RUBRICA ” SELF MADE WOMAN” – INTERVISTA A LUCIA ABBINANTE

La rubrica” Self Made Woman” a cura di Alessandra Quaranta, presenta un format di interviste rivolto a professioniste che hanno raggiunto traguardi importanti nella loro vita professionale, con la forza della loro capacità, intraprendenza e tenacia, fonte di ispirazione per progetti di crescita comune in chiave femminile.

Lucia Abbinante, 34enne barese, è Direttrice Generale dell’Agenzia Nazionale per i Giovani dal primo settembre 2020. Esperta di media education e innovazione sociale, con una notevole esperienza nelle metodologie basate sull’educazione non formale e sul tema dell’attivazione giovanile.
Per la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha collaborato con il Dipartimento per le Politiche Giovanili ed il Servizio Civile Universale e con il Dipartimento per le Pari Opportunità. Nel 2019 ha assunto il ruolo di Consigliere per l’innovazione ed i progetti speciali nei settori giovani e sport presso gli uffici di diretta collaborazione del Ministro per le Politiche Giovanili e lo Sport.

 

 

Direttrice ANG, esperta di innovazione sociale, mamma, donna. Chi è Lucia?

Un’adolescente di un quartiere di Bari, Carbonara, definito da molti periferico per non dire “non interessante, nel tempo, tra i progetti di chi è stato chiamato a decidere”. Una studentessa che ha costruito il suo percorso di vita, partendo proprio dal quartiere in cui è nata. Una professionista in continua formazione, che ha potuto coltivare le primarie competenze di vita partendo dall’attenzione ai bisogni delle comunità, dai progetti di prossimità, dall’ascolto dei giovani sul campo. Una mamma che crede nel valore della collaborazione, della condivisione, della comunità, soprattutto quando si tratta di parlare di figli e di società equa e al plurale.

Ci racconti brevemente la tua carriera, le difficoltà incontrate ed i risultati di cui sei più orgogliosa?

Per 10 anni ho animato e co-coordinato le attività di Radio Kreattiva, la prima web radio antimafia italiana partecipata dagli studenti e dalle studentesse e basata sul metodo delle redazioni diffuse, premiata e riconosciuta come best practice a livello nazionale. Nel 2015 sono approdata all’ideazione e al coordinamento di Sarai, il primo network istituzionale di digital radio dei giovani promosso dall’Autorità Garante Infanzia e Adolescenza e successivamente ho co-ideato il Network Indifesa di “Terre des Hommes Italia”, la prima rete di web radio e giovani ambasciatori contro la violenza e le discriminazioni di genere.
Fino al 2018 ho collaborato al programma “Fuoriclasse”, per la promozione del benessere a scuola, e al Movimento Giovani Sottosopra per Save the Children e mi sono occupata inoltre di numerosi progetti di rigenerazione culturale delle periferie e svolto docenze in comunicazione e progettazione sociale.
Nel 2018, per il Comune di Bari, ho facilitato la costruzione delle Reti Civiche Urbane. Dal 2018 ho cominciato ad occuparmi di politiche giovanili presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e dal 2020 ho assunto la guida di Agenzia Nazionale per i Giovani.

Credo che l’incontro con i ragazzi e le ragazze di Associazione Kreattiva- dottorandi di ricerca, studenti e studentesse universitari e cittadine e cittadini attivi provenienti da diversi quartieri della città di Bari- mi abbia cambiato radicalmente la vita. Sono figlia della periferia “culturale” e questo certamente ha rappresentato inizialmente un enorme gap da affrontare per me, un limite alla visuale ampia che un giovane dovrebbe poter avere davanti a sé quando pensa o guarda all’avvenire. Kreattiva, insieme all’Università, sono gli strumenti di inclusione e integrazione territoriale che hanno agito in quegli anni sulla mia persona e sulla mia formazione, consentendomi di costruire un percorso in divenire, intriso di sogni ma anche fatto di moltissimo realismo.

Sono soddisfatta dell’esperienza che ho consolidato sulla partecipazione e l’attivazione giovanile, quotidianamente a contatto con tantissimi ragazzi e ragazze, nei cui progetti di vita attuali, riconosco nitidamente i valori che hanno connotato i programmi che ci hanno visto crescere insieme e lavorare al cambiamento sociale. Proprio perché la semina talvolta è invisibile e anche faticosa, sono particolarmente orgogliosa di veder crescere i fiori dopo anni.

Qual è stato l’errore dal quale hai imparato di più?

Subito dopo la laurea triennale mi sentivo smarrita e mi sono concessa un anno di stop, un momento di pausa che inizialmente credevo fosse… un enorme errore!

Invece è stato molto utile a conoscere me stessa e a definire i miei obiettivi. In effetti oggi il gap year, molto diffuso a livello europeo, risente spesso (ed erroneamente!) di una scarsa considerazione. Credo invece che sia un’ottima occasione per riflettere sulla propria vita, per approfondire la conoscenza di se stessi, dei propri limiti e delle proprie capacità, con l’obiettivo di ripartire in maniera più chiara e decisa.

Qual è stata la lezione lavorativa che ti è servita di più?

