Per il quarto anno consecutivo, Alessandra Carminati ci propone, come tradizione in vista della pausa estiva, una puntata dal sapore tutto vacanziero della sua rubrica Recensioni in Rosa.
Anche stavolta Alessandra ha selezionato e recensito per noi una serie di libri di generi diversi, in grado di soddisfare i gusti più variegati.
Suggerimenti utili per chi non rinuncia a mettere in valigia una buona lettura e per chi cerca ispirazione!
Questa volta, poi, non troveremo nella sua lista solo libri… ma anche una piccola sorpresa!
“Recensioni in Rosa”, la mia rubrica, si prende la sua consueta pausa estiva.
Ma niente paura… so benissimo che, per chi ama leggere, estate significa ritagliarsi un tempo maggiore per affrontare quei libri che finora si erano trascurati, o per scoprire nuovi titoli da gustarsi e aggiungere alla propria lista personale.
Per questo, proprio pensando a chi sta valutando quali (e quanti) libri “mettere in valigia”, anche quest’anno approfitto di questo mio spazio per suggerire qualche titolo che, personalmente, ho trovato davvero interessante.
Come al solito cerco di proporre una lista variegata, composta da libri tra loro diversissimi, sia per genere che per stile di scrittura, in modo tale da offrire un “panorama” letterario abbastanza ampio, che possa soddisfare gusti disparati.
L’ordine in cui li presento è sempre casuale dato che, per un motivo o per l’altro, li ho apprezzati tutti.
Insomma, ovunque decidiate di andare, spero che uno, o più, di questi libri potrà tenervi compagnia e, perché no, farvi sognare…
Stavolta, però, aggiungo anche una piccola sorpresa: oltre a una bella lista corposa di libri, a fine articolo ho inserito anche tre serie targate Netflix, due tratte da romanzi e una da una pièce teatrale, che ho trovato particolarmente ben fatte e che mi sento di consigliare.
Buona lettura (o visione) e soprattutto… buone vacanze!

1.“Delitto al ballo” di Julia Seales
Impossibile negarlo: in questo periodo i romanzi ambientati nell’epoca della Reggenza inglese sono diventati di moda. Sarà forse l’effetto “Bridgerton”, sarà che si tende a romanticizzare moltissimo quel momento storico… sta di fatto che il risultato è una serie piuttosto nutrita di opere che ci propongono eroine che si barcamenano come meglio possono in un contesto non proprio favorevole all’indipendenza del genere femminile, con risultati sorprendenti (anche se un tantino anacronistici).
In questo contesto, la scrittrice Julia Seales riesce tuttavia a farsi notare, nonostante anche lei abbia scelto la Regency Era quale sfondo per ambientare la sua storia. Il suo romanzo d’esordio, “Delitto al ballo” si contraddistingue grazie a un’ironia pungente e a una vena comica neanche troppo celata.
Beatrice Steele, la giovane donna protagonista, vive a Swampshire, un piccolo e quanto mai strambo paesino inglese, un luogo in cui tutto deve sottostare a rigidissime regole di comportamento e buona condotta (e dove vivono improbabili ranocchie luminescenti). Maggiore di tre sorelle, sua madre la vorrebbe accasata, anche e soprattutto per evitare che la loro casa vada in eredità al cugino viscido e decisamente poco piacevole (e qui chi conosce bene “Orgoglio e pregiudizio” può notare qualche piccola rassomiglianza).
Ma la nostra Beatrice nasconde un segreto: la passione sviscerata per i gialli e i crimini. Non a caso segue regolarmente sui giornali le gesta di un investigatore privato londinese, da vera fan accanita.
Certo, la sua è una passione che deve tenere nascosta, non si addice a una signora ma, quando l’omicidio arriva a turbare Swampshire durante quello che doveva essere un semplice ballo, ecco che la sua vera natura, la sua curiosità (e la complicità con l’affascinante detective Vivek Drake) la aiuteranno moltissimo a venire a capo della vicenda, davvero intricatissima e piena di colpi di scena.
