con statistiche pubbliche di settore per stabilire obiettivi realistici e individuare aree dove investire per colmare il divario con i migliori concorrenti.

Perché il benchmarking sia efficace bisogna identificare cosa confrontare (quali KPI o processi) e con chi/ che cosa confrontarsi. La ricerca delle informazioni comparative è spesso la parte più impegnativa, ma ci sono diversi strumenti e fonti che aiutano:

  • Dati pubblici e report di settore: molte associazioni di categoria, società di consulenza o aziende pubblicano periodicamente benchmark medi
  • Strumenti online per analisi competitiva: in ambito digitale esistono servizi che permettono di comparare le proprie metriche con quelle dei concorrenti. Un caso è SimilarWeb, piattaforma che offre insight sul traffico web; strumenti di market analysis, come Capterra, possono aiutare a comparare prezzi, caratteristiche di prodotti o soddisfazione clienti su scale più ampie
  • Collaborazione e networking: a volte il benchmarking avviene in modo informale attraverso il confronto diretto con altri professionisti. Partecipando a incontri del proprio settore, si possono raccogliere informazioni qualitative su come altri affrontano e gestiscono i problemi

Misurare risultati Benchmark

 

Da misurazione ad azione

“Il controllo senza l’azione è semplicemente un hobby”

Ishikawa Kaoru

Misurare i risultati è solo metà dell’opera: il vero valore sta nel tradurre quei dati in decisioni e miglioramenti concreti. Se non si è disposti ad apportare cambiamenti sulla base dei nuovi insight forniti dai dati raccolti, qual è il senso di investire tempo e risorse nella misurazione?​ In altre parole, dati e analisi devono sfociare in azione – altrimenti la misurazione resta fine a sé stessa, senza impatto strategico.

Operativamente, passare dai numeri all’azione richiede un approccio strutturato. Dopo aver raccolto e analizzato i risultati, occorre identificare le cause delle deviazioni (positive o negative) e decidere come intervenire. Il tutto va inserito in un ciclo continuo di miglioramento, riesaminando a intervalli regolari gli indicatori dopo l’implementazione delle azioni correttive, così da verificare l’efficacia delle modifiche e adattare ulteriormente la strategia se necessario.

Definire l’obiettivo, implementare la strategia e misurare i risultati: è tempo di mettere in pratica!

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Serena Marmo