Assumere un ruolo di leadership da appena ventenne e, conseguentemente, delle responsabilità in termini di visioni, di idee, di budget, di gestione, di risorse umane, è stata la lezione sul campo più importante che mi sia stata impartita. Ho imparato l’arte della mediazione e soprattutto che sarebbe stato importante perfezionarmi con un percorso di studi più improntato al management, che poi ho intrapreso.

Avendo quasi sempre assunto ruoli di coordinamento, dal lavoro mi è servito in questi anni aver imparato a fallire, a lasciar andare, che “l’ottimo è nemico del buono”. Mi è servito imparare a competere collaborando, a delegare tantissimo perché le idee, senza le persone pronte a perseverare per ricavarne sempre nuove forme, falliscono.

Quanto il tuo vissuto famigliare (e l’educazione ricevuta) ha condizionato le tue scelte lavorative? 

Sono cresciuta in una classica famiglia figlia degli anni 80. Mia madre ha scelto di non lavorare per restare con noi a casa e questo è ciò che più ha condizionato le mie scelte. Tutto è partito dal tema dell’indipendenza femminile che io vedevo molto chiaro a partire dal vissuto famigliare, nonostante mio padre e mia madre abbiano sempre gestito tutto in maniera equa. Mia madre a casa, in termini culturali, è sempre stato per me un sottrarre delle opportunità piuttosto che darcene e, in effetti, sono stata incoraggiata all’autonomia, alla rottura di un modello di cui tante donne sono state e sono storicamente vittime. Nel 2018 ho cominciato a lavorare a Roma, pur avendo un bambino di 1 anno. Il mio vissuto aveva da molto prima rafforzato in me, con molta chiarezza, la madre e la professionista che avrei voluto essere. Nel tempo, mi è sempre più chiara anche l’idea di come dovrebbe essere il contesto che garantisca a tutti la libertà di prendere determinate scelte lavorative.

Quali sono state le risorse (libri, persone) che ti hanno supportato o ispirato? 

Ho frequentato una scuola che si chiama “Pietro Calamandrei”.  A 14 anni, l’allora Sindaco della mia città, ci consegnò una copia della Costituzione. Questi due passaggi sono stati una sorta di illuminazione. Le parole di Calamandrei sulla Costituzione, rivolte ai giovani, mi hanno fatto rintracciare “lo spirto guerrier che entro mi ruggeva“. A completare il quadro, la mia professoressa di lettere Anna Zito. Era innanzitutto un’artista con le nostre vite. Dipingeva nei nostri percorsi come fossimo tele. Una “fata ignorante”, dritta come una freccia e ricca di ispirazioni. Più in là avrei conosciuto un altro Maestro, il sociologo Tonino Ciaula, che per me è stato fonte di coraggio per transitare con le idee dalla periferia al “centro”. In questi anni ho incontrato molte donne che sono diventati veri e propri pilastri per me. Le loro storie di vita, di Amore, di conciliazione, di tenacia, mi hanno dato forza ed energia. Anche l’analisi junghiana ritengo sia una risorsa estremamente supportiva e ispirante.

Quali suggerimenti daresti alle professioniste che vogliono realizzarsi in ambito lavorativo?

La realizzazione professionale, in generale, è un percorso fatto di piccoli pezzi che improvvisamente diventano grandi. Dove grandi, in realtà, è l’unione di tutto il piccolo che si è coltivato nel tempo. Penso che “viverlo”, nel senso di costruirlo camminando, un percorso lavorativo sia fondamentale così come fondamentale è cercare di non perdere di vista i propri valori ed il proprio sentire. Disciplina, passione e sacrificio fanno la differenza.

Come poter coniugare vita privata e lavorativa senza rinunciare ad una delle due? Quali risorse secondo te dovrebbero essere alla portata di tutte le professioniste?

Mi scrivono moltissime ragazze perché, quando diventano madri, non riescono spesso a continuare a costruire e realizzarsi nel percorso lavorativo. Conosco le ostilità culturali da vivere e la difficoltà nel trovare il supporto necessario alla realizzazione. Il mio percorso lavorativo è attualmente basato su un solido welfare di comunità (in larga parte familiare) che non può essere certamente, da solo, la base sulla quale costruire una carriera. Servono interventi decisivi dello Stato a sostegno della natalità, meno buone intenzioni e più risorse. Asili nido, congedo paritario, tempo prolungato, organizzazione più flessibile del lavoro, supporto senza indugio al lavoro femminile, condivisione della funzione di accudimento e cura, solo per citarne alcune.

Women X Impact Challenge: indicaci 3 professioniste che secondo te possono essere un modello per la nostra community Women x Impact da taggare e invitare nelle prossime interviste!

Nomino:

  • Martina Rogato: Sustainability Consultant & Contributor, attivista per i diritti umani, co-fondatrice di Young Women Network e Portavoce di Women20, l’engagement group ufficiale del G20 sulla parità di genere.
  • Chiara Buongiovanni: Giornalista pubblicista, progetta e svolge attività formativa in tema di innovazione sociale e cittadinanza attiva, negli anni ha studiato e progettato per l’empowerment della società civile nella promozione e protezione dei diritti umani.
  • Ilaria Mardocco: International Area Coordinator – Trainer, specializzata nella cooperazione internazionale, nella tutela dei diritti umani e della tutela ambientale.

 

Grazie Lucia per averci concesso questa intervista per la nostra Community!

 


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