Personaggi bizzarri, humour a volte persino surreale, situazioni comiche e assurde… tutti ingredienti che scuotono un po’ i cliché dei romanzi regency e ci regalano una lettura allegra e fresca, ideale per staccare la spina e distrarsi.
Un secondo romanzo, con le nuove avventure di Beatrice, è appena uscito in lingua inglese e, visto il successo del primo, credo che anche questo verrà presto tradotto in italiano.
2.“Sinister. La città delle ombre” di Gareth Rubin
Gareth Rubin mi aveva completamente conquistata con il suo romanzo “The Turnglass – La clessidra di cristallo” sia per il suo stile eccezionale che per la sua capacità di dare vita a una trama insolita e imprevedibile, caratterizzata da un incastro di dettagli e situazioni davvero fuori dal comune.
Ebbene, con questo nuovo romanzo continua a non deludermi.
Stavolta sceglie di utilizzare per la sua trama personaggi che sono vere e proprie leggende della letteratura: Sherlock Holmes e il professor Moriarty (non a caso il titolo originale dell’opera, “Holmes and Moriarty”, sottolinea fin da subito con lampante chiarezza questo aspetto).
I due “titani”, incredibile ma vero, si ritroveranno loro malgrado a “collaborare” per risolvere un mistero a cui solo due menti brillanti come le loro possono sperare di venire a capo.
Il romanzo si compone di capitoli in cui si alternano i punti di vista non, come ci si potrebbe aspettare, di Sherlock e Moriarty, ma dei loro due collaboratori/bracci destri: il pacato dottor Watson e il colonnello Sebastian Moran.
Se quest’ultimo viene reso diciamo un tantino più “rozzo” (sembra quasi una specie di sgherro dal linguaggio sboccato) della sua versione originale descritta dalla penna di Doyle, per quanto riguarda il dottor Watson il suo personaggio è invece esattamente come potremmo aspettarci, niente di più e niente di meno.
La storia si snoda attraverso più location, incastrando tra loro anche eventi apparentemente slegati fino all’incredibile finale che riesce a rimettere insieme tutti i pezzi in un disegno preciso e difficilmente prevedibile.
Un buon giallo, originale quanto basta (cosa non facile considerato la “fama” dei personaggi e le conseguenti aspettative dei lettori), e capace di tenere con il fiato sospeso fino all’ultima, incredibile rivelazione.

3.“Precipizio” di Robert Harris
Robert Harris è uno di quegli scrittori che non necessiterebbe di presentazione.
Autore di libri quali “Fatherland”, “Enigma”, “Conclave” tanto per citarne qualcuno (alcuni probabilmente si ricorderanno i film tratti proprio da questi romanzi), si caratterizza per uno stile di scrittura serrato e scorrevole al tempo stesso e per l’estremo lavoro di ricerca storica che si cela dietro la maggior parte delle sue opere.
In “Precipizio”, Harris ambienta la vicenda nella Londra del 1914, alle soglie dello scoppio della Prima Guerra Mondiale.
Harris si concentra sulla relazione tra il Primo Ministro Asquith e la giovane aristocratica e socialite Venetia Stanley, e su quanto essa in qualche modo influisce sulla difficile realtà storica che i personaggi stanno vivendo, tra dettagli reali, decisioni complesse e giochi di potere.
Quello che colpisce maggiormente sono le lettere del carteggio Asquith-Stanley che si inseriscono agevolmente nella trama, contestualizzandola e dandole forma.
Notevole il fatto che, come riporta lo stesso Harris, tutte le lettere di Asquith riportate nel romanzo sono autentiche, mentre sono state ricostruite quelle di Venetia Stanley.
Un thriller storico capace, proprio grazie a questo espediente narrativo, di fornire un possibile punto di vista privilegiato sulla psicologia dei personaggi, sulle loro paure e sui loro desideri, il tutto mentre intorno a loro si combatteva una guerra che avrebbe cambiato il mondo.
4.– 5. – 6.“Un inverno in paradiso”, “Quel che accadde in paradiso” e “Guai in paradiso” di Elin Hilderbrand
Dall’autrice di “The Perfect Couple”, di cui avevo parlato qualche tempo fa (leggi la mia recensione qui), una vera e propria trilogia, la cosiddetta The Paradise Trilogy.
Tre libri che si leggono a velocità lampo, leggeri ma capaci di tenere inchiodata l’attenzione dei lettori grazie a uno stile scorrevole capace di farci affezionare ai personaggi e a quello che sta loro capitando.
In questa spumeggiante trilogia tutto parte da Irene Steele o, per meglio dire, dalla telefonata sconvolgente che la donna riceve, una telefonata che le comunica la morte del marito Russell in un incidente aereo avvenuto nell’isola caraibica di St. John.
Cosa ci faceva Russell a St. John quando Irene lo credeva invece in viaggio d’affari?
Giunta sul posto insieme ai figli Cash e Baker, il primo reduce da una serie di insuccessi lavorativi e il secondo prossimo al divorzio, Irene scoprirà che il marito che credeva tanto perfetto era ben lungi dall’essere tale… anzi conduceva una doppia vita di cui lei non aveva la minima idea.
Sull’isola però, mano a mano che la storia procede (e con essa i libri), Irene e i figli non solo saranno alla disperata ricerca di risposte, ma troveranno anche il modo di rimettersi in piedi, rivoluzionando loro stessi per primi le loro vite e incontrando persone che li aiuteranno a superare ostacoli imprevisti e difficoltà.
Romanzi corali, dove si alternano i diversi punti di vista dei vari personaggi, e dove la vicenda si ricostruisce un passo alla volta, tra clamorosi colpi di scena, disastri naturali da affrontare e piccoli momenti idilliaci (siamo pur sempre su un’isola caraibica).
Romanzi perfetti per una lettura estiva da spiaggia (persino le copertine coloratissime sembrano suggerirlo) che ci catapultano nella vita di personaggi tra loro diversissimi, incuriosendoci e spronandoci a girare pagina, a non smettere di leggere perché vogliamo davvero capire come va a finire la storia.

7.“Catfish Rolling” di Clara Kumagai
Secondo una leggenda giapponese, un enorme pesce gatto vive proprio al di sotto della terra, bloccato nei suoi movimenti da una grossa pietra. Ogni volta che si muove e cerca di liberarsi provoca violenti terremoti, quelli che tanto sconvolgono il Giappone appunto.
Clara Kumagai immagina un Giappone in cui uno di questi terremoti abbia mandato in frantumi non solo i luoghi ma anche il tempo, creando delle zone in cui questo scorre più lentamente e altre in cui scorre a velocità maggiore.
Il risultato è un romanzo fantasy caratterizzato da atmosfere rarefatte, quasi oniriche, in cui il ruolo del tempo e la sua analisi sembrano farla da padrone.
Memoria, dolore, ricerca di risposte, tutto si intreccia in uno sfondo che sfugge di continuo alla comprensione.
La protagonista, Sora, è figlia di una giapponese e di un canadese (in questo ricorda proprio l’autrice, dato che la Kumagai è di origine canadese, giapponese e irlandese) e forse per questo si sente un po’ fuori posto sia in Giappone che in Canada.
Nel terremoto che ha incrinato il tempo, Sora ha perduto la madre, forse bloccata in un’altra dimensione, visto che nelle zone dove il tempo scorre diversamente sembrano muoversi ombre e strane creature.
Mentre il padre di Sora, in qualità di scienziato, continua a indagare sulle zone temporali, la ragazza scopre di avere la capacità di sentire il tempo, cogliendone esattamente la velocità indipendentemente da dove si trovi.
Se in certi punti la lettura di “Catfish Rolling” risulta un po’ lenta, è comunque innegabile che come romanzo d’esordio mostri le notevoli potenzialità dell’autrice.
Momenti dolceamari, riflessioni e prese di coscienza caratterizzano la crescita della protagonista che, pian piano, affronterà tutti i suoi demoni e le sue paure.
Una lettura a volte straniante, che invita alla pazienza (spesso non si capisce dove si sta andando a parare e l’azione si compone di tanti piccoli momenti chiave) e che ci porta in una sorta di dimensione parallela, un Giappone moderno ma diverso al tempo stesso, dove le zone temporali sono la quotidianità e il pericolo.
8.“Julia” di Sandra Newman
“1984” di Orwell rivisto e raccontato dal punto di vista di Julia, l’amante di Winston Smith.
Sandra Newman riscrive il capolavoro di Orwell cambiandone completamente la prospettiva, un’operazione coraggiosa che riesce non solo a dare una voce a un personaggio che nel romanzo originale è in qualche modo secondario, ma anche a creare una vera e propria narrazione parallela.
Quello che emerge è il ritratto di una donna pragmatica, complessa, con una sua storia e un suo carattere ben definito, un passato che l’ha in qualche modo modellata e un futuro che si spinge oltre quello disegnato in “1984”.
Una lettura non leggerissima, in alcuni punti persino disturbante, uno stile molto incisivo, a tratti scarno e totalmente privo di fronzoli, adatto per descrivere un mondo rigidamente controllato, dove i sogni e le speranze sembrano destinati a morire, o a scontrarsi con una realtà perennemente ostile.
Il romanzo della Newman riesce, nel complesso, nel suo intento di rinarrare gli eventi di “1984” invitando nel contempo a una riflessione più ampia, dal sapore decisamente contemporaneo.

9.“Orgoglio e Premeditazione” di Tirzah Price
Un libro leggero e divertente, dove ritroviamo gli ormai conosciutissimi personaggi di “Orgoglio e Pregiudizio” alle prese con un giallo piuttosto intricato.
Interessante vedere come Tirzah Price abbia “giocato” con i diversi caratteri: Elizabeth è una giovane donna che cerca disperatamente di diventare avvocato nello studio del padre, studio dove l’amica Charlotte lavora come segretaria e dove l’odioso signor Collins si prende tutti i meriti delle intuizioni e del lavoro di Lizzie.
Almeno fino a quando un certo signor Bingley viene accusato dell’omicidio del cognato, caso su cui Elizabeth vorrebbe indagare per mostrare al padre le sue capacità, ostacolata in questo dall’apparentemente freddo e antipatico Darcy il quale, ovviamente, lavora per uno studio rivale.
La trama scorre veloce e senza intoppi anche se ho trovato sì originale, ma a volte non riuscitissimo, il fatto che l’azione si svolga comunque all’epoca della Reggenza, il che, sotto certi aspetti, crea più di una volta l’impressione di un certo anacronismo.
Nelle note finali, infatti, la stessa autrice ammette che era impensabile che in quegli anni l’ambizione di Elizabeth di diventare avvocato potesse realizzarsi, che lei potesse muoversi così liberamente fuori casa, o che Charlotte (nel romanzo descritta tra l’altro come una giovane di origine meticcia) potesse lavorare come segretaria in un ufficio legale (e non anticipo nulla sul ruolo davvero particolare riservato a Lady Catherine de Bourgh…).
Eppure la sensazione finale, giunti a conclusione del libro, è che, pur inserendo i personaggi in ruoli diversi, forse anche molto più dinamici e moderni, Tirzah Price sia comunque riuscita a mantenere (e catturare) le loro essenze, restandovi a suo modo fedele.
In alcuni momenti Elizabeth, nel suo essere una detective determinata seppur dilettante, mi ha anche ricordato l’ Enola Holmes della serie Netflix (specialmente in una sua discussione con Lady Catherine).
Insomma, una lettura piacevolissima, adatta a chi voglia ritrovare (o riscoprire) personaggi classici e amatissimi in una veste un po’ diversa, ma non per questo meno interessante.
In inglese, della stessa autrice, sono usciti anche “Sense and Second-Degree Murder” e “Manslaughter Park” che fanno parte, con “Orgoglio e Premeditazione”, di quella che è stata chiamata la Jane Austen Murder Mysteries Series, a dimostrazione che questa formula (rivisitare in chiave giallo i classici della Austen) sta funzionando e ha successo tra i lettori.
10.“La ragazza senza radici” di Cristina Caboni
Di Cristina Caboni ho letto diversi romanzi, alcuni li ho già anche consigliati, sempre all’interno della mia rubrica (nelle recensioni estive dello scorso anno). Il motivo è semplice, trovo che sia un’autrice capace di narrare storie semplici ma allo stesso tempo capaci di emozionare e di creare un rapporto di profonda empatia con i suoi lettori.
“La ragazza senza radici” non fa eccezione.
Le storie di Adeline, orfana che non conosce il suo passato, e di Miranda, anziana che cerca di ritrovare il figlio perduto, si intrecciano tra la Francia e l’Italia, la Liguria e la Costa Azzurra.
Tra le due donne nascerà un legame intenso, un affetto immediato capace di aiutarle ad affrontare insieme le loro paure e di spronarle a cercare quelle risposte che tanto vorrebbero avere, seppur temendole al tempo stesso.
Una lettura che definirei quasi poetica, dove si impara a conoscere e apprezzare, attraverso le parole scelte accuratamente dall’autrice e le sue descrizioni così vivide, anche l’odore e il sapore di vini preziosi, di una natura capace di regalarci sempre emozioni profonde, emozioni che scavano nei ricordi dei personaggi (e dei lettori forse) e ne colorano il futuro di nuovi significati.

11.“La Follia Mazzarino” di Michel Bussi
Ho scoperto Michel Bussi leggendo “Ninfee Nere”, di cui ho parlato qui, e il suo stile mi ha conquistato, tanto che ho deciso di leggere subito un altro dei suoi romanzi: “La follia Mazzarino”.
Inutile dire che anche questo mi è piaciuto davvero tanto, le aspettative erano elevate ma l’autore non mi ha deluso.
La vicenda stavolta si svolge sull’isola anglo-normanna di Mornesey, aprendosi con l’evasione di due pericolosissimi criminali.
La narrazione poi prosegue alternando due storie, quella di Colin, orfano convinto che il padre sia ancora vivo, e quella di Simon, giovane studente di giurisprudenza che lavora a Mornesey per la stagione estiva, ma che in realtà sta cercando un tesoro (la Follia Mazzarino) che crede sia nascosto proprio sull’isola.
Colpi di scena, una trama intricata, capace di tenere con il fiato sospeso (impossibile staccarsi dalla lettura), un giallo perfetto che conferma la bravura e la fantasia narrativa di Bussi.
12.“Dio di illusioni” di Donna Tartt
Donna Tartt pubblica in media un libro ogni dieci anni e “Dio di illusioni” è stato il suo primo romanzo. Pubblicato nel 1992, fu uno dei maggiori casi letterari degli anni Novanta, a testimonianza dell’enorme talento della sua autrice (basti pensare che in seguito, con il suo terzo romanzo, “Il cardellino”, ha vinto il Premio Pulitzer nel 2014).
“Dio di illusioni” è decisamente un romanzo corposo, a tratti forse tende a dilungarsi un po’ troppo, tuttavia mostra uno stile di scrittura eccezionale, capace di immergerci nelle atmosfere cupe del Vermont, mentre seguiamo da vicino un gruppo di studenti ricchi e viziati che arrivano a uccidere per mantenere i loro privilegi (e nascondere i loro segreti).
La storia viene raccontata in prima persona da Richard Papen, una sorta di outsider, uno studente californiano ammesso al prestigioso Hampden College che riesce a inserirsi in una piccola élite di studenti, un gruppetto a prima vista irraggiungibile, il tutto grazie alla sua conoscenza dei classici e alla sua capacità di mentire sulle sue vere origini.
Una vicenda che ricorda molte trame del filone Dark Academia (anzi, probabilmente questo romanzo è per molti versi proprio il capostipite di questo genere), ma che si contraddistingue per una scrittura estremamente coinvolgente, capace di sorprenderci in continuazione. Infatti, anche se fin dall’inizio sappiamo chi sarà ucciso (e quindi aspettiamo di capire come si arriverà all’omicidio e perché), non sarà questo crimine a concludere il romanzo, ma servirà piuttosto a dare inizio a una serie di eventi successivi, a volte banali, a volte più complessi, in un crescendo di tensione e suspense.

13.“Outsiders” di Lyndall Gordon
Cinque scrittrici, cinque personalità fuori del comune, cinque storie personali che le hanno rese in qualche modo “outsiders”, incomprese al loro tempo per l’estrema originalità, indipendenza e intelligenza.
Lyndall Gordon, celebre per le sue biografie letterarie, stavolta ci racconta la storia di ben cinque grandi della letteratura, riuscendo a fornire di ognuna un ritratto vivido e intenso.
Mary Shelley, Emily Brontë, George Eliot, Olive Schreiner, Virginia Woolf… nomi ben conosciuti, donne che hanno saputo sfidare le regole e gli schemi imposti dalla società e dai tempi in cui vivevano.
Un libro capace di ritrarle attraverso le scelte complesse che si sono trovate a dover affrontare, gli scandali, i pettegolezzi.
Caratteri diversi che sono stati in grado di formarsi in modo indipendente, di imporsi al di là di ogni aspettativa.
Donne legate tra loro da un sottile fil rouge, la scrittura, il bisogno di portare sulla carta i loro pensieri, le esperienze, le emozioni e le paure.. attraverso la creazione di personaggi indimenticabili, sfaccettati, a volte persino mostruosi.
Una lettura ricca di dettagli, di certo “storica” (in fondo raccoglie cinque biografie) ma narrativa al tempo stesso (lo stile è scorrevole e i fatti narrati decisamente non noiosi), dove le scrittrici con le loro incredibili storie personali diventano per una volta i personaggi veri e propri, le protagoniste indiscutibili.
14.“Dept. Q – Sezione casi irrisolti” su Netflix
Basata sulla saga di libri gialli scritti dall’autore danese Jussi Adler-Olsen, la serie targata Netflix sposta tuttavia l’azione a Edimburgo, dove facciamo la conoscenza del detective Carl Morck, un inglese in mezzo agli scozzesi, isolato non solo dal suo carattere difficile ma anche dal suo accento (per questo se possibile consiglio la visione in lingua originale). Reduce da una brutta sparatoria che lo ha quasi ucciso, e che gli ha lasciato diversi strascichi psicologici, Morck viene forzatamente messo a lavorare su vecchi casi irrisolti.
La prima stagione è composta da nove episodi che trasportano sullo schermo il primo libro della saga (“La donna in gabbia”) e che ci fanno “scoprire” non solo Morck ma anche i suoi due “bizzarri” aiutanti: Akram Salim, un siriano dal passato per certi versi misterioso, e la giovane Rose Dickson, che vuole essere presa sul serio e per questo cerca in tutti i modi di ritagliarsi un suo ruolo ben preciso nella polizia, trovandolo proprio nel Dept. Q.
Una sezione davvero insolita quella di Morck, e un’indagine che si rivelerà piena di colpi di scena e momenti adrenalinici.
A questo si aggiunge poi un’interpretazione brillante da parte di Matthew Goode; il suo detective Morck è insopportabilmente spocchioso e sarcastico ma, sotto sotto, estremamente umano.

15.“Ombre nell’acqua – The Survivors” su Netflix
Tratta dal romanzo omonimo della scrittrice australiana Jane Harper, pubblicato nel 2020, la serie (sei episodi in totale) ci trasporta nell’apparentemente idilliaca cittadina costiera di Evelyn Bay dove il giovane Kieran Elliott ritorna, dopo una lunga assenza, insieme alla compagna Mia e alla figlia di pochi mesi Audrey.
Quindici anni prima Finn, il fratello di Kieran, e il suo migliore amico Toby avevano perso la vita in un incidente in barca durante una tempesta, proprio mentre stavano andando in soccorso di Kieran.
Inutile dire che per la maggior parte degli abitanti di Evelyn Bay, Kieran è responsabile dell’incidente e non è stato mai davvero perdonato, neppure dalla madre.
Tuttavia, Finn e Toby non erano state le uniche vittime della tempesta, un’altra giovane ragazza del posto, Gabby, era scomparsa e non era mai stata ritrovata.
Eppure… eppure nessuno sembra ricordarsi di lei, nessuno a parte Bronte, una studentessa che cerca di ricostruire i fatti e di dare così giustizia a Gabby.
Peccato che poi Bronte venga ritrovata morta sulla spiaggia.
Cos’è successo veramente durante la tempesta? Quali e quanti segreti nasconde Evelyn Bay?
Una serie che non è solo un thriller ma anche, e soprattutto, un dramma psicologico, che indaga tra le relazioni tra i personaggi, tra i silenzi, le lacrime e le accuse.
Tutti gli abitanti di Evelyn Bay cercano di redimersi in qualche modo e tutti sono strettamente collegati tra loro, più di quanto si possa pensare.
Un cast dove spicca tra tutti l’interpretazione di Charlie Vickers (già visto ne “Il Signore degli Anelli – Gli Anelli del Potere” nel ruolo di Sauron); il suo Kieran Elliott è un uomo fragile, alla disperata ricerca di affetto, combattuto tra la voglia di lasciarsi tutto alle spalle e la necessità di affrontare una volta per tutte il passato per poter guardare serenamente al futuro.
16.“Sirens” su Netflix
Serie creata da Molly Smith Metzler (già sceneggiatrice per Netflix di “Maid”, di cui potete leggere la mia recensione qui) che stavolta si è basata sulla sua pièce teatrale “Elemeno Pea”.
Cinque episodi in totale che ci immergono completamente in un’atmosfera da dark comedy dove le tre protagoniste femminili (interpretate da Julianne Moore, Meghann Fahy e Milly Alcock) sono assolutamente eccezionali nei loro ruoli.
Ambientata durante il weekend del Labor Day, la serie ci trasporta su un’immaginaria isola del New England. L’atmosfera che si cerca di ricreare è quella di una località turistica meta prediletta di personaggi ricchi e facoltosi.
Qui arriva come un vero e proprio tornado la giovane Devon DeWitt (Fahy) con lo scopo di ritrovare la sorella Simone (Alcock) e di metterla di fronte alle sue responsabilità familiari.
Devon infatti si trova in difficoltà (economiche e personali) ma di fatto è l’unica a prendersi cura del padre malato, mentre Simone ha all’apparenza una vita quasi perfetta, lavorando come assistente della milionaria Michaela Kell, detta “Kiki” (Moore).
Il rapporto tra Simone e Kiki lascia però perplessa Devon che crede che la sorella sia vittima di un lavaggio del cervello e che abbia completamente perso di vista la sua personalità, soggiogata da quella più inquietante e misteriosa di Michaela.
Inoltre Devon sospetta che Michaela sia un’assassina e che abbia fatto fuori la prima moglie del suo attuale marito, un uomo sì ricco ma apparentemente stanco e spaesato (interpretato magistralmente da Kevin Bacon).
Tra incomprensioni, situazioni ai limiti dell’assurdo, drammi e momenti a loro modo comici, pian piano scopriremo che le cose non sono proprio come sembrano e che forse chi appare tanto ingenuo in fondo non lo è.
La storia di Devon e Simone si svela lentamente, come quella di Kiki, e il finale davvero lascia di stucco.
Bellissima una delle battute finali di Devon (“You didn’t serve me, and I didn’t let you go”) che getta una luce su molte delle azioni dei personaggi principali, e in qualche modo, a mio parere, fornisce una chiave di lettura del loro reale carattere, al di là delle apparenze.
La recitazione è perfetta (soprattutto ho apprezzato la Moore, algida e inquietante, e la Fahy, con le sue fragilità ma anche con la sua forza inaspettata) e riflette perfettamente tutte le sfaccettature dei caratteri dei vari personaggi.
Bene, concludo qui i miei consigli. Spero che possano esservi utili e che, qualsiasi libro decidiate di portare con voi in valigia, possa diventare per voi un fantastico compagno di viaggio!
Buona estate!!!
Alessandra Carminati
